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Agenzia Fides – “La missione prima di un territorio è uno stile di vita”, don Massimo Bianco SDB

La missione del Salesiano don Massimo Bianco in Lituania ormai da vent’anni. Si riporta di seguito l’articolo dell’Agenzia Fides – Organo di informazione delle Pontificie Opere Missionarie – pubblicato lo scorso 17 settembre.

Verso la Giornata Missionaria: “La missione prima di un territorio è uno stile di vita”, dice un missionario salesiano a Vilnius

Vilnius (Agenzia Fides) – Don Massimo Bianco, Salesiano di Don Bosco (SDB), è missionario in Lituania da vent’anni. Ha 57 anni, vive e lavora a Vilnius, capitale della Lituania, in una grossa parrocchia di periferia.

“Fare il missionario è rispondere ad una chiamata, che ho maturato a lungo – racconta all’Agenzia Fides -. Avevo fatto tre esperienze estive in Africa, precisamente in Nigeria, alla fine sono ‘sbarcato’ in terra europea, ma ho capito a poco a poco che la missione prima di un territorio è uno stile di vita. Anche se il tenore di vita qui è diverso dall’Africa, il bisogno di evangelizzazione in un mondo secolarizzato e post-sovietico direi che è analogo: qui incontri persone non denutrite nel fisico, ma nello spirito. Qui ho risposto: ‘Eccomi! Manda me!’ a Colui che è la sorgente di ogni chiamata missionaria”.

Don Massimo spiega che in questi anni ha cercato prima di tutto di ascoltare, di inserirsi in una cultura differente con rispetto, pazienza e progressività: la lingua, il clima, le persone, la fede vissuta in piccole comunità sono stati vari aspetti da integrare, poco per volta.

“Di fronte a momenti di solitudine e di difficoltà – prosegue – mi esercito a non perdermi d’animo. Certo, arriva il momento, prima o poi, in cui ti chiedi: ‘Ma io, qui, che ci sto a fare?’. Si tratta allora di superare la tentazione del lasciar perdere, al tempo stesso ti accorgi che ti porti dentro una malattia che si chiama ‘protagonismo ed efficientismo’, condita dal desiderio umano di vedere sempre dei risultati, ma spesso questo non è possibile, almeno a breve termine. In questi casi mi aiuta molto la vita di preghiera e l’appoggio della comunità salesiana e parrocchiale in cui vivo”.

Come Salesiano di Don Bosco, don Massimo avverte in modo particolare il compito e la voglia di far conoscere ai bambini e ai ragazzi la figura di don Bosco, il Santo dei giovani.

“Questo richiede da parte mia di lottare con la tentazione di una vita mediocre che si accontenta del ‘minimo sindacale’ – sottolinea -. Quindi ripartire sempre, mantenere vivo il fuoco missionario nel proprio cuore, continuare finché passeró ad altri il testimone, quando Dio vorrà, con la consapevolezza che vale la pena lavorare per il Regno dei Cieli. Non si tratta solo di capire che il Signore ci manda ad annunciare la Sua Parola, ma si tratta di diventare noi stessi voce di quella Parola, con la nostra presenza e la nostra testimonianza”.

(SL) (Agenzia Fides 17/9/2020)

AM – “Ecco il tuo campo, ecco dove dovrai lavorare”: il sogno si coltiva a TELSIAI (Lituania)

L’esperienza missionaria estiva a TELSIAI, in Lituania. Di seguito l’articolo dedicato, a cura di don Fabio SdB, Vytas SdB, Simone A., Simone C., Pietro.

La missione, prima di tutto, ti insegna qualcosa: quello che ha insegnato a noi la Lituania è il valore della Misericordia. Soprattutto se la Misericordia è vissuta in prima persona e viene raccontata da un popolo, quello lituano, che tanto ha da perdonare ai vicini di casa. 

Inoltre, capitare in questi luoghi (dove è iniziata la venerazione della Divina Misericordia a seguito delle vicende della vita di Santa Faustina Kowalska) nei primi di agosto, giorni del grande “Perdono di Assisi”, fa sì che la Misericordia guidi per mano la propria attività, che si compie sotto lo sguardo di Dio, consolatore degli afflitti e misericordioso, e con lo stile di don Bosco, vicino agli ultimi, soprattutto ai più giovani.

Così, dopo i primi due giorni, trascorsi nella capitale (Vilnius) per toccare con mano la storia lituana, avendo osservato coi nostri occhi i luoghi in cui questo popolo baltico ha lottato per la propria libertà (Museo del KGB, Collina delle Croci, la Rivoluzione cantante, …), abbiamo fatto rotta verso la nostra vera destinazione: Telsiai.

Telsiai è un paese sorto sulle rive del lago Mastis, nella regione della Samogizia: qui si è svolta la nostra esperienza di Estate Ragazzi dal nome “Don Bosko Vasara 2020” (Don Bosco Estate 2020), la prima “prova” rinnovata dopo tanti anni, una sorta di “missione pilota”: mista l’equipe dei responsabili, misto il gruppo degli animatori, miste le provenienze dei ragazzi.

Non eravamo soli, anzi, eravamo attesi: a Telsiai è presente una comunità SDB che ha organizzato il nostro arrivo e le nostre attività, composta dal sig. Piercarlo Manzo, coadiutore, che ha coordinato le attività dell’Estate Ragazzi, aiutato da don Onorino Pistellato, don Alexis Danilo Garro e don Oliver Bautista.

Inoltre, la comunità ha anche alimentato le attese di un gruppo di animatori tra i 15 e i 16 anni, con cui, nella prima settimana di permanenza, ci siamo trovati al mattino e abbiamo imparato i primi fondamentali insegnamenti (anche con l’aiuto di qualche giochino allegro e coinvolgente) sull’animazione salesiana. 

I riferimenti sono stati alcuni incontri importanti della vita di don Bosco: il sogno dei 9 anni (1°giorno) ci ha insegnato l’importanza della mansuetudine, del campo e della missione alla quale eravamo chiamati; l’incontro con Bartolomeo Garelli (2°) ci ha insegnato uno stile diverso con cui stare coi bambini e ragazzi a noi affidati; Michele Magone (3°) quanto al bene che possa farci l’ambiente circostante e infine, con Domenico Savio (4°), come noi possiamo migliorare l’ambiente attorno a noi.

Quindi, dopo la prima parte della giornata passata insieme agli animatori (e dopo esserci rifocillati a dovere tutti assieme), ecco partire l’attività di “Don Bosko Vasara 2020”, che si svolgeva presso la scuola “Vincento Borisevicius” (vescovo martire del comunismo), scuola statale ad indirizzo cattolico in cui lavora il sig. Piercarlo e in cui si stanno inserendo i giovani missionari d. Oliver e d. Alexis. 

Ad inizio settimana, i bambini e i ragazzi iscritti, dalla 2 elementare alla 2 media, erano già 45, un numero niente male per una prima esperienza… in tempo di Covid! 

Alla fine della seconda settimana saranno una novantina, suddivisi in 4 squadre in base alla classe terminata. Il programma era così scandito: dopo l’accoglienza, un breve ma intenso e allegro innesco con qualche gioco nel teatro della scuola, la preghiera e il ballo dell’inno dell’Estate Ragazzi, poi  bambini e ragazzi sceglievano uno dei laboratori proposti per la loro fascia d’età. A seguire un break  con merenda e poi tutti a giocare, ognuno nella propria squadra, ai grandi giochi proposti dagli animatori. Quindi, rientro in teatro per chiudere la giornata coi canti e la preghiera.  Davvero il Cielo è stato dalla nostra parte, perchè nella piovosa Lituania abbiamo avuto il sole quasi sempre per tre settimane di fila.  Questo ha permesso di utilizzare gli ampi spazi verdi e sportivi messi a disposizione da varie istituzioni cittadine.    

Con gli animatori ci si fermava per una rapida condivisione sulla giornata e poi…liberi tutti, a ricaricare le batterie per il giorno dopo. O meglio, quasi tutti, perché, dopo la cena e la preghiera del Vespro, ci aspettava la preparazione dettagliata della giornata seguente. 

Nella seconda settimana, invece, accoglievamo i ragazzi già dal mattino. La formula della giornata  rimaneva quella efficace della settimana precedente, aumentando però il tempo per il gioco e inserendo una interessante “pillola formativa” su Don Bosco, con le scenette e un piccolo gioco.

Gli animatori si sono subito messi in gioco, senza alcuna paura, iniziando un bel cammino di crescita con Don Bosco, di cui hanno sentito parlare, in molti casi, per la prima volta. Circa i bambini, invece, dopo i primi giorni, in cui le loro facce e i loro visi facevano trasparire un po’ di timore di fronte a noi, stranieri, e di fronte agli animatori, sconosciuti, ecco aprirsi grandi sorrisi, risate, battute, voglia di giocare, stare insieme, divertirsi come voleva don Bosco. 

Alla fine della terza settimana, conclusasi con la messa di ringraziamento, l’asta dei premi e il video sapientemente realizzato dal nostro Vytas, potevamo davvero dire di aver centrato l’obiettivo proposto ai ragazzi: Per noi la santità consiste nello stare molto allegri!  

Ecco perché siamo ritornati in Italia con una convinzione in particolare: il linguaggio di don Bosco è universale. In ogni luogo, città, provincia, regione, stato, continente in cui don Bosco è presente, basta un gioco, un sorriso, una piccola attenzione per parlare la stessa lingua, la lingua del cuore, la lingua di don Bosco, ed è subito come sentirsi a casa!

Siamo convinti che don Bosco abbia tanto da dire alla Lituania e ai suoi giovani, come siamo altrettanto convinti che la Lituania e i suoi giovani abbiano bisogno di don Bosco, del sentir parlare di lui e di far viva esperienza del suo metodo educativo: in quei giorni un fuoco è stato acceso nel cuore di bambini e animatori, a noi il compito di custodire e alimentare questo fuoco e questi cuori!

Fabio SdB, Vytas SdB, Simone A., Simone C., Pietro

Un messaggio di speranza dai giovani “missionari” in Lituania

La testimonianza dell’esperienza missionaria dei giovani dell’Ispettoria nella condivisione di don Fabio Mamino e del chierico Vytautas Markunas

Nell’estate più strana degli ultimi tempi, un bel segno di speranza arriva dal nord dell’ispettoria, dalla terra lituana.

Nonostante il generale contesto delicato, i confratelli della casa di Vilnius non hanno rinunciato a proporre due settimane di centro estivo a fine luglio, con pomeriggi ricchi di iniziative, ospiti, laboratori e gite.. Quello che si poteva fare, si è fatto!… E con un discreto risultato, potremmo aggiungere!

Concretamente, dal 20 al 31 luglio, un gruppo di 25 animatori, coordinato da don Alessandro Barelli (pioniere della missione lituana), ha animato circa 200 bambini e ragazzi dai 5 ai 14 anni (più di 300 gli iscritti). Particolarmente ricca l’equipe salesiana: oltre ai confratelli della casa, sono stati presenti anche don Alexis Garro (neomissionario a Telsiai) e una consorella delle FMA di Kaišiadorys! A loro si è poi aggiunto un chierico inviato dal seminario diocesano della capitale.

Nell’ultima settimana abbiamo potuto prendere parte anche noi a questi giorni ricchi di vita e di entusiasmo: possiamo testimoniare che, anche in queste terre così lontane da Valdocco, don Bosco si sta facendo strada nei cuori dei giovani e delle famiglie. Preghiamo per loro… Melskimės už juos

D. Fabio Mamino Sdb
Ch. Vytautas Markunas SdB

La Famiglia Salesiana lituana ricorda il suo patriarca

Si riporta la notizia proveniente dalla Famiglia Salesiana lituana riguardo alla giornata di ricordo e riconoscenza dedicata al primo salesiano lituano a 60 anni dalla sua morte: don Antanas Skeltys. Ecco il racconto di sabato 25 luglio:

C’è uno slogan che viene inculcato fin dai primi anni di scuola ai bambini e che unisce spiritualmente e civilmente gli abitanti del piccolo e dignitoso paese baltico della Lituania: Ricorda – Proclama- Onora.

La giornata di sabato 25 luglio 2020 è stata celebrata e vissuta dalla Famiglia Salesiana lituana proprio con l’intento di esprimere ricordo e riconoscenza verso il primo salesiano lituano: don Antanas Skeltys.

Nato in un piccolo paese della fertile pianura agricola della regione della Suvalkija, il giovane Antanas, desideroso di farsi prete ma di modeste condizioni economiche, viene a conoscenza dei Salesiani e di don Bosco. Scrive ai superiori a Torino e riceve la telegrafica risposta: ” Vieni! Ti aspettiamo.” Fu il primo; dopo di lui una vera schiera di giovani raggiungeranno il Piemonte.

Studia, diventa salesiano nel 1906 accolto dal beato d. Michele Rua, e sacerdote nell’agosto del 1914, ad una settimana dalla scoppio della Grande Guerra. Non potendo rientrare in patria, lavorò in Italia nella case di Verona e di Este, dove si attivò per fondare l’edizione lituana del Bollettino salesiano, che fece conoscere l’opera e la figura di don Bosco nel piccolo, appena ricostituito, paese sul Baltico. L’intera raccolta del Bollettino (stampato dal 1926 al 1940) fu provvidenzialmente salvata dal flagello comunista. Nel frattempo, già dal 1921, operò con zelo per far arrivare in Italia giovani lituani, affinché, affascinati dal carisma salesiano, diventassero futuri figli di Don Bosco. Per loro istituì la casa lituana di Perosa Argentina, poi trasferita a Castelnuovo don Bosco. Appena le condizione glielo permisero, don Skeltys fece ritorno in patria e qui possiamo ancora oggi ammirare il miracolo della sua attività nel paese. In una ampia tenuta con un edificio imponente donato da un sacerdote lituano, celebre astronomo, si costituì una comunità di diversi confratelli che lavoravano a tempo pieno con gli oltre cento ragazzi interni della scuola professione. L’opera rimase aperta dal 1934 al 1940, interrotta improvvisamente nel suo pieno fiorire dall’occupazione sovietica. Negli anni successivi don Skeltys (che tra l’altro si meritò il titolo di Giusto delle nazioni per i tanti ebrei salvati durante l’occupazione nazista) visse in oculata clandestinità in piccole parrocchie di villaggio, nascondendosi dagli agenti del KGB, fino alla morte avvenuta il 28 luglio 1960.

Sabato 25 abbiamo commemorato i 60 anni della morte, della sua morte, nel suo villaggio natale a Griskabudis.

La solenne celebrazione fu presieduta dall’arcivescovo emerito di Kaunas, il card. Sigitas Tamkevicius, che da bambino fece da chierichetto a don Antanas durante la sua clandestinità e che di lì a qualche anno sarà presente al suo capezzale nelle sue ultime ore di vita, chiedendo per lui la grazia dei sacramenti. Il cardinale ama ricordare con riconoscenza che deve proprio a d. Skeltys la sua vocazione sacerdotale e il suo amore a don Bosco, conosciuto leggendo un libretto sul santo regalatigli dal buon sacerdote. Alla messa concelebrò il vescovo ausiliare di Vilnius, mons. Arunas Poniskaitis, pronipote dello stesso d. Skeltys.

La giornata vide raccolti tutti i rappresentanti della Famiglia salesiana presenti in Lituania, i S.D.B., le F.M.A., i Cooperatori, a cui si deve l’iniziativa di questa commemorazione, i parenti e gli amici della F.S. Il coro della parrocchia salesiana di Vilnius ha animato la liturgia, trasmessa sulle frequenze di Radio Maria.

Nell’omelia il cardinale delineò il profilo della spiritualità radiosa di d. Antanas Skeltys, a cui come a s. Giacomo, di cui quel giorno ricorreva la memoria liturgica, non mancò di bere al calice della sofferenza del suo Salvatore. Il giubileo si è concluso tra discorsi, canti e corone di fiori presso la sua tomba adiacente alla chiesa, sulla cui lapide è inciso la frase L’anima di ogni uomo è degna del sacrificio di tutta la nostra vita: trovarla, aiutarla e consegnarla a Dio.

Grazie don Antanas, don Bosco della Lituania!

Don Bosco Vilnius (Lituania): la presenza salesiana a Telšiai si rafforza

La presenza salesiana a Telšiai si rafforza grazie ai due nuovi salesiani missionari inviati in Lituania. Dall’Argentina, don Alexis e dalle Filippine, don Oliver. Di seguito l’articolo dedicato gentilmente fornito alla Redazione da parte di don Alessandro Barelli, redattore BS Lituania e a seguire l’articolo dedicato al Giubileo per i 30 anni della parrocchia di san Giovanni Bosco. Entrambi gli articoli sono presenti nell’allegato del Bollettino Salesiano Lituano N 1-2 (176) 2020.

La presenza salesiana a Telšiai si rafforza.
Conosciamo i due nuovi salesiani missionari inviati in Lituania. Dall’Argentina don Alexis e dalle Filippine don Oliver.

Il 15 gennaio sono giunti in Lituania i due nuovi missionari salesiani, inviati dal rettor maggiore don Angel Artime ad aumentare la presenza salesiana nella Terra di Maria. In questa fase iniziale, durante la quale sono entrambi chiamati ad imparare la lingua lituana e a inculturarsi in una terra per loro fino ad ora sconosciuta, risiederanno stabilmente a Telšiai, insieme al responsabile della presenza don Rino e a fratel Piercarlo. Don Olivier e don Alexis sono entusiasti della nuova

Don ALEXIS DANILO GARRO è nato nella città di San Luis in Argentina. Ha 4 fratelli più grandi e 1 sorella più giovane. La sua famiglia è composta da musicisti, e lui stesso fin da bambino ha amato la musica. Suona la chitarra, l‘organo, il flauto, il pianoforte, le percussioni…

Da bambini ha studiato in varie scuole pubbliche e private, ma a causa del suo comportamento vivace è stato espulso da tutte, fino a quando è stato accolto nella scuola salesiana della sua città. All‘inizio anche lì si sentiva poco libero, ma poco a poco è stato conquistato dalla bontà dei salesiani, dalle mille attività proposte (musica, sport, teatro), dalla loro pazienza e misericordia. Ha iniziato a scuola a frequentare anche dei gruppi di impegno, come quello dei volontari e quello dei giovani missionari. In questo modo ha concluso il percorso scolastico, con il titolo superiore di contabile finanziario. Nel frattempo, attraverso l‘impegno nel centro giovanile e al dialogo costante della direzione spirituale ha maturato la scelta della vocazione salesiana consacrata. In precedenza aveva anche sperimentato gruppi diocesani e aveva riflettuto sulla vocazione sacerdotale diocesana, ma ha prevalso lo spirito gioioso e giovanile del carisma salesiano. Alexis anche ora sente che attraverso la vocazione di salesiano e di sacerdote può aiutare tanti ragazzi che non hanno mai conosciuto la bontà di Dio, proprio come lui quando aveva la loro età. È entrato in noviziato nel 2008. Ricorda: „Quando decisi di entrare in noviziato, in realtà avevo timore di non esserne degno. Guardavo alla mia vita disordinata di adolescente, ai miei errori del passato, ai miei peccati. Come poteva il Signore chiamare uno come me a servirlo? Eppure la preghiera e l‘aiuto dei salesiani che mi erano accanto mi hanno fatto capire che la misericordia di Dio è sempre più grande che le nostre debolezze! Sono andato avanti con la fiducia nell‘amore di Dio, che tutto lava. E sono proprio contento! Dio ti ama non per quello che fai, ma per quello che tu sei!“. In atteggiamento di disponibilità, dopo il tirocinio pratico ha compiuto gli studi universitari di teologia nel seminario salesiano di Buenos Aires, servendo nel frattempo in oratorio, specie con i ragazzi di strada e asociali, e avendo anche esperienza di servizio in una comunità per la riabilitazione per i tossicodipendenti. Durante un’estate ha fatto una breve esperienza missionaria in Paraguay per due mesi tra gli indios. Al termine della teologia è stato mandato come assistente degli aspiranti e dei novizi e nella parrocchia di Nostra Signora di Tati nel Chaco Argentino e poi è stato ordinato sacerdote il 23 marzo 2019 a Cordoba (sede della ispettoria salesiana del Nord Argentina). Quando in autunno 2019 ha saputo che era stata accolta la sua richiesta di essere mandato missionario, e che il Rettor Maggiore lo aveva destinato alla Lituania, la sua prima reazione è stata quella di ringraziare il Signore per tutti i doni ricevuti: la vita, la vocazione salesiana e sacerdotale, la chiamata missionaria. E fin da subito ha iniziato a pregare per tutte le persone che lo avrebbero conosciuto in Lituania. La mamma di don Alexis ha commentato la sua partenza in questo modo: “Ohi, Alexis, la tua mamma per ogni chilometro in più di separazione, verserà una lacrima in più. Ma se il Signore ti chiama in Lituania, vai e ascolta lui solo! Ti benedica il Signore, e ti assista Maria Ausiliatrice!”.

Don Alexis, che già parla correntemente lo spagnolo, l’italiano e l’inglese, ora infonde molto tempo ed energie per imparare la lingua lituana, ma anche per inculturarsi e conoscere sempre meglio la storia e la cultura del popolo lituano. Gli assicuriamo il nostro aiuto e la nostra preghiera. Buon lavoro, nel nome di Dio e di don Bosco!

Insieme con lui è arrivato in Lituania anche un altro giovane sacerdote salesiano, don RYAN OLIVER BAUTISTA, per gli amici don Oliver. È nato il 4 maggio 1985 nella cittadina di Caloocan, nei pressi di Manila (Filippine), ma poi è cresciuto nella città di Paranaque, sempre nelle Filippine. Dopo di lui in famiglia sono nati un fratello e poi una sorella. Dopo aver frequentato la scuola elementare francescana e le scuole medie e superiori nella sua città, ha studiato biologia nell’Università di Manila, dove si è brillantemente laureato. Ha conosciuto i salesiani nella sua parrocchia di Paranaque, che vanta il santuario mariano nazionale dedicato a Maria Aiuto dei cristiani. Fin da bambino frequenta l’oratorio della parrocchia affidata ai salesiani, e resta affascinato dall’esempio di molti salesiani, che con simpatia e gioia profonda aiutano la gente, specialmente i giovani, ad avvicinarsi alla fede. Compie un bel percorso che lo porta a servire la comunità parrocchiale come catechista e animatore dell’oratorio. Ma il giovane Oliver sente che non gli basta donare al Signore qualche ora alla settimana, vuole di più! Così incomincia un cammino di discernimento con un saggio salesiano che lo accompagna nella scoperta di cosa il Signore gli chieda, e prende la decisione di entrare nel noviziato dei salesiani: vuole essere un figlio spirituale di don Bosco. Emette la prima professione dei voti nella congregazione salesiana il 6 maggio 2010, giorno in cui ricorre la festa di san Domenico Savio, allievo di don Bosco. Negli anni successivi oltre al tirocinio pratico in una comunità salesiana, termina con successo gli studi della filosofia, ottenendo il titolo accademico di magister, presso l’Università San Tommaso d’Aquino di Manila. Fa ritorno nella sua città di Paranaque, dove nella comunità salesiana locale lavora pastoralmente come chierico e nel frattempo studia la teologia. Ottiene il titolo accademico di master in teologia. Ma la sua gioia più profonda non sono i titoli accademici, ma il poter ricevere l’ordinazione sacerdotale il 7 aprile del 2018, il giorno prima della domenica della Divina Misericordia (questo dettaglio è bene tenerlo a mente). Dopo l’ordinazione è stato incaricato della formazione religiosa nella scuola don Bosco di Canlubang. Contemporaneamente ha insegnato filosofia ai chierici del seminario filosofico. Ama la pallavolo e il ping pong. Parla correntemente non solo il filippino ma anche l’inglese e capisce l’italiano.

Ma don Oliver sapeva nelle Filippine dove era la piccola Lituania? Risponde: “Quando dovevo scegliere la immaginetta per la mia ordinazione sacerdotale, visto che cadeva nel giorno prima della festa della Divina Misericordia, e poiché proprio il giorno della festa avrei celebrato la mia prima Messa, scelsi quella di Gesù misericordioso. Mi imbattei nel quadro che santa Faustina Kovalska dettò al pitttore E. Kazimirovski, e che è conservato nel santuario della Divina Misericordia di Vilnius. Usai quella immagine, e lessi dove era conservato e come vi era giunto… Così feci la mia conoscenza con la Lituania, di cui fino ad allora nulla sapevo. Mai avrei immaginato che solo dopo pochi mesi il Rettor Maggiore mi avrebbe mandato proprio nella terra che custodisce il quadro che avevo scelto come programma per la mia vita di sacerdote. Quando sono arrivato in Lituania, la prima settimana l’ho trascorsa a Vilnius per sbrigare le questioni burocratiche per i permessi e i documenti. Quando mi hanno accompagnato nel Santuario della Divina Misericordia, e ho visto il quadro originale, mi sono commosso e ho pianto di gioia: la Misericordia di Dio è viva, e io stesso ne ho fatto esperienza!”.
Don Ryan augura di imparare a conoscere profondamente la cultura e le tradizioni del popolo lituano, di cui ha molta stima e rispetto. Spera di riuscire ad inserirsi nel contesto della Chiesa lituana come salesiano sacerdote, attraverso la testimonianza della vita salesiana in comunità e il servizio generoso e disinteressato ai giovani. Anche a lui lo accompagniamo con il nostro ricordo fraterno nella preghiera. E attendiamo di poter presto scrivere novità sui loro progressi e sulle loro attività salesiane in Lituania.
Don Alessandro Barelli

Vilnius – Giubileo per i 30 anni della parrocchia di san Giovanni Bosco

In questo 2020 si è ricordato non solo il giubileo per la festa della rinnovata indipendenza della Lituania l’11 marzo. Esattamente il giorno dopo che la Lituania è risorta, l’allora arcivescovo di Vilnius Julijonas Steponavicius firmava il decreto di erezione canonica della nuova parrocchia, nel quartiere di Lazdynai alla periferia di Vilnius, dedicata a san Giovanni Bosco. Dunque quest’anno il 12 marzo ricorrevano i 30 anni della parrocchia affidata ai salesiani. Le celebrazioni si sono spostate alla domenica seguente, 15 marzo. Senza poter prevedere che sarebbe stato l’ultimo giorno di messe pubbliche, prima della pausa forzata dovuta alla quarantena per limitare il contagio del coronavirus. In clima di moderazione e riflessione per il pericolo incombente, ci si è limitati a festeggiare spiritualmente con la celebrazione solamente della santa Messa, una in lituano e una in polacco, presiedute entrambe dall’arcivescovo metropolita di Vilnius, Gintaras Grusas. Hanno concelebrato tutti i sacerdoti salesiani della comunità di Vilnius insieme ai sacerdoti della comunità di Telsiai. Nella sua omelia, il pastore della diocesi ha sottolineato l’importanza che una parrocchia ha nella vita della chiesa locale, sia nei momenti di festa che in quelli di prova: la parrocchia è un punto di riferimento per i fedeli, che spesso possono sentirsi smarriti. Lo scopo della festa per il giubileo dei 30 anni, era quello di far percepire a tutti gli abitanti, che la parrocchia non è una UAB e nemmeno un ufficio di distribuzione di servizi religiosi. La parrocchia è innanzi tutto una famiglia, al cui centro c’è Cristo. È una casa in cui ognuno si sente accolto. È un luogo in cui pregare e lavorare a servizio degli altri, non da soli, ma in comunità. Le due liturgie della Messa sono state animate dai vari gruppi presenti ed operanti nella parrocchia, nello stile salesiano: catechisti, ragazzi, gruppi di preghiera, cori, animatori, giovani, cresimandi… Al termine delle due Messe, i salesiani hanno fatto dono a tutti i parrocchiani di una immaginetta con raffigurato san Giovanni Bosco, come patrono della parrocchia, con un invito ad intercedere affinchè la benedizione di Dio ci accompagni anche nei lavori futuri. All’arcivescovo metropolita i salesiani hanno fatto dono di un quadro raffigurante san Giovanni Bosco e san Giovanni Paolo II sotto il crocifisso, con l’augurio al loro pastore G. Grusas di sentire sempre l’aiuto potente di questi due santi patroni nel servizio alla Chiesa di Dio. Si prevede di trasferire al futuro prossimo altre iniziative per festeggiare questo bel giubileo. La parrocchia resta presente per Dio e per la gente…

(don Massimo Bianco SDB)

Lituania – Don Bosco ritorna anche a Telšiai

Arriva da Telšiai (Lituania) la notizia della celebrazione della festa di don Bosco insieme ad un breve racconto di quelle che sono le attività in corso nelle case salesiane lituane.

Che ne dite, cari amici, se facciamo sentire anche noi la nostra voce, noi fratelli più lontani, ma non fuori casa?

Vi comunichiamo innanzitutto la nostra gioia per il recente arrivo dei due giovani missionari d. Oliver e d. Alexis, ai quali si aggiungerà a breve d. Hermann. In questo modo la nostra comunità (seppur non ancora canonicamente eretta) rappresenta tutti i continenti: Europa (Piercarlo e d. Rino), Asia (d. Oliver, Filippine), America (d. Alexis, Argentina) e Africa (d. Hermann, Ruanda).

Anche noi abbiamo celebrato la festa di don Bosco e ci pare di aver suscitato interesse tra i giovani ed entusiasmo tra educatori e fedeli. Pensate che l’urna di don Bosco è giunta in questa città e nella scuola in cui ora lavoriamo ben prima del nostro arrivo. Era il 13-15 marzo 2014: una festosa processione di oltre 600 giovani, preceduta dalla banda musicale di 50 giovani suonatori, è sfilata dalla scuola alla cattedrale, dove è entrata al suono di “Giù dai colli”.

Anche in questo mese il nome di don Bosco è risuonato festosamente nella città di Telsiai e in particolare nella scuola Borisevicius e nella parrocchia dell’Assunta, l’unica in tutta la diocesi ad avere un altare dedicato al padre e maestro dei giovani. Tra le iniziative più coinvolgenti e incisive c’è stata la testimonianza di un oratoriano di Volpiano, ormai affermato chef e volto noto della televisione lituana, che ha trasmesso ai giovani del liceo la passione e l’importanza dell’oratorio salesiano nella sua (e per la loro) vita. Il culmine dei festeggiamenti si è raggiunto con la conclusione solenne della novena dedicata a don Bosco proprio nella parrocchia dell’Assunta, in cui ci è stata data ampia possibilità di far appassionare al carisma del santo di giovani.

Crediamo che don Bosco stesso abbia preparato l’ingresso dei suoi figli in questa città, capitale della Samogizia, regione nord-occidentale della Lituania e ultima terra d’Europa a ricevere il battesimo. Per questo speriamo che qui abbia presto inizio una primavera per la nostra missione tra i giovani.

La nostra presenza è attiva principalmente in una scuola statale d’indirizzo cattolico, che comprende l’intero ciclo scolastico, dalle elementari alla maturità, con un totale di 630 allievi e di 56 docenti alla maturità, con un totale di 630 allievi e di 56 docenti. Qui il lavoro di animazione è ampio e promettente. Ad esso si aggiunge quello pastorale in parrocchia e sul territorio e, in prospettiva, quello oratoriano.

Questo breve flash ci faccia sentire vicinanza e solidarietà: condividiamo spirito e ideali e tutto questo per il bene dei giovani.

Dall’altra parte del mondo…ma sempre a casa!

Don Alexis Garro e don Oliver Bautista sono partiti per la Lituania dove presteranno il loro servizio apostolico. Nelle parole di don Fabio Mamino, incaricato dell’Animazione Missionaria ispettoriale, si riporta un loro breve profilo ed il significato più profondo con cui leggere questa storia da vivere insieme.

Sono partiti mercoledì 15 gennaio in direzione Lituania. Don Alexis Garro e don Oliver Bautista hanno “preso il volo” che realizza nella loro vita quella croce missionaria ricevuta a settembre. E’ il loro “Amen” al battesimo, alla vocazione salesiana, all’ordinazione sacerdotale… quanti doni ricevuti dal Cielo, quanta voglia di metterli a disposizione con la propria vita, per sempre, ai popoli del mondo, anche i più lontani.

Davvero non si possono ignorare le distanze, perchè la Lituania è situata in una sorta di metà strada fra i loro paesi di provenienza (Argentina e Filippine): soltanto la voce di don Bosco poteva proporre quelle che noi chiameremmo “cose impossibili”, lui che a sua volta ha saputo intraprenderle sotto la guida di una Maestra..

Dopo qualche giorno a Vilnius, per motivi anche burocratici, sono da qualche giorno arrivati finalmente a Telsiai, ultimo avamposto della nostra ispettoria in territorio baltico.

Riportiamo una loro breve presentazione biografica, li accompagniamo con la preghiera affinchè possano rendersi umili, forti e robusti nel campo in cui sono chiamati a realizzare l’opera educativa salesiana.

Don Olivier Bautista

La casa è dove si trova il cuore! Parañaque è la mia città dove sono cresciuto, ho studiato in una scuola francescana e sono diventato un catechista giovanile nella nostra parrocchia e santuario salesiano dedicato a Maria Ausiliatrice. Parañaque è stato anche il luogo in cui ho studiato teologia e sono stato ordinato il 7 aprile 2018, vigilia della Domenica della Divina Misericordia.

Prima di diventare aspirante, mi sono laureato presso l’Università delle Filippine-Manila con una laurea in biologia. Poi, come salesiano, mi è stato chiesto di intraprendere studi di pedagogia e di conseguire due masters of arts in filosofia con specializzazione in metafisica e cosmologia di Teilhard de Chardin all’Università di Santo Tomas e teologia presso il Centro Studi Don Bosco con specializzazione in Sacro Scritture, in particolare sul dialogo tra filosofia ellenistica e antica teologia cristiana.

Ringrazio la prima ispettoria, Filippine Nord (FIN), per l’opportunità di studiare non solo libri ma anche esperienze di vita.

Il mio tentativo di essere un missionario ora, penso sia dovuto alla figura di don Carlo Braga. Quando ero un aspirante, avevo l’incarico di pulizia del cimitero in cui si trova la sua tomba. L’albero che ho piantato vicino alla sua tomba è ancora lì e ora porta fiori. Non l’ho mai incontrato, perché è morto prima che io nascessi, ma l’eredità che ha lasciato ha sostenuto le opere in Cina e nelle Filippine anche nei momenti più difficili.

Ero presente, da giovane salesiano tirocinante, quando fu aperta l’inchiesta diocesana sulla causa della beatificazione il 30 gennaio 2014, nell’arcidiocesi di San Fernando, Pampanga.

Quanto a me, il discernimento per diventare un missionario salesiano, è stato lungo: non ho mai scritto in nessuna delle mie precedenti lettere il desiderio di andare in missione, l’ho condiviso solo al mio direttore spirituale e ai miei più cari amici salesiani. Durante la mia formazione iniziale, sono convinto che la mia missione sia quella di permettere a Dio di formare in me il salesiano che Lui vuole che io sia.  Sono molto contento dei miei anni di formazione e il lavoro con i giovani nella scuola, nella parrocchia e nella casa di formazione.

Quando ero studente del primo anno di teologia andai in Vietnam, con una breve sosta in Cambogia, per insegnare inglese per due mesi. Fu qui che iniziai a discernere più seriamente la mia vocazione missionaria salesiana. Lavorare con i nostri fratelli vietnamiti ed essere accompagnato dai nostri missionari salesiani e guide spirituali mi ha aiutato a discernere la chiamata ad essere un missionario salesiano ad gentes, ad exteros, ad vitam. Tutte queste esperienze, dopo molta preghiera a Maria Ausilatrice e Don Bosco, e dopo essermi consultato con le mie guide spirituali, confessori, mentori e superiori, mi hanno portato ad esser disponibile per le missioni dopo il mio primo anno di sacerdozio. Sono entrato a far parte della 150ª spedizione missionaria salesiana e sono stato inviato in Lituania.

Credo sempre che ognuno di noi abbia una missione e ognuno di noi sia una missione. La missione è un dono e una responsabilità, ma soprattutto è una relazione tra Colui che invia e colui che è inviato. Il frutto di questa relazione è la santità, una santità quotidiana che dà senso alla propria vita e alla vita degli altri. Chiedo le vostre preghiere e vi assicuro le mie.

Don Alexis Garro

Sono nato in Argentina, il 28 di febbraio del 1989, nella città chiamata “San Luis”. Come quarto di cinque figli, sono cresciuto in una famiglia ricca di diverse personalità, ma soprattutto molto unita nelle difficoltà. Personalmente, la mia “piccola e grande difficoltà” l’ho vissuta a 14 anni, quando ho dovuto lasciare la mia scuola per “comportamento molto cattivo”… fu in quell’occasione, all’apparenza drammatica, che ho incontrato in un colpo solo un nuovo volto di Dio, i salesiani e ho trovato anche la missione.

Con l’opportunità di entrare in una scuola salesiana (l’unica scuola disposta ad accettarmi in quel momento), ho iniziato un bel cammino di nuove amicizie, con una nuova immagine di Dio, un’esperienza nella quale potevo “dare sempre il meglio di me”.

E fu a partire di lì che iniziò il mio cammino per entrare nella Congregazione salesiana, portando nel cuore un proposito di base: essere missionario, cioè condividere tutto quello che ho sperimentato e dare ciò che ho ricevuto senza limiti, proprio come altri hanno fatto con me.

Con quella semplicità, quella radicalità, mi sono offerto alla missione ad gentes, ad exteros ad vitam, perché mi scopro sempre bisognoso di continuare imparando degli altri, di incontrare senza limiti il “Dio delle seconde opportunità”, ma – soprattutto – mi sento bisognoso di continuare a sperimentare Dio così come mi apparve, attraverso tutti, specialmente nella vita e nella storia di ogni giovani, donando pienezza, nella missione per far felice gli altri.

La preghiera quotidiana sul tema della santità

Un successo il Centro Estivo a Vilnius

Anche a Vilnius, in Lituania, è tempo di Estate Ragazzi con la passione di don Bosco, come racconta direttamente don Alessandro Barelli.
“Possiamo essere tutti amici di Gesù qui in terra e in Paradiso. La santità è a portata di tutti!”. Così l’8 di luglio è iniziato il Centro Estivo nell’oratorio della parrocchia di san Giovanni Bosco a Vilnius, in Lituania. Le tre settimane, concluse il 26 luglio con una grande festa, hanno visto l’iscrizione di ben 486 bambini e adolescenti, che nei giorni lavorativi letteralmente “riempivano” tutti gli ambienti della casa salesiana. La frequenza quotidiana era di 280 bambini. Tre salesiani a tempo pieno, 32 animatori, alcuni genitori disponibili ad aiutare: questa la comunità educativa impegnata non solo ad occupare il tempo libero estivo, ma anche a fornire valori di base per molti che altrimenti non metterebbero mai piede in chiesa. La fiducia dei genitori verso la comunità educativa salesiana locale si è notata anche nei vari segni di riconoscenza manifestati al termine delle attività: regalini, bigliettini di ringraziamento, offerte per l’oratorio.
La preghiera quotidiana sul tema della santità

La preghiera quotidiana sul tema della santità

Le attività si svolgevano quattro giorni alla settimana presso la casa salesiana, per poi spostarsi in un parco cittadino di Vilnius per la gita di un giorno. In casa i bambini si dedicavano ai grandi giochi per fasce di età, e ai laboratori sportivi, canori e di attività manuali. Al termine della giornata vi era sempre un momento di preghiera e riflessione legato al tema della Strenna 2019 “La santità è per tutti”: ogni giorno l’incaricato dell’oratorio presentava la vita e l’esempio di una santo diverso. Molto successo hanno riscontrato san Tarcisio, santa Lucia, san Filippo Neri e naturalmente san Giovanni Bosco… Un gelato gratuito per tutti concludeva la giornata.
Per le gite, alla scarsità delle risorse a disposizione si è provveduto con l’inventiva: le tre gite si sono svolte non con autobus noleggiati, ma con i mezzi pubblici di linea (ovviamente dividendo i bambini su linee diverse). Al lago, al fiume, con tanto chiasso, tanta gioia e l’acqua gelata… 
Sono già 17 anni che durante il mese di luglio si svolge il centro estivo presso la casa salesiana di Vilnius, e anche senza tanta pubblicità esteriore, sono moltissime le famiglie che mandano i propri figli, e che poi restano legate all’opera e all’oratorio anche durante l’anno scolastico. (don Alessandro Barelli SDB)
Nel fiume Vilnele, con l'acqua fredda

Nel fiume Vilnele, con l’acqua fredda

Gita al parco. Tutti in fila!

Gita al parco. Tutti in fila!

Salesiani Lituania: don Alessandro Barelli nominato Direttore Nazionale delle Pontificie Opere Missionarie in Lituania

Da Vilnius, giunge la notizia della nomina del salesiano don Alessandro Barelli a Direttore Nazionale delle Pontificie Opere Missionarie in Lituania, da parte del prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, card. Fernando Filoni.

La nomina è avvenuta il 28 giugno e ha una durata di 5 anni.

Don Barelli sarà il primo a rivestire l’incarico di Animatore Missionario Nazionale, coordinando il lavoro nelle 8 diocesi della Lituania. Un’attenzione speciale avrà la celebrazione del mese missionario straordinario di Ottobre 2019.

Don Alessandro Barelli è nato a Torino l’11 febbraio 1969. Nel 1989 ha emesso i primi voti come salesiano di don Bosco, e nel 1997 è stato ordinato sacerdote. Dal 1998 è stato inviato come missionario in Lituania, dove attualmente risiede. Dal 2004 ha anche la cittadinanza lituana.
Oltre il nuovo incarico affidatogli, continuerà a lavorare come parroco della parrocchia san Giovanni Bosco di Vilnius, incaricato dell’oratorio e redattore del Bollettino salesiano in lingua lituana.

Nuova presenza in Lituania

Un nuova presenza salesiana in Lituania, nella città di Telsiai. Lo racconta con passione il sig. Piercarlo Manzo, salesiano coadiutore che, partito dal Piemonte, sta spendendo la sua vita da missionario in quella terra:

Il nome di Don Bosco torna a risuonare in Zemaitija, dove certo non è nuovo. In anni non lontani infatti per alcune estati gruppi di volontari italiani hanno animato le stovyklos per ragazzi a Telsiai e il passaggio delle reliquie del santo dei giovani è stato preparato e accolto con grande entusiasmo e sincera devozione e partecipazione. Inoltre in tutta la Samogizia non sono certo pochi i lettori e i diffusori del nostro Bollettino salesiano. Ma la novità sta nel fatto che dal settembre scorso due confratelli della nostra comunità salesiana di Vilnius risiedono stabilmente nella capitale della Zemaitija, a Telsiai, per permettere al carisma di don Bosco di raggiungere maggiormente tanti ragazzi e giovani.
Di quest’opportunità noi salesiani siamo riconoscenti ai vescovi Jonas Boruta e Kestutis Kevalas, che ci hanno invitato e incoraggiato e che hanno lavorato il terreno, perché davvero ci sentissimo a casa in una terra ancora tutta da conoscere, ammirare ed amare. Concretamente la collaborazione con la diocesi si esprime principalmente nel lavoro pastorale ed educativo all’interno della scuola statale d’ispirazione cattolica intitolata al vescovo Vincentas Borisevicius di Telsiai. La scuola è nata 27 anni fa, quando la Lituania era ad un passo dalla proclamazione d’indipendenza. Ora conta oltre 600 allievi dalla prima alla dodicesima classe e un collettivo di circa 50 insegnanti, a cui si affiancano vari altri operatori sociali. Fin dagli inizi non è mai mancata l’assistenza spirituale di un cappellano, seppur esso impegnato in vari altri incarichi diocesani.
Ai due confratelli sono stati affidati incarichi diversi nel progetto formativo della scuola: a don Francesco Ky, sacerdote vietnamita da circa 5 anni, il ruolo di cappellano e di animatore spirituale a tempo pieno per l’intera comunità scolastica e a Piercarlo Manzo, religioso italiano da circa 26 anni, quello di insegnante di storia ad alcune classi. Entrambi hanno accolto e svolgono queste responsabilità sono segno del grande amore a Don Bosco e della grande fiducia accordata alla sua congregazione e si sentono costantemente incoraggiati dall’accoglienza benevola e cordiale da parte della direzione della scuola e degli insegnanti; questi infatti non perdono occasione per consigliarli, coinvolgerli, farli sentire benvenuti. I nostri due confratelli possono confermare che le braccia aperte del vescovo Borisevicius, scelte dagli allievi come stemma della scuola, esprimono bene il clima di accoglienza che si respira varcando la soglia tutte le mattine prima delle 8. Tra gli allievi prevale il rispetto e l’amicizia, tra gli insegnanti la collaborazione e la condivisione.
Tanto la Curia vescovile che il ginnasio Vincentas Borisevicius di Telsiai, culle per questa nostra nuova timida presenza in Lituania, sembrano infatti, a loro insaputa, ribadirci la strenna del nostro rettor maggiore don Angel Fernandez Artime per quest’anno pastorale: Siamo famiglia! Auguriamo a don Francesco e a Piercarlo che questo sia anche l’obiettivo costante del loro lavoro: far sentire sempre più la scuola come famiglia, in cui allievi, insegnanti, educatori e genitori s’incontrano, camminano e crescono insieme.