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150 anni di speranza: la missione continua

Notizia a cura di Missioni Don Bosco.

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L’11 novembre 2025 a Valdocco, il cuore vivo della spiritualità salesiana, si è rinnovato un gesto che ha cambiato la storia. Esattamente 150 anni fa, l’11 novembre 1875, Don Bosco annunciava la prima partenza missionaria verso l’Argentina dalla Basilica di Maria Ausiliatrice. Quell’abbraccio, carico di fede e commozione, segnava l’inizio di un’avventura che avrebbe portato la speranza salesiana fino agli angoli più remoti del mondo.

Quella partenza non fu solo un viaggio oltre l’oceano: fu l’espressione concreta del sogno di Don Bosco, che voleva portare ai giovani di ogni continente la possibilità di una vita piena, fondata sull’amore, sull’educazione e sulla fede. I dieci salesiani che lasciarono Torino diretti in Argentina erano giovani, pieni di entusiasmo, portavano con sé il metodo educativo del loro fondatore.

Da quel giorno, la missione salesiana si è diffusa fino a raggiungere 137 Paesi, diventando un’unica grande famiglia di educatori e missionari, impegnati a trasformare le periferie del mondo in luoghi di crescita e speranza.

Questo anniversario non è solo un traguardo da ricordare, ma un punto di partenza per guardare al futuro. In un secolo e mezzo di storia, le missioni salesiane hanno attraversato crisi, guerre, carestie e profondi mutamenti sociali. Eppure, non hanno mai smesso di incarnare l’intuizione del loro fondatore: garantire istruzione ed educazione ai giovani più vulnerabili, ma anche una comunità che li accompagni nella vita. Scuole, centri di formazione, oratori e parrocchie: ogni opera salesiana, in ogni parte del mondo, continua a scrivere questa straordinaria storia d’amore per i giovani.

11 novembre 2025: una nuova chiamata

Quest’anno, nello stesso giorno e nello stesso luogo dove tutto ebbe inizio, Valdocco è tornato a essere teatro di una nuova partenza missionaria salesiana, segno vivo di una storia che continua a generare speranza. Là dove Don Bosco sognava con i suoi ragazzi, riecheggeranno ancora parole di fede, di dono e di invio. È stato un momento di intensa commozione, in cui la Famiglia Salesiana di tutto il mondo si è unita simbolicamente attorno a quei giovani che oggi, come ieri, scelgono di rispondere “Sì” a Dio e ai giovani più poveri.

Durante la celebrazione della nuova spedizione missionaria (in diretta su YouTube), diciannove missionari hanno ricevuto la croce di cuoio, segno del loro mandato e simbolo della consegna che Don Bosco fece ai suoi primi partenti. Le loro destinazioni — Mongolia, Thailandia, Cambogia, Mozambico, Sud Sudan, Brasile e Cile — raccontano la vitalità e l’attualità del carisma salesiano, che continua a spingersi là dove ci sono giovani da amare, da educare, da far crescere nella fede. Ogni Paese rappresenta una sfida e una promessa: nuove terre di missione dove la presenza salesiana semina fraternità, educazione e speranza, costruendo ponti di pace e comunità vive.

Un video racconto per rivivere la prima missione in Argentina

Per celebrare questo grande anniversario, Missioni Don Bosco ha realizzato un video racconto dedicato alla prima partenza missionaria in Argentina e all’opera salesiana attuale nella prima terra di missione.

Il racconto, arricchito da immagini storiche, luoghi sacri della salesianità, paesaggi meravigliosi della Terra del Fuoco e testimonianze di salesiani, educatori, formatori e animatori, restituisce tutta la forza di quella partenza che ha dato origine a una missione mondiale. È un viaggio nel tempo e nello spirito, alla scoperta delle origini di un sogno che, da Torino, ha saputo attraversare culture e generazioni.

Un racconto che vuole accompagnare lo spettatore nel cuore del carisma salesiano. Un ponte tra passato e futuro: un modo per dire che il sogno di Don Bosco non si è mai fermato, ma continua a viaggiare, a parlare, a generare vita!

Corsa dei Santi il 1° novembre 2025, atleti per la Pace: attivo il numero per gli SMS solidali

Si riporta di seguito il Comunicato Stampa di Missioni Don Bosco.

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Giubileo a Roma: atleti per la Pace

Il progetto di Missioni Don Bosco “Educazione per tutti” a Calcutta

Nel cuore del Giubileo 2025, la Corsa dei Santi torna a Roma come segno di speranza e impegno. Non è soltanto una manifestazione sportiva, ma un gesto corale di festa e solidarietà, un’occasione per ribadire pubblicamente il desiderio di Pace in un tempo segnato da troppe guerre e divisioni.

La Corsa dei Santi parte da piazza San Pietro e termina lì dopo 10 km di tracciato. Ogni anno sostiene un progetto di Missioni Don Bosco. Nel 2025 i riflettori si accendono sui bambini di Howrah e Calcutta, nel Bengala Occidentale, dove i salesiani realizzano il programma “Educazione per tutti”. Ventuno scuole di strada accolgono oltre 760 bambini che vivono nelle baraccopoli, mentre altri 2.500 ricevono orientamento, supporto psicologico e assistenza sanitaria di base. L’obiettivo è restituire loro dignità, istruzione e futuro.

Per la raccolta delle donazioni è attivo il numero per gli SMS solidali 45589.

La Corsa dei Santi è organizzata dalla Società sportiva Acsi Italiatletica nella persona del presidente Roberto Debenedittis su licenza della Prime Time Promotions. Alla conferenza stampa saranno presenti gli atleti Andy Diaz (bronzo olimpico nel salto triplo) e Stefano Oppo (8 medaglie europee nel canottaggio) testimonial della Corsa insieme con Sofia Goggia (campionessa olimpica nella discesa libera, vincitrice di quattro Coppe del Mondo e di due medaglie mondiali) e con Gregorio Paltrinieri (campione europeo in carica nella 5 km stile libero).

Missioni Don Bosco: Concerto di Natale in Vaticano 2024

Si riporta di seguito il Comunicato Stampa di Missioni Don Bosco del 14 dicembre 2024.

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Concerto di Natale in Vaticano 2024

All’Auditorium della Conciliazione gli artisti cantano per “il futuro”

Coinvolti da Missioni Don Bosco per dare voce ai minori vulnerabili
Due progetti esemplari dei salesiani in Nigeria e in Ucraina

All’insegna della dichiarazione “il futuro è la nostra missione”, la Onlus radicata nella Casa Madre dei salesiani a Torino Valdocco, Missioni Don Bosco, invita il pubblico televisivo a seguire il 32° Concerto di Natale in Vaticano che sarà trasmesso da Canale 5 la sera del 25 dicembre in prima serata, con replica il 26.

Numerosi i cantanti italiani e stranieri che hanno accolto la proposta di esibirsi per l’appello solidale a inviare SMS solidali al numero 45594 a sostegno di due fra i numerosi progetti nel mondo che vanno incontro ai minori, soprattutto a quelli più ostacolati nella loro crescita affettiva e intellettiva.

Sul palco dell’Auditorium della Conciliazione a Roma salgono anche due testimoni diretti:

  • p. Linus Onyenagubo, responsabile accoglienza rete “Bosco Boys” in Nigeria
  • p. Mykhaylo Chaban, responsabile della comunità salesiana dell’Ucraina

intervistati da Federica Panicucci, amabile guida della serata.

È la prima volta che Missioni Don Bosco propone agli spettatori del Concerto di Natale di aiutare due particolari progetti, fra le centinaia in atto in tutto il mondo (i salesiani sono in 136 Paesi), che risultano esemplari degli interventi, secondo la pedagogia di Don Bosco, a favore dei minori più vulnerabili dal punto di vista fisico e psicologico.

Il Concerto di Natale gode del patrocinio della Fondazione Cultura per l’Educazione, del Dicastero Vaticano per la Cultura e l’Educazione.

I numerosi artisti, di prestigio nazionale e internazionale, sono stati ricevuti in udienza privata dal Santo Padre questa mattina.

 

Missioni Don Bosco: l’impegno dei salesiani per i più poveri fra i giovani in Argentina

Si riporta di seguito il Comunicato Stampa di Missioni Don Bosco del 4 novembre 2024.

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Viaggio di Missioni Don Bosco nella prima metà di novembre

Tra storia e attualità, l’impegno dei salesiani per i più poveri fra i giovani in Argentina

La delegazione prepara il terreno alla celebrazione dei 150 anni dalla prima partenza missionaria
diretta alla capitale sudamericana. L’aiuto ai migranti italiani e l’evangelizzazione ai confini del mondo

Arriva oggi in Argentina la delegazione di Missioni Don Bosco Onlus, guidata dal presidente don Daniel Antùnez, per incontrare i salesiani e i loro collaboratori in quattro importanti località: Buenos Aires, Rio Grande, Viedma e Ushuaia.

L’iniziativa costituisce l’avvio di una ricerca di informazioni e di documentazione audio-video in relazione all’arrivo in Argentina dei primi salesiani nel 1875. Fu lo stesso Don Bosco a destinare lì il primo gruppo dei suoi missionari, seguendo l’impegno della Congregazione da lui fondata a occuparsi di giovani in tutto il mondo, soprattutto di quelli nelle situazioni più difficili anche nei territori più lontani da Torino. Rispondendo inizialmente alla richiesta delle autorità civili e religiose di sostenere spiritualmente gli italiani in Sud America, i suoi giovani collaboratori pre-sto si resero conto dell’importanza di evangelizzare la vasta regione della Patagonia.

Guidati da uno dei più fedeli protagonisti dell’oratorio di Valdocco, Giovanni Cagliero, la presenza salesiana si spinse sempre più a Sud, fino a raggiungere la fin del mundo, come usualmente viene definita l’estremità del cono sudamericano che si affaccia sull’Antartide. Missioni Don Bosco calcherà i principali percorsi di quei pionieri per leggere con gli occhi di oggi il passato eroico di decine e centinaia di missionari, alcuni dai quali hanno lasciato un’impronta riconosciuta anche sul piano civile e culturale. La delegazione cercherà gli elementi che permettano di valorizzare in Italia la ricorrenza dei 150 anni dalla prima partenza missionaria, in considerazione anche dei forti legami fra Argentina e Italia che tuttora persistono attraverso i numerosissimi discendenti dei nostri migranti.

Quello della delegazione di Missioni Don Bosco non sarà solo un viaggio che guarda al passato: fedele al suo mandato di sostegno i progetti di sviluppo, incontrerà gli attuali responsabili dei vari interventi educativi realizzati sia attraverso le scuole (la più prestigiosa fra quelle visitate, è la Scuola tecnico agraria di Rio Grande, dove fu direttore lo stesso don Antùnez) sia attraverso le presenze significative nei quartieri della vasta periferia della capitale (come nella baraccopoli di Villa Itati dove la povertà assume molteplici valenze). Le tappe sono segnate dal valore sociale della presenza salesiana, arricchita in Argentina dalla forte corresponsabilità di donne e uomini laici, ma anche da ciò che hanno lasciato le persone più eminenti sul piano della santità, come Ceferino Namuncurà, Laura Vicuña e Artemide Zatti.

Non marginale sarà infine l’attenzione di Missioni Don Bosco ai percorsi del giovane Jorge Bergoglio, che con la sua famiglia e poi in autonomia frequentò i luoghi salesiani di Buenos Aires, maturando la sua vocazione e facendosi permeare dello spirito gioioso e intraprendente dei maestri di spiritualità che lì incontrò.

Il viaggio verrà documentato sui social di Missioni Don Bosco, Facebook Instagram.

 

Il 1° novembre torna la Corsa dei Santi

Da Roma Sette.

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Si corre venerdì 1° novembre a Roma la “Corsa dei Santi”, arrivata alla XVI edizione. 4mila i runner iscritti, da 53 nazioni. Percorreranno 10 chilometri che li porteranno da piazza Pio XII – dove il ritrovo è per tutti alle 8 – ai luoghi più significativi della città, dal Colosseo ai Fori Imperiali, fino ad arrivare in piazza San Pietro, per ricevere, al termine dell’Angelus, la benedizione di Francesco.

Il progetto associato a questa edizione è promosso da Missioni Don Bosco e si intitola: “Subito in campo per ripartire”. Si può contribuire inviando un sms solidale al numero 45594, attivo fino al 5 novembre.

Il progetto è destinato alla realizzazione di una infrastruttura sportiva a Leopoli, in Ucraina: si prevede di ristrutturare un campo di calcio del centro Don Bosco di Leopoli. La struttura  sarà utilizzata dai circa 600 giovani, tra cui 70 bambini e ragazzi, accolti nella casa famiglia Prokova, di età compresa tra i 6 e i 19 anni. Si tratta di orfani o minori sfollati dalle zone più colpite della guerra. A beneficiare del campo di calcio saranno anche 45 ragazzi che hanno subito lesioni agli arti a causa del conflitto. «Il 45594 non è solo un numero. Dietro quel numero ci sono delle persone, i volti di bambini e di ragazzi che chiedono un segno di speranza», dichiara presentando l’iniziativa don Daniel Antùnez, presidente di Missioni don Bosco.

A gareggiare con il pettorale numero 1 sarà la primatista italiana di maratona Sofia Yaremchuk, una degli atleti di elite in gara.

Questa manifestazione – commenta – è un messaggio di sport e solidarietà in un periodo così tragico che sta vivendo la mia Ucraina e la mia Leopoli, città nella quale sono nata e sono cresciuta. Fa male sentire le cose terribili che sta vivendo il mio popolo a causa della guerra. E il pensiero va soprattutto ai bambini che hanno diritto di futuro, hanno diritto di vivere liberi e felici. Grazie allo sport possono crescere migliori perché lo sport apre porte e unisce le persone».

 

Missioni Don Bosco: a Roma per la solidarietà con un popolo martoriato

Si riporta di seguito il Comunicato Stampa di Missioni Don Bosco del 25 ottobre 2024.

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Corsa dei Santi, 1° novembre 2024

Il progetto di Missioni Don Bosco “protegge la speranza” in Ucraina.
Conferenza stampa mercoledì 30 ottobre in Campidoglio alle ore 11

Il progetto che dal 2008 accompagna l’annuale impegno agonistico dei partecipanti alla Corsa di Santi che si svolge a Roma il 1° novembre, quest’anno ha per obiettivo la cura e lo sviluppo del centro sportivo Pokrova che i salesiani hanno aperto nel distretto di Lychakiv a Lviv, in Ucraina.

Tra i beneficiari degli interventi ci sono i giovani residenti nell’area del quartiere ma ad essi si aggiungono gruppi di atleti molto “speciali”:

  • i quasi 70 ospiti della casa-famiglia che vivono nella struttura salesiana;
  • i circa 300 allievi della scuola di calcio che si è sviluppata con buoni risultati;
  • i 180 allievi della scuola professionale Don Bosco;
  • 45 giovani e adulti con lesioni agli arti che seguono un percorso riabilitativo.

La parola Pokrova in ucraino significa soccorso e deriva dal nome della chiesa affidata ai salesiani dopo la caduta del Muro di Berlino dedicata alla “Madonna che protegge”. Nello spirito di Don Bosco, questa protezione riguarda soprattutto le nuove generazioni le quali, purtroppo in maniera più marcata dopo l’estendersi del conflitto armato, necessitano di un supplemento di energie.

Alla Conferenza Stampa che mercoledì 30 ottobre alle ore 11.00 si terrà in Campidoglio a Roma, nel Palazzo Senatorio, in piazza del Campidoglio, Missioni Don Bosco presenterà ai giornalisti il dettaglio del progetto. A integrare quanto esprimerà il presidente di questa Onlus, don Daniel Antùnez sulle ragioni del coinvolgimento dei benefattori italiani in questo progetto, sarà presente il missionario ucraino padre Michajlo Czaban.

 

Missioni Don Bosco: la condizione delle famiglie ucraine a “I viaggi del cuore” domenica 7 luglio

Si riporta di seguito il Comunicato Stampa di Missioni Don Bosco.

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Ufficio Stampa Missioni Don Bosco,
27 Giugno 2024

Testimonianza di padre Antúnez di Missioni Don Bosco

La condizione delle famiglie ucraine a “I viaggi del cuore” domenica 7 luglio
Due visite di solidarietà per raccogliere le speranze profonde degli orfani, delle vedove,
dei mutilati di guerra, degli sfollati

Uno sguardo partecipe sulla situazione delle famiglie ucraine è il contenuto dell’intervento di padre Daniél Antúnez, presidente di Missioni Don Bosco, nel programma “I viaggi nel cuore” in onda domenica 7 luglio alle ore 8,50 su Canale 5.

Dopo aver visitato Lviv (Leopoli) nella settimana successiva all’inizio della seconda invasione russa del 2022, è tornato la scorsa primavera con una piccola delegazione dei salesiani italiani nella stessa città, e si è spinto fino alla capitale Kiyv sotto i bombardamenti. In entrambi i viaggi, l’obiettivo è stato quello di mostrare la vicinanza morale e fattiva alla popolazione colpita dalla guerra, mediante il sostegno ai confratelli residenti in quel Paese. Per il loro tramite, e in base alle loro rilevazioni dei bisogni, sono stati inviati aiuti umanitari, mirati soprattutto ai minori.

Il ponte fra le due visite è stata l’accoglienza in Italia di un ampio gruppo di donne e di bambini, famiglie prive di casa e con gli uomini al fronte, nella Casa Madre dei salesiani a Valdocco (Torino), nel periodo più pericoloso. Fra gli ospiti anche Victoria, che a maggio del ’22 ha partorito il suo secondo figlio a Torino. È stata una delle permanenze più lunghe, insieme con i suoi genitori (il padre troppo anziano per essere chiamato alla leva militare) e con il primogenito Miror, fino al rientro nel suo Paese nei primi mesi del 2023. Al bambino è stato dato il nome Damir, che significa “dono di pace“.

Ad aprile di quest’anno p. Antúnez ha raggiunto la casa di Victoria a Kiev:

“Questo incontro mi ha aperto il cuore. Una bellissima usanza ucraina è quella di accogliere gli ospiti con del pane, per farli sentire parte della famiglia. E io mi sono sentito così: ci siamo seduti a tavola – in questo gli Ucraini sono molto simili agli Italiani e agli Argentini come me – ed è stato come essere a casa. Malgrado la guerra, malgrado l’ansia per il futuro, abbiamo respirato un’atmosfera di grande serenità e di condivisione”.

Oggi Damir ha due anni, è un bellissimo bambino, vivace e allegro, pieno di vita; suo fratello Miron frequenta la prima elementare. Il padre è tornato al fronte, dopo un breve permesso per conoscere il secondogenito.

Missioni Don Bosco: «In Ucraina siamo militanti per la pace» – Famiglia Cristiana

Si riporta di seguito la notizia apparsa su Famiglia Cristiana.

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«A Leopoli mi ha colpito il cimitero in centro città. Un luogo in cui l’intera comunità può onorare i soldati caduti, ma che è colmo di tombe di giovani. E in città ho visto anche tante persone mutilate dalla guerra».

Queste sono le parole di don Daniel Antúnez, salesiano argentino e presidente di Missioni Don Bosco, che è rientrato da pochi giorni in Italia da un viaggio che lo ha portato a visitare a distanza di alcuni mesi, i progetti dei salesiani in Slovacchia, Polonia e soprattutto in Ucraina.

«Queste missioni sono il segno tangibile: vogliamo essere militanti per la pace in risposta a chi genera guerra e violenza. Le armi e le bombe fanno perdere la dignità umana e non permetto alle persone di riconoscere nell’altro, un fratello».

È potente l’emozione provata da don Antúnez rientrato da Leopoli e Kiev dove Missioni Don Bosco continua a lavorare per portare aiuti e sostengo nel Paese invaso dalla Russia a inizio 2022.

«Dopo il primo soccorso spontaneo con cui abbiamo aperto anche le porte della nostra Casa Madre di Valdocco per ospitare madri con i figli, alcune donne incinte, e pochi uomini lasciati espatriare perché impossibilitati a combattere, oggi occorre assicurarsi dell’efficacia degli aiuti. Noi siamo da oltre due anni operativi nell’organizzazione di mense e nella fornitura di aiuti alimentari ma l’afflusso di beni non deve creare sul posto problemi di stoccaggio e di distribuzione»

spiega don Antúnez. Che aggiunge:

«Nonostante Leopoli sia lontana dai fronti più caldi del conflitto, spesso viene colpita di missili e droni. Anche lì ho avvertito tanta fatica, stanchezza e incertezza su cosa possa succedere non solo domani ma anche oggi stesso».

I salesiani oggi sono un interlocutore diretto per le autorità locali ucraine e per gli sfollati interni della guerra.

«Per questo è potuto nascere un programma immediato di interventi su misura di quanto richiesto dalle comunità – continua il presidente di Missioni Don Bosco -. Come ad esempio, è stato acquistato un furgoncino che i salesiani di Cracovia utilizzano per portare in Ucraina i beni richiesti e per tornare con chi espatria per fuggire. Inoltre, le case sostenute dai salesiani in varie località del Paese come Vynnyky dove abbiamo portato il nostro ex padiglione dell’Expo di Milano e nei Paesi limitrofi sono state convertite in centri per operare i soccorsi, con l’occhio rivolto al “dopo” quando – si spera presto – gli Ucraini potranno tornare a vivere nelle loro città e avranno bisogno di normalità».

Un contributo fondamentale arriva da Vis, l’ong salesiana all’interno della quale operano tanti volontari:

«Abbiamo maturato molta esperienza in zone ad alto rischio come la Siria e il Tigray, dove guerre altrettanto devastanti hanno creato morte e distruzione, e la fuga di milioni di profughi»

fa presente don Antúnez che però si dichiara

«mai davvero pronto davanti all’impressione che desta il dolore delle atrocità legate al combattersi tra uomini. Eppure mi ha colpito la resilienza dei semi di speranza che abbiamo piantato in questi anni. Mi sono emozionato alla visita alla casa-famiglia salesiana di Leopoli, con tanti bambini, la maggior parte dei quali orfani, ma anche della squadra di calcio dei soldati mutilati, la Pokrova calcio che milita nel campionato polacco e la testimonianza di Konstiantyn, il loro capitano, che ha perso la gamba sul fronte e che per sé e per la sua famiglia, cerca nello sport una riabilitazione anche psicologica. E come non citare – ricorda don Daniel – la visita a Mariapolis, un vero e proprio villaggio di container che dà accoglienza, da un anno e mezzo, a circa 950 sfollati, di cui più di 300 minori».

La missione della delegazione salesiana è riuscita a proseguire fino a Kyiv per portare solidarietà alla comunità salesiana che opera in quella zona del Paese.

«Abbiamo raggiunto la capitale e incontrato la piccola comunità salesiana radunata nel santuario di Maria Ausiliatrice nella zona sud est. Qui Missioni Don Bosco ha contribuito alla protezione dei residenti e dei giovani dell’oratorio dai bombardamenti con la costruzione di un rifugio antimissili – spiega don Antúnez  -. Il prossimo progetto che abbiamo riguarda invece l’accessibilità della struttura, dove sono accolte anche persone in condizioni di disabilità fisica e psichica a seguito della guerra. A Kyiv siamo anche riusciti ad incontrare due persone che avevamo ospitato allo scoppio del conflitto a Valdocco e che successivamente erano tornate in Ucraina per stare con le loro famiglie. Erano felici di averci come ospiti a casa loro. Questo incontro mi ha fatto capire nel profondo quando sia importante essere qui, sostenere questa comunità colpita dalla tragedia della guerra, e rimanere in empatia con tutti loro. La nostra vita cristiana ci invita e ci muove a essere vicini a chi soffre, e l’attenzione agli ucraini in questo momento è prioritaria per Missioni Don Bosco. Vogliamo continuare a essere seme di speranza come lo sono le parole del Pontefice che chiede la pace per questo popolo. Se Papa Francesco sarà in condizione di andare in Ucraina di persona, io e tanti altri siamo pronti ad accompagnarlo».

Il presidente di Missioni Don Bosco torna fra gli ucraini per assicurare continuità di aiuto e fratellanza verso la pace

Si pubblica di seguito il Comunicato Stampa di Missioni Don Bosco.

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Comunicato Stampa
4 Aprile 2024

Il presidente di Missioni Don Bosco torna fra gli ucraini
per assicurare continuità di aiuto e fratellanza verso la pace

In questi giorni, a distanza di due anni, don Antúnez
con la nostra fotografa Ester Negro in visita a Lviv, Vynnyky e Kyiv

Si trova in Ucraina una piccola delegazione di Missioni Don Bosco Onlus che (insieme con alcuni responsabili del VIS, l’ong salesiana) porta la vicinanza dall’Italia ai salesiani e ai volontari presenti nel Paese ancora sotto il tiro dell’azione militare russa. È una fraternità che si esprime fin dallo scoppio della guerra in coordinamento con gli altri enti salesiani italiani di solidarietà internazionale.

Due anni dopo il primo viaggio, il presidente don Daniel Antúnez ritorna sul campo, accompagnato dalla fotografa di Missioni Don Bosco Ester Negro. Insieme con il missionario salesiano padre Michajl Chaban, visita i progetti che la stessa Onlus di Valdocco sostiene da prima del 2022: il centro salesiano di Lviv dove si trovano la comunità di accoglienza dei minori senza famiglia e famiglie di profughi in attesa di sistemazione, e il centro sportivo per la riabilitazione dei soldati mutilati. Nella stessa area di Lviv, Missioni Don Bosco visita anche Mariapolis, il villaggio di container che dà tetto da un anno e mezzo a oltre 200 famiglie sfollate, sfidando anche il duro inverno, e Vilniky dove il padiglione utilizzato dai salesiani per Expo 2015 è stato traportato e reso adatto alle attività dell’oratorio.

A seconda delle condizioni belliche, la delegazione potrà poi raggiungere Kiyv per portare solidarietà alla piccola comunità salesiana radunata nel santuario di Maria Ausiliatrice a sud est della capitale. Qui Missioni Don Bosco ha contribuito alla messa in protezione dei residenti e degli ospiti (i giovani dell’oratorio) dai bombardamenti con la costruzione di un rifugio antimissili; il prossimo intervento riguarda l’accessibilità della struttura, dove sono accolte persone in condizioni di disabilità fisica e psichica a seguito della guerra.

Sono stato mosso da diversi motivi per tornare” spiega don Antúnez: “i miei fratelli salesiani, le persone che ancora soffrono gli effetti della guerra, le madri che abbiamo ospitate a Valdocco e che sono tornate in Ucraina. Ma soprattutto si tratta di essere qui, di sostenerli, di rimanere in empatia con tutti loro. La nostra vita cristiana ci invita e ci muove a essere vicini a chi soffre, e l’attenzione agli ucraini in questo momento è prioritaria per Missioni Don Bosco”.

Antonio R. Labanca
Ufficio Stampa Missioni Don Bosco

Torino sulle orme di don Bosco – Famiglia Cristiana

Si riporta di seguito l’articolo apparso su Famiglia Cristiana.

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A Valdocco, il “quartier generale” dove è nata l’avventura educativa del “Santo dei giovani” che oggi continua in 134 Paesi del mondo grazie ai missionari salesiani

Ogni volta che torno sui luoghi di san Giovanni Bosco mi emoziono profondamente.

È incredibile come questo grande santo abbia speso la sua vita per i giovani e gli ultimi portando frutti immensi in tutto il mondo in così poco tempo.

Dinanzi alla sua tomba e a quella di san Domenico Savio percepisco un’aria di grazia, una potenza inaudita e m’immergo nella preghiera più profonda con un cuore colmo di pace e commozione.

Mi sento davvero piccolo dinnanzi a questi due giganti di santità.

Poi a Valdocco, il “quartier generale” della famiglia salesiana, si respira un’aria di internazionalità grazie ai missionari provenienti dai diversi continenti.

Domenica prossima il nostro viaggio ci farà ripercorrere la storia di don Bosco, un energico sacerdote piemontese che dedicò la sua vita all’educazione e all’aiuto dei giovani più svantaggiati, e contemplare l’opera concreta di questo santo, fondatore dell’Ordine dei Salesiani.

In particolare, le missioni che in Italia e all’estero, grazie alla Onlus Missioni Don Bosco e a tanti missionari e testimoni che dedicano la loro vita ai più fragili nei vari Paesi del mondo.

Uno di questi è don Gianni Rolandi, che è stato per anni missionario in Kenya:

«La presenza salesiana nell’Africa dell’Est è iniziata nel 1980», racconta, «io ho vissuto prevalentemente in Kenya, alcuni anni in Tanzania e ho visitato il Sudan e il Sud Sudan. Dall’8 settembre scorso la Tanzania è diventata un’ispettoria autonoma e questo dimostra la grande crescita delle missioni salesiane in questa parte del continente africano.»

Rolandi spiega che l’evangelizzazione in Africa nacque nel 1978 con uno slogan semplice ma efficace: “Don Bosco per l’Africa e l’Africa per don Bosco”.

«Il numero dei giovani all’epoca e anche oggi è impressionante», sottolinea, «quando sono arrivato in Kenya ci siamo dedicati principalmente all’educazione al lavoro con corsi di formazione della durata di tre anni che preparano a svolgere un impiego. È la realizzazione concreta, anche se non l’unica, dello stile di don Bosco per l’Africa. Io ho iniziato la missione a Embu, nell’Est del Kenya, dove c’è una scuola secondaria, e poi ho vissuto tanti anni nella capitale, a Nairobi, nella casa di formazione che prepara gli studenti di Teologia. In questi paesi siamo presenti anche con le parrocchie, gli oratori, i centri giovanili, case che accolgono ragazzi di strada come quelli che arrivano dai villaggi rurali, mentre nel Nord del Kenya, a Kakuma, siamo gli unici che hanno il permesso di vivere nel campo profughi che è uno dei più grandi del mondo, che è arrivato a toccare oltre 200mila presenze, e accoglie rifugiati congolesi, ruandesi, sud sudanesi e somali».

Oggi sono 134 i Paesi nei cinque continenti dove i figli e le figlie di don Bosco, partiti da Torino, hanno portato il suo carisma.

La Onlus Missioni Don Bosco è attiva con oltre quattromila centri tra scuole, istituti di formazione professionale, università e porta aiuto concreto negli Stati più poveri e nelle situazioni estreme.

Ieri come oggi, l’educazione è cosa di cuore e sottolinea perfettamente il carisma di don Bosco e dei salesiani.