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Salesiani Novara – “Don Bosco ritorna!” tutto il San Lorenzo in festa

In onore della festa di Don Bosco, lunedì 31 gennaio all’istituto salesiano San Lorenzo di Novara si è conclusa una mattinata di giochi per i ragazzi e si è tenuta anche la Santa Messa presieduta dal salesiano responsabile della Pastorale Giovanile, don Alberto Goia.

Di seguito l’artocolo di Salesiani Novara.

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Lunedì 31 gennaio abbiamo festeggiato don Bosco a scuola, con una mattinata di giochi in compagnia.

Le attività sono iniziate alle 8.00 con un’agguerrita sfida online tra classi: un quiz su un episodio della vita di don Bosco. Dopo un momento di condivisione sul racconto, è cominciata la Messa, presieduta da don Alberto Gioia, salesiano responsabile della Pastorale Giovanile e (come gli piace ricordare) fiero di “essere alto quanto don Bosco”.

 

 

Don Alberto ci ha esortati a seguire l’esempio del nostro padre, maestro ed amico don Bosco, nel rimboccarci le maniche, portando gioia agli altri e a cercare con occhi attenti il bene che ci circonda.

Impegni non sempre facili da rispettare, ma molto concreti, che aiutano a vivere con la stessa luce che don Bosco aveva nel cuore.

Dopo la celebrazione, animata dal coro, sono cominciati i tornei, che hanno occupato il resto della mattinata.

Sfide a calcetto, ping-pong, tombola, just dance e acrobazie sui gonfiabili, interrotte solo per mangiare il tradizionale panino al salame, proprio come i ragazzi dell’oratorio di Valdocco!

Ancora una volta, w don Bosco!

La festa si è conclusa infine con l’annuncio dei vincitori dei tornei e un ringraziamento a colui che ha “stravinto”. Infatti, è grazie a lui se ancora oggi festeggiamo questa giornata: don Bosco.

Salesiani Novara: Lettera del Direttore – Festa di Don Bosco 2022

Riportiamo la lettere del direttore della casa Salesiana di Novara, don Fabio Mamino, in occasione della Festa di don Bosco 2022.

“Era un uomo che faceva venire voglia di amare Dio”

Cari ragazzi, cari genitori, cari professori,

non posso non pensare a voi nell’imminenza di quello che è un po’ il nostro “secondo Natale”. Abbiamo da poco celebrato quello di Gesù Cristo, e proprio a metà dell’anno scolastico – fra i quadrimestri – quasi a risvegliare le forze che un po’ iniziano ad affievolirsi, ci è dato di festeggiare la “nascita” (al Cielo) di don Bosco.

Il 31 gennaio, data della sua morte, è per noi motivo di gioia, perché ci ricorda per cosa ha vissuto e si è donato don Bosco nei suoi 73 anni di vita: per l’eternità, non per meno di questa!

Lui, che sul letto di morte dice ai suoi giovani “vi aspetto tutti in Paradiso”, è ora la certezza di una presenza attiva che intercede per noi presso Dio: che bello pensare che da lassù don Bosco continua ad essere “padre, maestro ed amico”, chiedendo instancabilmente al Signore della Vita di non lasciare soli i giovani del mondo. Così dovrebbe essere ogni salesiano: in continua ricerca di tutti gli aiuti e le idee possibili affinché nessun ragazzo sperimenti la solitudine e l’abbandono. Così vivono i figli di don Bosco oggi.

Fra le tante testimonianze possibili, mi è caro ricordare in questi giorni il nostro don Giovanni Succi, che si è spento all’età di “soli” 99 anni: erano pochi, per la voglia di vivere che portava dentro. Perché don Succi era diventato anziano, ma non vecchio, e questo tutti lo possono testimoniare. Guardando a lui, abbiamo trovato don Bosco nella sua preghiera incessante per i ragazzi del San Lorenzo, che portava nel cuore anche nel ricovero degli ultimi mesi: “dov’è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore” dice il Signore.

Don Succi ha vissuto la bontà paterna di don Bosco, avvicinando con discrezione tantissime persone nella sua vita, tanti e tanti ragazzi di cui portava memoria e che accompagnava con il ricordo e qualche lettera anche da exallievi, una volta lasciata la scuola salesiana.

Don Giovanni andava fiero del sapere come alcuni di questi si fossero distinti per qualche merito, nell’aver realizzato qualcosa di grande (magari pubblicato un libro) o nell’aver portato con onore il nome di don Bosco e dei salesiani nel mondo. Lui, orgoglioso di essere salesiano, si è spento felice dell’aver donato la vita sulle orme di don Bosco.
Alcuni testimoni oculari della vita di San Giovanni Bosco dicevano di lui che “era un uomo che faceva venire voglia di amare Dio”! Questa è il frammento di testimonianza che preferisco, e che da sola è già capace di descrivere un santo: basta guardarlo per sentirsi – non spinti ma – attratti a guardare oltre lui, a cercare Dio nella propria vita, e a farlo con fedeltà.

Don Succi ha saputo in molti modi toccare il cuore delle tante persone che erano presenti giovedì 28 nel nostro Santuario per l’ultimo saluto, e siamo sicuri che molte altre avrebbero voluto aggiungersi se solo avessero potuto.
Grazie don Bosco, perché sulla tua scia molti uomini e donne hanno intrapreso opere straordinarie, e molte altre ne verranno. Grazie perché continui ad essere la scintilla e l’ispiratore di un’energia di bene da compiere insieme, tra generazioni, per la salvezza dei giovani.

Buona festa a tutti!

Don Fabio Mamino
Direttore

L’Oratorio Salesiano di Novara alla beatificazione di Sandra Sabattini – il potere di un sorriso

Domenica 24 ottobre, presso la Cattedrale di Rimini, si è svolta la beatificazione di Sandra Sabattini, giovane riminese, discepola di don Oreste Benzi. Alla celebrazione ha preso parte anche un gruppo di giovani della realtà salesiana di Novara. Di seguito l’articolo pubblicato sul sito dell’opera.

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Sai qual è il potere di un sorriso?

E’ una forza incredibile, che ha spinto un gruppo di giovani dell’oratorio Salesiano di Novara fino a Rimini, dal pomeriggio del 22 ottobre, per la celebrazione della beatificazione di Sandra Sabattini, tenutasi il 24 ottobre.

Sì, il nostro gruppetto è rimasto così colpito dal sorriso di questa ragazza, dalla sua vita e dalla sua semplicità nell’amare, che desideravamo starle più vicino e renderla parte, farla diventare nostra amica!

Durante i primi due giorni, abbiamo potuto visitare i luoghi in cui è vissuta Sandra e ascoltare le testimonianze di alcune sue amiche, che hanno affermato che lei fosse una ragazza normale, che era completamente se stessa e si impegnava a fare al meglio ogni cosa; aveva messo al centro della sua vita, non se stessa, ma gli emarginati, i poveri. Non faceva altro che amare.

Il 24 ottobre ci siamo recati al Duomo di Rimini dove è stata celebrata la beatificazione di Sandra Sabattini.

Di seguito alcune nostre testimonianze, risposte alla domanda riguardante che cosa ci avesse maggiormente colpiti di Sandra:

  • “La sua felicità senza fine, il suo sorriso che faceva trasparire quello di Dio”
  • “La sua profonda umiltà, che si è manifestata anche dopo la sua morte, quando nella sua tomba non è stato trovato nulla perché lei voleva che non rimanesse niente di se stessa”
  • “Il suo rapporto speciale con Dio e il fatto che abbia riconosciuto che lei non era niente senza di Lui, quindi il suo affidarsi completamente”

Conoscere Sandra ci ha fatto crescere e ci ha posto davanti un esempio da seguire, facendoci capire che non si è mai troppo piccoli per essere santi e per fare qualcosa di grande.

Grazie Sandra!

Don Bosco Novara: Castagnata time per il liceo San Lorenzo!

Come per molte realtà salesiane, i ragazzi del liceo dell’Istituto San Lorenzo di Novara hanno vissuto la tradizionale Castagnata in prossimità della festa di Ognissanti. Di seguito l’articolo pubblicato sul sito dell’opera.

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Nella giornata di venerdì 29 ottobre 2021, presso l’istituto salesiano San Lorenzo di Novara, i ragazzi del liceo hanno vissuto la tradizionale Castagnata, un tipico momento autunnale salesiano che riprende un episodio dalla vita di Don Bosco, quello della famosa “moltiplicazione delle castagne”

La festa è stata aperta dalla S. Messa celebrata nella cappella di Maria Ausiliatrice della scuola alle ore 12:00 con tutti i ragazzi del liceo. La celebrazione è stata presieduta da Don Fabio Mamino, nuovo direttore dell’istituto, ed è stata animata dal coro del liceo con l’accompagnamento di chitarre, violini e tastiera. I ragazzi, in questo modo, hanno avuto la possibilità di vivere la Messa in maniera coinvolgente, riflettendo anche sulle parole pronunciate durante l’omelia da Don Fabio che hanno riguardato la tematica della santità e non solo:

“La santità è il 5g della vita”

“Tutti vanno in giro a cercare I-phone, I-pad… ma Dio ti dice I-me (hai me)”

“Come fai ad essere felice nella vita se non fai qualcosa di straordinario”

“Quando Don Bosco passa tra di noi, c’è una specie di elettricità”

(Dall’omelia di Don Fabio)

A seguire, per il pranzo, i ragazzi di quinta liceo hanno cucinato e grigliato salamelle per tutti distribuendo panini e bevande nel cortile davanti alla palestra della scuola.

L’evento è proseguito con i tornei di calcio, basket, pallavolo e palla prigioniera che si sono svolti nella palestra D.Bosco. Di seguito qualche testimonianza dei giocatori durante lo svolgimento dei giochi:

“Anche se abbiamo perso, ci siamo divertite, nonostante i pochi punti” (Marta 1B pallavolo)

“Abbiamo vinto ma è stata una battaglia sofferta perché abbiamo preso la partita sotto gamba” (Jacopo 4B calcio)

“Non importa se si vince o si perde, l’importante è partecipare divertendosi” (Simone 3B basket)

“Una giornata coinvolgente e diversa dal solito, un’opportunità per conoscere meglio i compagni” (Marta, Martina e Giulia 2A palla prigioniera)

A conclusione dei tornei, come evento atteso della giornata, i ragazzi hanno vissuto la nota Castagnata in cortile assieme agli insegnanti della scuola, grazie alla preparazione delle caldarroste da parte del sig. Mario.

“Questa giornata è stata una grande riconquista di un clima che sembrava perso a causa della pandemia e che invece l’allegria di tutti ha contribuito a ricreare.  È impossibile parlare di santità senza gioia, amicizia, gioco e impegno: tutte cose che hanno contraddistinto questo inizio anno”.

(Don Fabio Mamino, direttore dell’Istituto salesiano San Lorenzo)

L’intera giornata è stata seguita e documentata da un équipe di ragazzi e ragazze del liceo grazie al progetto “Educare” che vede coinvolta la realtà salesiana di Novara: Anna, Francesca, Viola, Enrico, Miriam, Davide, Alice, Arianna e Andrea.

Liceo San Lorenzo Novara: una giornata di “Pianezza”

In queste settimane di ottobre, le classi quinte dell’Istituto Salesiano San Lorenzo di Novara si sono recati a Pianezza per il consueto ritiro autunnale. Di seguito l’articolo pubblicato sul sito dell’opera.

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Il tempo pare fermarsi durante il periodo scolastico, sembra quasi rallentare drasticamente quasi fino ad inaugurare la vera noia per i ragazzi. È effettivamente così? Era il 10 settembre 2017 quando la classe 2003 del San Lorenzo varcava per la prima volta le porte dell’Istituto per iniziare un capitolo della vita: il liceo. Gli anni sono passati più veloci del previsto fino alla tanto attesa e temuta quinta liceo. L’anno si è aperto con il ritiro spirituale delle due sezioni presso Pianezza (TO), dove hanno affrontato argomenti molto importanti. Ad accompagnare le nostre classi vi erano due figure nuove di quest’anno nella scuola: la prof.ssa Balsarini e Don Paolo.

Giunte a destinazione, le classi hanno affrontato una sorta di “throwback” dove hanno potuto guardare indietro nel tempo e osservare come sono cambiate nel corso di questi anni; ognuno, poi, è stato fotografato in una posa che rappresentasse se stesso nel presente; infine, ciascuno dei ragazzi ha dovuto scrivere una lettera al sé stesso presente a nome del sé stesso futuro, immaginando trentenne.

Successivamente, grazie alla testimonianza del professor Giorgio, un insegnante della scuola salesiana Agnelli, le classi hanno avuto l’opportunità di chiedere qualsiasi tipo di informazione circa la vita universitaria e i criteri per la decisione del proprio futuro.

Nel pomeriggio, dopo la Messa, si è svolto un ultimo momento dove le due classi, con l’insegnante di riferimento, hanno potuto discutere collettivamente del futuro.
Il ritiro è servito molto a ciascuno di noi, ci ha aiutati a comprendere che il futuro prossimo è alle porte e che la vita ci aspetta: il futuro appartiene ai giovani!

 

 

Open Day al Liceo Scientifico San Lorenzo di Novara

Di seguito le informazioni dell’Open Day al liceo scientifico San Lorenzo di Novara.

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Il liceo scientifico San Lorenzo torna ad aprire le sue porte alle visite “dal vivo” per l’open day sabato il 6 novembre 2021, con due turni pomeridiani (ore 15.30 / ore 16.30).
Sarà un “open day” ricco di iniziative che vedrà coinvolti docenti, allievi ed ex-allievi nella presentazione dell’offerta formativa. Accanto al percorso del liceo scientifico, con lo studio della lingua latina, si colloca l’opzione delle scienze applicate, con particolare attenzione alla biologia e all’informatica.

Nel biennio sono attivati diversi potenziamenti linguistici: conversazione inglese con insegnanti di madrelingua e conversazione spagnola.

L’istituto salesiano offre ambienti moderni ed attrezzati, possibilità dello studio guidato pomeridiano, il servizio mensa, approfondimenti e recuperi pomeridiani. Organizza ogni estate dei periodo di soggiorno all’estero nel triennio validi anche per l’Alternanza Scuola Lavoro.

Per venire a trovarci, è sufficiente prenotarsi compilando il modulo al link https://forms.gle/6AmDVSLT6envMbj86

Per le iscrizioni è necessario un colloquio col Direttore.

Vi aspettiamo!

Malesco is back – Salesiani Novara

Dal 14 giugno all’11 luglio alcuni ragazzi delle medie e del liceo dell’Istituto salesiano San Lorenzo di Novara hanno avuto l’opportunità di ritrovarsi, dopo diverso tempo, nella casa alpina di Malesco. Di seguito l’articolo, con le attività svolte, pubblicato sul sito “Salesiani Novara“.

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L’anno scorso non ci siamo andati, quest’anno abbiamo recuperato alla grande!

In un mese, dal 14 giugno all’11 luglio, più di 300 giovani tra i ragazzi delle medie e del liceo, hanno avuto l’opportunità di ritrovarsi nella casa alpina di Malesco, dopo due anni in cui trascorrere del tempo insieme è stato difficile. 

Sentivamo tutti la necessità di ritornare in questo posto, a cui siamo tanto legati, e di condividere nuovamente momenti indimenticabili.

Ci sono stati otto campi di quattro giorni ciascuno, per permettere a tutti di partecipare. Nonostante il tempo di permanenza sia stato ridotto, l’intensità dei giorni trascorsi insieme non è di certo cambiata. 

Abbiamo avuto l’occasione di fare grandi gite e di vivere in compagnia la montagna, ammirando il panorama mozzafiato della Val Vigezzo. 

Siamo finalmente ritornati a divertirci tutti insieme con i giochi di squadra e le serate, tra la casa salesiana e la pineta. 

Non sono mancati anche i momenti di riflessione e di preghiera, seguendo i temi di quest’anno che sono state “Le Cronache di Narnia” per le medie e “Le avventure di Pinocchio” per il liceo. 

Una tappa fondamentale di ogni campo è sicuramente quella del pellegrinaggio al Santuario della Madonna del Sangue di Re, in cui abbiamo avuto l’opportunità di vivere il momento delle confessioni. 

I campi di Malesco non sono semplicemente dei giorni di svago e di vacanza: sono delle esperienze uniche che trasformano il cuore, vivendo con entusiasmo il sano divertimento dello stile salesiano!

Salesiani Novara: il ringraziamento della Comunità di Sant’Egidio

La Comunità di Sant’Egidio ringrazia gli studenti e le famiglie del San Lorenzo di Novara che con generosità hanno scelto di aiutare la mensa che la Comunità offre per i più bisognosi. Di seguito l’articolo pubblicato sul sito dell’opera.

In questi giorni che precedono la Pasqua, abbiamo voluto portare i nostri auguri alla Comunità di Sant’Egidio e anche la prima parte di una raccolta di offerte che, da dicembre ad oggi, continuiamo a raccogliere grazie alle felpe dell’iniziativa #Natalesolidale. Questo momento ci rallegra doppiamente. Prima di tutto, perché ci ha fatto vivere ancor di più la grande famiglia del San Lorenzo, coinvolgendo ragazzi, studenti, exallievi, genitori, amici e benefattori. In secondo luogo, perché con questa iniziativa abbiamo potuto ESSERE vicini a chi sta operando concretamente il bene in questo periodo difficile, e poi anche perché siamo riusciti a FARE anche noi – tutti insieme – qualcosa per loro.

La raccolta va avanti… Grazie a voi!

Maria e Davide

La Comunità di Sant’Egidio ringrazia i tanti studenti e le loro famiglie che, con generosità e gioia, hanno scelto di aiutare la Mensa per i poveri seguendo così le parole dell’Apostolo Paolo:

“Tenete presente questo: chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia”.
(2 Cor. 9,6-7)

Una Mensa per la città

A Novara, nell’inverno 2007-08, in una fabbrica abbandonata è morto di freddo e di fame un giovane immigrato, Larbi Mansour Chaht: un fatto che ci ha impressionato. Nella nostra città si può morire anche così, di povertà.

Lo scandalo della morte di quel giovane ci ha fatto decidere ad offrire un punto di riferimento più accessibile per chi ha bisogno. Nei mesi successivi, abbiamo coltivato il desiderio di rimettere i poveri al centro dell’attenzione della città, nel cuore della città ma anche nel cuore delle persone. Il sogno di rispondere anche a Novara ad una domanda crescente di tanti che non avevano neanche cibo sufficiente per vivere e un luogo dignitoso dove mangiare ed essere accolti con amicizia.

La mensa della Comunità di Sant’Egidio apre il 25 dicembre 2009 come un dono e un segno di speranza per la città. Abbiamo voluto aprirla proprio nel giorno di Natale, come un segno per la città, un nuovo spazio aperto a tutti i poveri nel suo cuore economico e sociale. Abbiamo voluto che la mensa fosse nel cuore anche fisico della città, che è uno spazio precluso ai mendicanti, a motivo dell’ordinanza per il decoro urbano, che vieta la mendicità “molesta” e “l’accattonaggio”.

La mensa si trova proprio sotto la Cupola, che è il simbolo della città, in una delle strade più belle con l’acciottolato ottocentesco, con i lampioni stile liberty e con tutte le targhe in ottone ai portoni dei palazzi, al piano terra di uno stabile seicentesco, in locali restaurati mantenendo nella sala mensa le due colonne centrali in granito e le antiche volte. Le tavole, oggi solo da uno o due posti, sono apparecchiate con tovagliette usa e getta con un centrotavola con olio, sale e spezie.

È una mensa, ma è sotto tutti gli aspetti un vero e proprio ristorante e così viene chiamata familiarmente dai poveri che si dicono l’un l’altro: questa sera andiamo a mangiare al ristorante! La mensa durante la pandemia è rimasta sempre aperta offrendo una cena dalle ore 17,30 alle 190,00 per facilitare anche chi viene da più lontano e deve usare gli autobus per muoversi. Apre quattro volte a settimana anche nei giorni festivi, quando la città si svuota per il weekend. La mensa offre il pasto seduti a tavola oppure una cena fredda da asporto per chi non vuole fermarsi. Ad oggi sono oltre 1.600 i poveri che hanno frequentato con regolarità la mensa, di 29 nazionalità diverse.

Nel 2010, nel primo anno di apertura, abbiamo distribuito quasi 7.000 pasti: nel 2018 siamo arrivati a superare i 20.000. Durante quest’anno di pandemia abbiamo triplicato la nostra attività aprendo due mense più piccole nei quartieri di Sant’Agabio e Sant’Andrea garantendo una distribuzione settimanale di quasi mille pasti. La mensa non è sostenuta da sovvenzioni pubbliche continue né da fondazioni private, ma dalla generosità dei cittadini novaresi che con il loro aiuto partecipano a questa opera.

Grazie alla mensa abbiamo incontrato povertà vecchie e nuove, vicine o che diventano tali pur arrivando da lontano. Ad una povertà più italiana, fatta di anziani novaresi o degli immigrati dal sud Italia, si è aggiunta quella più recente che parla le tante lingue del mondo dall’Ucraina al Ghana, dal Perù all’Albania, dal Marocco alla Cina.

Una povertà che, potremmo definire, della “porta accanto”. Le persone che vengono alla mensa a volte abitano vicino alla nostra casa, oppure sono degli ex colleghi di lavoro, l’operaio di una fabbrica chiusa dalla crisi che a 55 anni non trova più impiego, un giovane precario che ha perso il lavoro a causa del covid 19, la bidella che lavora a tempo determinato per una cooperativa e che d’estate rimane senza stipendio, il compagno di giochi dell’oratorio che avevi perso di vista o la badante che accudiva una nostra parente anziana. Una povertà che in una città non grande, come Novara, vive accanto a noi.

In questo tempo, in cui i poveri spaventano, una mensa aperta nel centro storico è la speranza di ritessere il filo dell’unità della città. E dal centro, come sempre avviene nella vita della Comunità di Sant’Egidio, le nostre visite in questa periferia estrema costituiscono la speranza per tanti poveri di non essere esclusi dalla vita della città e di essere riconosciuti e non considerati una folla anonima. L’amicizia personale con ciascuno è la chiave per sostenere la loro speranza.

Durante la pandemia, la mensa è rimasta un segno di speranza per tanti: per i poveri, ma anche per chi non lo è. Sono oltre cento le persone di ogni età che si alternano alla mensa in un servizio gratuito. La mensa, nonostante il rigido rispetto della regola del distanziamento, è diventata spazio d’incontro con i poveri per molti e questo è il motore del cambiamento della città: quando la gente comincia a cambiare idea e ad aiutare, la città cambia e i poveri cominciano ad essere considerati parte “di noi”, volti riconosciuti, sorrisi e parole scambiati non solo alla mensa, ma per la strada, quando ci si incontra anche per caso e questo cambia il clima umano della nostra Novara.

L’incontro umano con chi è povero aiuta a cambiare il cuore: nascono storie di amicizie altrove improbabili, si aprono possibilità inedite di aiuto e una nuova comprensione della vita della nostra città e del mondo. In questo cambiamento dei cuori è la ragione della nostra speranza.

Comunità di Sant’Egidio, Vicolo Ognissanti 2 – 28100 NOVARA – tel. 0321 33387 – info@csepiemonte.org IBAN: Comunità di Sant’Egidio – Piemonte Onlus: IT53 L 05034 10100 000000001306

Liceo San Lorenzo Novara: “Cosa vuoi fare da grande?” – L’appello di Alessandro D’Avenia

Un’esperienza significativa quella vissuta dai ragazzi del liceo dell’Istituto Salesiano San Lorenzo di Novara alla diretta webinar di giovedì 11 marzo scorso organizzata con lo scrittore Alessandro D’Avenia. Di seguito l’articolo pubblicato oggi sul sito dell’Opera a cura dei giovani del liceo salesiano.

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Un incontro travolgente, un clamoroso inno alla vita, alla quale tutti noi siamo chiamati a rispondere.
La diretta webinar organizzata dalla Fidae con lo scrittore Alessandro D’Avenia, giovedì 11 marzo con gli studenti di alcune scuole paritarie sparse per l’Italia, si è aperta proprio con il video girato dai nostri compagni del liceo San Lorenzo riguardante il suo ultimo libro “L’appello”. Difficile dire se i nostri attori fossero più emozionati in quel momento o quando il telegiornale annuncia una zona gialla; avreste dovuto vedere le loro facce! Comunque, un momento di grande orgoglio!!


Durante l’incontro, ovviamente virtuale, sono state poste allo scrittore delle domande specifiche sul libro, da cui sono sorti poi temi molto più ampi e, parlo personalmente, illuminanti. Sarà stata la sua capacità oratoria o la particolarità degli argomenti trattati, ma posso assicurare che tutti i presenti in quell’aula pendevano dalle sue labbra.
Domande sul nostro presente scolastico e su un ipotetico futuro lavorativo hanno fatto girare le povere e assonnate rotelle del nostro cervello dalle 9 del mattino in poi: cosa mi mette alla prova? Su cosa sono disposta a scommettere? Ci è stato detto che fallire è il sale della vita e che dovremo rimanere fedeli alle nostre ispirazioni, che ognuno di noi è chiamato a compiere qualcosa di epico, ma anche che siamo una generazione succube dell’ansia e di una mentalità dove vince il “tutto e subito”, che molti di noi sono vittime di un sistema scolastico che spersonalizza le persone, come una specie di addestramento.

Questo mi ha fatto riflettere. La scoperta di sé stessi non è la portata principale del banchetto della vita, ma semplicemente uno dei tanti contorni.
Come siamo arrivati a questo punto? Penso che D’Avenia avesse lo scopo di spingerci a pensare a come diventare quello che siamo a 360 gradi, ed io affermo senza paura che ho capito qualcosa in più su di me: anche se poco, anche un centimetro, è stato un passo in più.
“Ciò che è in alto non si regge senza ciò che è in basso”. Spero di non risultare troppo melodrammatica quando dico che ormai molti hanno aspettative bassissime, rasenti la sufficienza per il quieto vivere, ma auguro specialmente a questi ultimi di poter tenere un discorso con persone che possono essere in grado di ampliare la loro visione sulla vita. A noi è successo proprio stamattina!
Giulia Zodio

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Liceo San Lorenzo Novara: “Don Bosco ritorna”

Un’esperienza diversa ma altrettanto significativa quella vissuta dai ragazzi del liceo dell’Istituto Salesiano San Lorenzo di Novara per la festa di Don Bosco. Di seguito l’articolo pubblicato oggi sul sito dell’Opera a cura dei giovani del liceo salesiano.

Questa settimana noi ragazzi del liceo ci siamo riuniti, chi giovedì e chi venerdì, per festeggiare il nostro Don Bosco. Dopo qualche ora di lezione in mattinata, siamo stati accolti in cortile con pane e salame, facendo sembrare tutto un po’ più normale anziché in balia di una pandemia.

Al nostro ritorno in classe, per le ultime ore di lezione, sono invece stati preparati delle sfide a distanza fra le classi, che – nonostante tutto – si sono rivelate una valida alternativa rispetto ai tornei degli anni passati. Per concludere la mattinata ci siamo tutti ritrovati in chiesa, per celebrare la Messa e ricordare il nostro Santo.

Ho un ricordo completamente diverso del 31 gennaio 2020: i calcetti nei corridoi, la briscola, la tombola, i balli di gruppo, il karaoke, la gara delle torte e tantissime altri. Se penso a quante cose sono cambiate quasi mi vengono i brividi. Credo, tuttavia, di aver finalmente compreso il significato di questa festa, perché finché continueremo a sostenerci e renderci allegri l’un l’altro allora niente sarà realmente cambiato, e questo vale sin dagli anni in cui Giovanni Bosco sosteneva e rendeva allegri i suoi ragazzi.

Parafrasando ciò che è stato detto durante l’omelia, ognuno ha una scintilla dentro di sé che può far nascere un fuoco che ci spinge a fare del bene, perché ogni volta che noi ci supportiamo, Don Bosco ritorna davvero.

(Dai ragazzi del liceo)