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“Scelte politiche sbagliate, uso scellerato delle risorse naturali”: La crisi umanitaria del Venezuela

Un intenso programma a Valdocco (Torino) dei vescovi salesiani Jonny Eduardo Reyes e Pablo Gonzalez, invitati da Missioni Don Bosco il 18 e 19 settembre per dare testimonianza sulla drammatica situazione del Venezuela. Dopo il loro incontro con il Papa nella visita ad limina apostolorum, insieme con i confratelli della Conferenza episcopale venezuelana, hanno partecipato a due momenti pubblici: il primo, martedì a Maria Ausiliatrice per una celebrazione eucaristica, il secondo, mercoledì in Sala Sangalli per il convegno “RINVOLUZIONEVENEZUELA”.
La loro presenza ha dato un’occasione non trascurabile di visibilità anche alla piccola ma crescente comunità di Venezuelani emigrati negli ultimi anni in Piemonte a seguito dell’esodo, del quale peraltro si registrano solo pochi riscontri nei nostri media nazionali.

La crisi umanitaria del Venezuela «non è il frutto del caso o del destino avverso». E’ piuttosto il risultato di scelte politiche sbagliate e di un uso scellerato delle risorse naturali: «era una nazione ricca con prospettive di grande futuro, ma è stata impoverita fino all’estremo e adesso vive una situazione di miseria che peggiora di giorno in giorno e questo governo continua a negare tutto».

Queste le parole di monsignor Jonny Eduardo Reyes, vescovo di Puerto Ayacucho (Amazzonia), durente il suo intervento alla conferenza dal titoloRinvoluzione Venezuela, dal sogno bolivariano all’incubo della crisi”organizzata da Missioni don Bosco Valdocco onlus, a Torino.

Rivivi la diretta Facebook dell’evento

Rinvoluzione Venezuela: dal sogno bolivariano all’incubo della crisi

Mercoledì 19 settembre a #Valdoccohttps://news.missionidonbosco.org/rinvoluzione-venezuela-dal-sogno-bolivariano-allincubo-della-crisi

Publiée par Missioni Don Bosco ONLUS sur Mercredi 19 septembre 2018

La denuncia viene da monsignor Jonny Eduardo Reyes, vescovo di Puerto Ayacucho (Amazzonia), intervenuto ieri alla conferenza dal titolo Rinvoluzione Venezuela, dal sogno bolivariano all’incubo della crisi, organizzata da Missioni don Bosco Valdocco onlus, a Torino. Con monsignor Reyes, di ritorno da una visita apostolica dal Papa, anche mons. Pablo Gonzalez, vescovo di Guasdalito, che ha parlato della ferita profonda inflitta alla società venezuelana, costretta a vivere una quotidianità fatta di stenti, economia informale e laddove è possibile di emigrazione.

La popolazione venezuelana è letteralmente alla fame. Fa eccezione quel 15% che gode dei privilegi economici e delle protezioni politiche, e che sostiene senza riserve il governo in carica avendo anche il dominio degli organi di informazione. Due Venezuela, uno dei quali completamente al di fuori della realtà e insensibile alla sofferenza di milioni di persone. La manipolazione dell’opinione pubblica arriva al punto di negare l’esodo di massa (un decimo del 30 milioni di abitanti del Venezuela) verso i Paesi confinanti e da lì – chi può – verso nord America ed Europa.

«Il mercato nero – ha detto Gonzalez – la speculazione e il proliferare di attività economiche illegali sono diventate oggi la principale attività di chi è rimasto in Venezuela e per sopravvivere non può fare altro».

«Lo stipendio di un operaio equivale a circa un euro e 50 al mese, mentre una bottiglia d’acqua costa l’equivalente di 5 centesimi di euro; gli alimenti vengono rivenduti sul mercato nero e gli effetti sono simili a quelli di una guerra».

«La svalutazione della moneta e l’inflazione rendono carta straccia il bolivar, che ad oggi vale 0,014 euro».

Pur rimanendo strettamente sul terreno dell’azione pastorale, i vescovi venezuelani hanno dato conto di quel che vedono e delle iniziative solidali che hanno intrapreso con le loro comunità. Progetti che mirano al soccorso immediato di chi chiede aiuto alimentare (sono nate le “ollas solidales”, le pentole della fraternità: le parrocchie riescono una volta alla settimana a distribuire un pasto caldo) e all’informazione a chi è avviato all’emigrazione dal Paese. Monsignor Gonzalez e monsignor Reyes sono infatti letteralmente “vescovi di frontiera”: Colombia e Brasile sono a un passo dalle loro diocesi. L’uno, a Guasdalito, è affacciato verso le alture andine; l’altro, a Puerto Ayacucho, si trova nell’area di transito verso il cuore dell’Amazzonia. Le frontiere sono poco controllate dal governo di Caracas e in compenso soggette a un pericoloso miscuglio di corruzione delle guardie, di influenza del narcotraffico, di infiltrazioni della guerriglia e di attività di mercato nero. E poi c’è l’impatto devastante sulle piccole comunità di confine, che devono assorbire in poche settimane l’arrivo di un numero esuberante di profughi senza risorse, fra i quali si nascondono profittatori e provocatori. Per questo esiste anche una cooperazione fra diocesi venezuelane e diocesi colombiane e brasiliane.

Durante la celebrazione eucaristica, nell’omelia, monsignor Reyes ha tratto spunto dal vangelo per rimarcare la necessità di “camminare con gli occhi e con le orecchie aperti, per essere sensibili al bisogno degli altri”.  Per questa ragione, la Chiesa venezuelana deve essere “vicina alla gente, noi vescovi dobbiamo essere vicini al popolo”, come ha chiesto anche papa Francesco nell’incontro in Vaticano. Quel che si può fare oggi, con le risorse limitate e i con i freni imposti all’azione sociale, è “consolare” la gente, quella che rimane e quella in fuga.

“In certi casi non possiamo fare nulla, la situazione scappa dalle nostre mani. Possiamo solo ‘metterci nelle scarpe degli altri’ e provare a condividere il dolore”.

Reyes ha anche messo in luce le responsabilità internazionali: «va smontata l’ipocrisia internazionale sul Venezuela – ha denunciato – perché il petrolio, l’oro e i minerali nel Paese ci sono, stanno ancora lì, non sono spariti. Ma ci sono nazioni disposte a comprarli a bassissimo costo. Bisogna smascherare il gioco politico internazionale che continua a dare sostegno al regime dittatoriale di Maduro».
Le due superpotenze che sostengono e finanziano Maduro sono  Russia e Cina: con quest’ultima il presidente pare aver stretto nelle ultime settimane diversi accordi economici.

«Io vedo alcuni possibili scenari per il futuro – ha concluso monsignor Reyes – Oltre alla rassegnazione del popolo, molti dicono che questo governo arriverà ad autodistruggersi; altri ancora che sarà necessario un intervento militare esterno; il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin aveva posto quattro condizioni al governo, ma sono state tutte disattese. Quello che doveva essere un dialogo tra Chiesa cattolica e governo in realtà è saltato, non c’è mai stato».

 

 

 

Rinvoluzione Venezuela: dal sogno bolivariano all’incubo della crisi

Convegno

mercoledì 19 settembre, ore 17,00 – 19,30

Sala Sangalli di Valdocco

Torino, via Maria Ausiliatrice, n. 32

(parcheggio auto da via Sassari, n. 28 B, ingresso Teatro Don Bosco di piazza Sassari)

La “rivoluzione bolivariana” in Venezuela è diventata un incubo per i Venezuelani. Tanto che ne stanno fuggendo a milioni. Per questa ragione molti parlano, e sono prudenti, di una sua “involuzione”.

Propugnata da un personaggio politico carismatico, Hugo Chávez, la trasformazione del Venezuela da democrazia dominata da un potere economico spesso subalterno a pressioni straniere a un regime ideologizzato e paternalista che ha dilapidato le ricchezze del Paese, presenta ora il suo drammatico conto. La perdita di potere di acquisto dei salari, l’accrescersi della violenza per procurarsi mezzi di sussistenza, la paura di esprimersi per via della repressione sulle piazze e nei media, stanno generando l’esodo di massa più consistente nella storia di tutta l’America Latina. In mano al presidente Nicolás Maduro, succeduto al leader carismatico, lo stesso sogno bolivariano sta modificando i suoi connotati per trasformarsi in un incubo.

Per raccogliere informazioni dal vivo sull’attuale situazione del Paese, Missioni Don Bosco ha invitato i vescovi salesiani, in questi giorni in visita ad limita con i confratelli della Conferenza episcopale venezuelana da papa Francesco, a venire a Valdocco per esprimere la voce che si solleva dalla gente, e a segnalare quali vie di soluzione intravedano per una svolta nella crisi umanitaria in atto.

Con loro saranno presenti al convegno del 19 settembre p.v. a Torino (dalle ore 17,00 alle 19,30 nella Sala Sangalli), altri ospiti ed esperti che potranno completare il quadro anche dal punto di vista dei Venezuelani già emigrati dal Paese in Italia.

Il programma del convegno è riportato qui di seguito. Missioni Don Bosco confida nella sensibilità dei suoi Soci per partecipare all’evento, o venendo di persona (se possibile) o sintonizzandosi via Web alle dirette in streaming che si terranno su www.missionidonbosco.org e su www.facebook.com/missionidonbosco

Inoltre, tutti potranno porre domande agli ospiti in precedenza e in  diretta scrivendo all’indirizzo direttaweb@missionidonbosco.org

È una modalità di solidarizzare con i poveri del mondo che completa la consueta generosità nel sostenere i progetti di sviluppo.

Lettera di solidarietà e sostegno a Papa Francesco dalla Madre Generale delle FMA

Nei giorni scorsi Madre Yvonne Reungoat, Superiora Generale dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, ha inviato una lettera a Papa Francesco per manifestargli sostegno e solidarietà, particolarmente in questo momento di difficoltà, e trasformarli in preghiera e penitenza, come lo stesso Santo Padre ha chiesto al Popolo di Dio. La lettera di Madre Reungoat esprime un sentimento comune a tutta la Famiglia Salesiana.

Beatissimo Padre,

ci uniamo alla voce di persone, gruppi e istituzioni che in questi giorni si stringono intorno a lei per esprimerle solidarietà e sostegno.

Grazie, Santità, per la testimonianza di serenità nella fedeltà a Cristo e al suo Vangelo; per la trasparenza delle sue parole – risonanza di una vita coerente e ricca di amore – che sta offrendo non solo ai cattolici, ma al mondo intero. Siamo riconoscenti per il suo quotidiano spendersi come Pastore della Chiesa universale a servizio del popolo di Dio. Un popolo che si sente in comunione con lei, in profonda sintonia con le sue parole, i suoi gesti, la sua vicinanza ai poveri.

Lei annuncia e testimonia con passione e sguardo profetico un Vangelo senza sconti, lo rende credibile e affidabile con le sue scelte di ogni giorno. Ci conferma nel cammino per essere sempre più “Chiesa in uscita”, a partire da una convinta conversione pastorale e missionaria. Ci indica nuovi passi per dare corpo e vita al messaggio centrale del Vangelo che in Gesù rivela pienamente il volto di misericordia del Padre.

Grazie, Santità, per le fatiche che affronta percorrendo la via dell’ascolto e del dialogo, dell’incontro che non esclude, né scarta nessuno, ma apre invece porte e finestre in cui si manifesta la libertà della Spirito. Condividiamo il suo atteggiamento: “La verità è mite, la verità è silenziosa”; non cerca lo scandalo, né la divisione. Facciamo nostra la sua scelta di “silenzio e preghiera” ed esprimiamo una rinnovata fedeltà ai tre amori di Don Bosco: Eucaristia, Maria Ausiliatrice e il Papa.

Il suo magistero, Santo Padre, ci trova in piena sintonia e ispira il cammino dell’Istituto in questo tempo di sfide epocali e di grandi opportunità, ricco di grazia e aperto alla speranza: quella speranza che leggiamo impressa nelle sue parole e nei suoi gesti e, soprattutto, nel suo luminoso volto di gioia.

Santità, siamo tutti con Lei – Figlie di Maria Ausiliatrice, comunità educanti, giovani – come Istituto che vive e opera nella Famiglia Salesiana e nella più ampia comunità ecclesiale e le chiediamo di benedirci. Lei stessa, Santità, è una benedizione per la nostra Famiglia religiosa e per il mondo di oggi. Grazie!

Suor Yvonne Reungoat, FMA

Superiora Generale dell’Istituto FMA

“Proteggi il mio cammino”, l’inno dell’incontro con il Papa

È disponibile l’inno ufficiale dell’incontro di Roma tra i giovani italiani e papa Francesco: il titolo è “Siamo Qui!”. Proteggi Tu il mio cammino. L’Istituto Diocesano di Musica e Liturgia di Reggio Emilia, diretto dal Mº Giovanni Mareggini, ha curato la scrittura dell’inno.

Il testo è un’invocazione di protezione verso i pellegrini, quelli che percorreranno la strada per arrivare a Roma, ma anche tutti coloro che attraversano la vita cercando di dirigere al meglio i propri passi.

Qui di seguito, è possibile scaricare la versione MP3, il testo e la partitura dell’inno, per preparare i ragazzi all’incontro dell’11 e 12 agosto a Roma e cantarlo nella veglia con papa Francesco.

Proteggi Tu il mio cammino

(tratto dal Salmo 138 – 139)

1) Questo mio cammino, ogni sentiero
La mia sofferenza, il riposo
Li presento a te, Maestro e Signore
Fa che io non ceda, mi ristoro in Te
Fammi indossare le ali dell’aurora
Fammi raggiungere l’estremità del mare

RIT.
Non ho paura, dirigi Tu i miei passi
Non sono solo, Tu vegli su di me
La Tua parola è il faro dei miei occhi
Sul mio cammino è luce
Sono con Te, mi scruti e mi conosci
Proteggi Tu il cammino ed il riposo
Ti sono note tutte le mie vie
Meravigliose le tue opere

2) Ogni mio pensiero, le preoccupazioni
Le mie delusioni, la felicità
Io le porto in me, e quando sono solo
Cerco Te Gesù, portami con te
Fammi indossare le ali dell’aurora
Fammi raggiungere l’estremità del mare

RIT.
Intermezzo
Indicami il sentiero della vita
Sia gioia piena nella Tua presenza
Dolcezza senza fine alla Tua destra

3) Strada d’amore, sentiero di pace
Abbraccio dello Spirito, libertà
Seguo Te Gesù, via diritta
Fonte di speranza, portami con Te
Fammi indossare le ali dell’aurora
Fammi raggiungere l’estremità del mare

RIT +
Proteggi Tu il mio cammino
Meravigliose le Tue opere

23-25 Novembre 2018: in Vaticano, anche la Corale Basilica Maria Ausiliatrice

III INCONTRO INTERNAZIONALE
DELLE CORALI IN VATICANO

Le Corali incontrano Papa Francesco
nella Festa di Santa Cecilia

Il prossimo autunno, la Corale Basilica Maria Ausiliatrice di Valdocco, parteciperà  al raduno internazionale delle corali: una grande opportunità per incrementare la propria formazione liturgico-musicale, grazie al respiro internazionale dell’evento che ospiterà grandi esperti di musica sacra e liturgica da tutto il mondo.

Le cappelle musicali, le corali diocesane e parrocchiali, i musicisti, gli organisti, i direttori di coro e degli uffici liturgici di tutto il mondo tornano dunque ad incontrarsi dal 23 al 25 novembre 2018 per il III Incontro Internazionale delle Corali nella Festa di Santa Cecilia, Patrona della Musica e dei Musicisti.

L’evento, organizzato da Nova Opera Onlus in collaborazione con il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione si svolgerà interamente nella Città del Vaticano: venerdì 23 e sabato 24 in Aula Paolo VI e domenica 25 nella Basilica di San Pietro.

Il Convegno, incentrato sul tema: “Musica nella Liturgia e nella Catechesi per la Nuova Evangelizzazione”, si aprirà venerdì 23 novembre e vedrà la presenza dei massimi esperti di musica sacra e liturgica provenienti da tutto il mondo. Sono previste relazioni, testimonianze dai cinque continenti e prove pratiche che coinvolgeranno attivamente tutti i presenti.

Il Convegno proseguirà anche nella mattina di sabato con la conferenza di S. E. Mons. Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. Momento culminante sarà l’Udienza speciale che Papa Francesco concederà a tutti gli iscritti al Convegno.

Il meeting internazionale si concluderà domenica con la celebrazione della Santa Messa nella Basilica di San Pietro presieduta da S. E. Mons. Rino Fisichella ed animata da tutti i cantori.

Al termine della Celebrazione Eucaristica, sarà possibile partecipare alla preghiera dell’Angelus del Santo Padre in Piazza San Pietro.

 

 

Maggiori info su Corale Basilica Maria Ausiliatrice, clicca qui

India: il salesiano, Padre George, lancia una tempesta di preghiere in Paradiso per la pace in Yemen

Con preoccupazione seguo la sorte drammatica delle popolazioni dello Yemen, già stremate da anni di conflitto…”. Le parole del Papa dopo la recita dell’Angelus di domenica scorsa hanno focalizzato l’attenzione su un Paese stremato da oltre tre anni di guerra civile, che ha causato circa 15.000 vittime e che ha costretto alla fuga più di tre milioni di persone: praticamente oggi uno yemenita su 8 vive lontano dalla propria casa. Nel Paese hanno servito come missionari per diversi anni anche i Salesiani dell’Ispettoria indiana di Bangalore, che oggi rilanciano l’invito del Papa alla preghiera in favore della popolazione yemenita.

È don George Muttathuparambil, attuale Ispettore di Bangalore, a manifestare tutta la gravità della situazione e l’urgenza della preghiera. “Questa guerra è ingiusta. Le persone soffrono in modo atroce” racconta il Salesiano.

“Ho visto l’orrore della guerra in Yemen. Dobbiamo pregare per la pace”, prosegue, rilanciando così l’appello di Papa Francesco e di mons. Paul Hinder, il Vicario apostolico dell’Arabia meridionale – che si estende su Emirati Arabi Uniti, Oman e Yemen – che aveva a sua volta rinnovato, nella giornata di lunedì 18 giugno, l’appello del Pontefice.

Il Paese mediorientale don Muttathuparambil lo conosce bene: vi è stato dal 2010 al 2016, dapprima a Hodeidah e poi a Taiz. Era lì quando, il 4 marzo del 2016, presso Aden, un gruppo islamista rapì dalla casa per anziani delle Missionarie della Carità il suo confratello don Tom Uzhunnalil, massacrando anche quattro religiose e altre 12 persone. Viste le pericolose condizioni nel Paese, il 30 marzo 2016 il sacerdote è stato costretto a lasciare la missione per fare ritorno in India, ma attende di tornare al servizio della popolazione yemenita.

La vicinanza spirituale alla popolazione dello Yemen i Salesiani di Bangalore la esprimeranno, in particolare, nella giornata di sabato prossimo: “Il 23 giugno – spiega don Muttathuparambil – offriremo una Messa e un’adorazione eucaristica in solidarietà [con la popolazione]. Insieme alla mia comunità, tempesterò il Paradiso [di preghiere] per la pace in Yemen. Preghiamo Dio affinché egli intervenga e porti giustizia e pace”.

Conclude, infine il religioso: “La situazione è molto grave, le persone hanno bisogno di cibo, acqua, medicine. Tutto è stato distrutto. Ci uniamo a mons. Hinder nella preghiera. Egli è molto preoccupato per la regione e per i cristiani che vivono nelle quattro parrocchie” – Sana’a, Taiz, Hodeidah e Aden.

(Articolo tratto da ANS – Agenzia Info Salesiana)

Si riporta, qui di seguito, la notizia di Asianews.it a cura di Nirmala Carvalho, che riporta la testimonianza di Padre George Muttathuparambil, superiore provinciale dei salesiani a Bangalore, in Karnataka, il quale ha svolto in Yemen la sua missione fin dal 2010.

Salesiano indiano:
“Ho visto l’orrore in Yemen. Preghiamo per la pace”

P. George Muttathuparambil è il superiore provinciale dei salesiani a Bangalore, in Karnataka. Nel 2016 era in Yemen quando un gruppo islamista ha rapito p. Tom Uzhunnalil e massacrato quattro suore di Madre Teresa. “Questa guerra è ingiusta. Le persone soffrono in modo atroce”.

Mumbai (AsiaNews) – Ho visto l’orrore della guerra in Yemen. Dobbiamo pregare per la pace. Lo dice ad AsiaNews p. George Muttathuparambil, salesiano indiano e superiore provinciale di Bangalore, in Karnataka. Accogliendo l’appello di papa Francesco, che all’Angelus del 17 giugno ha invocato la pace in Yemen, e a mons. Paul Hinder, vicario apostolico dell’Arabia meridionale (Emirati Arabi Uniti, Oman e Yemen), che ieri ha fatto altrettanto, il sacerdote sostiene: “La sofferenza delle persone è inimmaginabile. Il 23 giugno offriremo una messa e un’adorazione eucaristica in solidarietà [con la popolazione]. Insieme alla mia comunità, tempesterò il Paradiso [di preghiere] per la pace in Yemen”.

P. Muttathuparambil conosce bene lo Yemen, dove ha svolto la sua missione fin dal 2010. Nel Paese arabo le Missionarie della Carità gestivano quattro parrocchie a Sana’a, Taiz, Hoddai e Aden. Egli si trovava nella chiesa di Taiz quando il 4 marzo 2016, nel mezzo dell’escalation della guerra, un gruppo islamista rapiva p. Tom Uzhunnalil, suo confratello [poi liberato nel settembre 2017, ndr], e massacrava quattro suore di Madre Teresa nella casa per anziani di Aden. Di quel tragico giorno ricorda: “Sister Sally [unica sopravvissuta al massacro, ndr] mi ha telefonato. Piangeva, e intanto diceva che i corpi di quattro missionarie giacevano in terra nel recinto nella casa, mentre p. Tom era disperso. A quel punto ho chiamato subito mons. Hinder, la casa generalizia delle missionarie a Calcutta e la casa provinciale dei salesiani a Bangalore e li ho informati di quanto accaduto. In seguito qualcuno mi ha riferito che p. Tom era stato portato via”.

Viste le pericolose condizioni nel Paese, il 30 marzo 2016 il sacerdote ha lasciato la missione per fare ritorno in India e qui ancora attende di tornare al servizio della popolazione yemenita. “Persone innocenti soffrono in modo atroce – sostiene –. Questa è una guerra ingiusta, preghiamo Dio affinché egli intervenga e porti giustizia e pace. La situazione è molto grave, le persone hanno bisogno di cibo, acqua, medicine. Tutto è stato distrutto”.

Secondo le ultime stime, il conflitto ha provocato oltre 10mila vittime e a rischio vi è la vita di almeno 250mila persone. P. Muttathuparambil conclude: “Ci uniamo a mons. Hinder nella preghiera. Egli è molto preoccupato per la regione e per i cristiani che vivono nelle quattro parrocchie”.

(Articolo tratto da AsiaNews.it)

Con Maria verso Panama 2019

Il cammino di preparazione verso la Giornata mondiale della gioventù di Panama 2019

C’è già grande fermento per l’edizione numero trentaquattro della Giornata mondiale della gioventù (GMG), il grande raduno internazionale dei giovani voluto forrtemente da Giovanni Paolo II a partire dal 1985. A fare da Paese ospitante è il turno di Panama, che vedrà le sue strade riempirsi di giovani da tutto il mondo dal 22 al 27 gennaio 2019. È la più piccola nazione ad aver mai ospitato questo evento, e si prevede una grande partecipazione internazionale nonostante le date poco favorevoli. Gli ultimi tre grandi eventi (Spagna 2011, Brasile 2013 e Polonia 2016) hanno infatti visto un incremento notevole della presenza di giovani rispetto alle edizioni precedenti, superando i tre milioni di persone. Quasi certamente saranno coinvolti anche i Paesi adiacenti per dare supporto alla logistica e all’organizzazione.

Maria compagna del cammino

Nel discorso fatto ai volontari della GMG di Cracovia nel 2016, papa Francesco aveva indicato Maria come modello per vivere l’attesa del successivo raduno di Panama. Per ciascuno dei tre anni di preparazione all’evento, infatti, è stato scelto un motto evangelico legato alla Madonna, come ha sottolineato lo stesso papa Francesco:

“Il nuovo tratto del nostro itinerario si ricollega al precedente, che era centrato sulle Beatitudini, ma ci spinge ad andare avanti. Mi sta a cuore infatti che voi giovani possiate camminare non solo facendo memoria del passato, ma avendo anche coraggio nel presente e speranza per il futuro. Questi atteggiamenti, sempre vivi nella giovane Donna di Nazareth, sono espressi chiaramente nei temi scelti per le tre prossime GMG. Quest’anno (2017) rifletteremo sulla fede di Maria quando nel Magnificat disse: «Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente» (Lc 1,49). Il tema del prossimo anno (2018) – «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio» (Lc 1,30) – ci farà meditare sulla carità piena di coraggio con cui la Vergine accolse l’annuncio dell’angelo. La GMG 2019 sarà ispirata alle parole «Ecco la serva del Signore; avvenga per me secondo la tua parola» (Lc1,38), risposta di Maria all’angelo, carica di speranza”.

È la prima volta che la figura di Maria viene scelta come fulcro centrale dei grandi raduni delle Giornate mondiali della gioventù. L’11 febbraio scorso nel giorno della festa della Madonna di Lourdes, il vescovo di Panama, José Domingo Ulloa Mendieta, è stato in visita alla Santa casa di Loreto per affidare a Maria la preparazione della GMG.

Il logo dell’evento

A disegnare il logo scelto dagli organizzatori come simbolo dell’evento è stata una giovane studentessa di architettura, la ventenne Amar Calvo, dell’Università di Panama. Nel suo intento c’è l’idea di rappresentare la tenerezza e l’abbandono di Maria nel suo “Fiat”. Diversi gli elementi che lo compongono: la forma della M di Maria e del cuore che rappresenta il suo amore di madre; la strada, ad indicare che lei è il sentiero per l’incontro con Gesù; la stilizzazione dell’immagine di Maria come segno di tenerezza; il profilo dell’istmo di Panama per ricordare il luogo; i cinque puntini bianchi che formano la corona di Maria simboleggiano i cinque continenti; e infine la croce, che è il simbolo delle GMG dalla loro nascita nel 1985. Anche i colori hanno il loro significato: il rosso indica l’amore e la passione di Cristo e ricorda il rosso della bandiera di Panama, così come anche il blu, che è anche il colore della Vergine Maria e fa riferimento anche all’Oceano Pacifico, mentre il celeste, oltre ad indicare Maria è anche il colore del Mare dei Caraibi.

Il patroni della GMG

Come ognuno degli eventi precedenti, anche la Giornata mondiale della gioventù di Panama avrà dei santi patroni ed intercessori. San Giovanni Paolo II è, ormai stabilmente, il patrono di ogni evento. Accanto a lui san Giovanni Bosco, al quale i cristiani di Panama sono particolarmente devoti. E con loro santi e sante latinoamericani: la beata Maria Romero Meneses del Nicaragua, l’azteco san Juan Diego Cuauhtlatoatzin, i peruviani san Martino de Porres e santa Rosa da Lima, il salvadoregno beato Oscar Arnulfo Romero e il giovane messicano san José Sánchez del Rio.

Informazioni utili

Il principale sito di riferimento della Giornata mondiale della Gioventù di Panama è www.panama2019.pa, dove trovare tutte le informazioni, i temi, i materiali, e che sarà aggiornato con l’avvicinarsi dell’evento con i programmi e le informazioni per le iscrizioni.

Per gli italiani il Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile metterà presto a disposizione il sito che conterrà anche informazioni sui sussidi e su altre iniziative specifiche.

Da segnalare anche la pagina ufficiale del Vaticano, dove è possibile trovare i documenti, le foto e i video di tutte le precedenti GMG.

GMG in un minuto

Si intitola così una rubrica periodica pubblicata sul canale ufficiale della GMG 2019 su Youtube. Ogni puntata fornisce informazioni sulla Giornata mondiale della gioventù 2019. Informazioni sul Paese dell’America centrale, sui luoghi dove si svolgeranno gli eventi principali della GMG, sull’inno, sul logo e tanto altro. Basta cercare ‘Jornada Mundial de la Juventud Panamá 2019’ nel motore di ricerca di Youtube per accedere ai contenuti. Ogni puntata è disponibile in cinque lingue: spagnolo, inglese, francese, italiano e portoghese.

Jornada Mundial de la Juventud Panamá 2019

 

Francesco: giovani potete migliorare il mondo!

 

Cari giovani, con il ricordo pieno di vita del nostro incontro alla Giornata Mondiale della Gioventù del 2016 a Cracovia, ci siamo messi in cammino verso la prossima meta che, se Dio vorrà, sarà Panama nel 2019. Per me sono molto importanti questi momenti di incontro e dialogo con voi, e ho voluto che questo itinerario si facesse in sintonia con la preparazione del prossimo Sinodo dei Vescovi, che è dedicato a voi giovani. In questo cammino ci accompagna nostra Madre, la Vergine Maria, e ci anima con la sua fede, la stessa fede che lei esprime nel suo canto di lode. Maria dice: «Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente» (Lc 1,49). Lei sa rendere grazie a Dio, che ha guardato la sua piccolezza, e riconosce le grandi cose che Egli realizza nella sua vita; e si mette in viaggio per incontrare sua cugina Elisabetta, anziana e bisognosa della sua vicinanza. Non resta chiusa a casa, perché non è una giovane-divano che cerca di starsene comoda e al sicuro senza che nessuno le dia fastidio. È mossa dalla fede, perché la fede è il cuore di tutta la storia di nostra Madre. Cari giovani, anche Dio vi guarda e vi chiama, e quando lo fa vede tutto l’amore che siete capaci di offrire. Come la giovane di Nazareth, potete migliorare il mondo, per lasciare un’impronta che segni la storia, quella vostra e di molti altri. La Chiesa e la società hanno bisogno di  noi. Con il vostro approccio, con il coraggio che avete, con i vostri sogni e ideali, cadono i muri dell’immobilismo e si aprono strade che ci portano a un mondo migliore, più giusto, meno crudele e più umano. Durante questo cammino, vi incoraggio a coltivare una relazione di familiarità e amicizia con la Vergine santa. È nostra Madre. Parlatele come a una Madre. Con lei, rendete grazie per il dono prezioso della fede che avete ricevuto dai vostri antenati, e affidate a lei tutta la vostra vita. Come una buona Madre vi ascolta, vi abbraccia, vi vuole bene, cammina con voi. Vi assicuro che se lo farete non ve ne pentirete. Buon pellegrinaggio verso la Giornata mondiale della gioventù del 2019.

Che Dio vi benedica.

papa Francesco, 21 marzo 2017

Si segnala, inoltre, il Video del Papa pubblicato a Marzo 2018 su “Formazione al discernimento spirituale“:

Si segnala l’articolo integrale, qui di seguito, realizzato da Missioni OMI – Rivista Mensile di Attualità Missionaria a cura di Angelica Ciccone.

23/02: Giornata di preghiera e digiuno per la pace

Si celebra oggi, 23 febbraio, primo venerdì di Quaresima, una Giornata di preghiera e digiuno per la pace, in particolare per il Sud Sudan e la Repubblica Democratica del Congo. L’iniziativa è stata lanciata da Papa Francesco durante l’Angelus di domenica 4 febbraio.

All’Angelus, Papa Francesco propone di guardare “al tragico protrarsi di situazioni di conflitto in diverse parti del mondo” invitando anche i fratelli e le sorelle non cattolici e non cristiani ad associarsi “nelle modalità che riterranno più opportune, ma tutti insieme”.

Preghiera nella Basilica di Maria Ausiliatrice

Nel clima della giornata di preghiera e digiuno indetta dal Santo Padre per impetrare il dono della pace, i fedeli riuniti oggi nella Basilica di Maria Ausiliatrice in Torino sono invitati ad offrire la loro preghiera per le necessità della Famiglia Salesiana presente in Siria.

Questa intenzione è espressa da un cero accesso dinanzi al quadro dell’Ausiliatrice in Basilica. Si tratta di una tappa ulteriore del cammino di ringraziamento e preghiera inaugurato dal Rettor Maggiore don Angel Fernandez Artime nel contesto delle celebrazioni per il 150° anniversario della consacrazione della Basilica di Valdocco.”

Uniti insieme, dunque, per indurre chiunque a un serio discernimento su quanto sta avvenendo nei bassifondi della storia. In effetti, i due Paesi dell’Africa subsahariana per cui pregare e digiunare, duramente provati dalle violenze, sono l’emblema di quelle che il pontefice chiama «periferie del mondo».

Ed è proprio la storia di quelle terre insanguinate che TV2000 ha dedicato alcuni servizi, proposti qui di seguito.

Sud Sudan e Congo, nel cuore del Papa e
al centro della Giornata di digiuno e preghiera

Siamo alla vigilia della giornata di digiuno e preghiera per la pace fortemente voluta dal Papa. Nel cuore di Francesco, la situazione drammatica in Congo e in Sud Sudan, oltre a quella della Siria, paese in cui, negli ultimi giorni, la guerra si è di nuovo infiammata. Da tutto il mondo continuano ad arrivare adesioni all’iniziativa rivolta ai fedeli di tutte le religioni, non solo cristiani. Grande l’impegno della chiesa nei processi di pacificazione nei due paesi africani, dilaniati da guerre civili e piegati da massacri e carestie. Servizio di Maurizio Di Schino

PREGHIERA E DIGIUNO PER LA PACE

Nell’Angelus del 4 febbraio 2018 Papa Francesco è tornato a parlare del tragico protrarsi di situazioni di conflitto in diverse parti del mondo, in particolare in Sud Sudan e Congo. Ha così invitato tutti a partecipare ad una speciale Giornata di preghiera e digiuno per la pace che si terrà venerdì 23 febbraio 2018. In questa occasione abbiamo incontrato alcuni membri della comunità cattolica congolese a Roma: Padre Rigobert Kyungu sj, segretario regionale dei Gesuiti per l’Africa e segretario dei Consiglieri ed Assistenti Religiosi Congolesi di diverse congregazioni a Roma; Barthélemy Hemedi Nasibu, Ricercatore e studente in filosofia politica alla Pontificia Università Gregoriana di Roma e Suor Marie-Pierre OTIBA, segretaria francofona della Sacra Famiglia di Bordeaux. Con loro abbiamo ripreso le parole del Papa del 23 novembre 2017 nella Preghiera e digiuno per il Congo e il Sud Sudan.

In vista della Giornata di preghiera e digiuno per la pace nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan, nata dall’invito di Papa Francesco per evidenziare la situazione drammatica che i due paesi stanno vivendo a causa dei conflitti in atto, dedichiamo il nostro incontro di oggi al Sud Sudan. Abbiamo incontrato tre testimoni di missione in Sud Sudan: Sr Paola Moggi, Direttrice del Centro di Comunicazione Combonifem; Sr Lucia Disconsi missionaria comboniana e Padre Richard Iga Alao dell’Arcidiocesi di Khartoum in Sudan. E con loro, abbiamo riascoltato le parole di Papa Francesco nell’Angelus del 4 febbraio 2018 e in Visita del Santo Padre Francesco alla Comunità Anglicana nella Chiesa «All Saints’» di Roma del 26 febbraio 2017.

 

Ecco, ancora, un interessante articolo di Avvenire a cura di Giulio Albanese che spiega il significato di questa Giornata di preghiera e digiuno per la pace.

 

Con la vita degli ultimi. Questa giornata indetta dal Papa

Ciò che conquista gli animi nei discorsi di papa Francesco è il punto di vista: un inedito sguardo extra moenia o “fuori le mura”, che pensa la Chiesa a partire dal mondo, non viceversa. L’odierna giornata di preghiera e digiuno per la pace nella Repubblica Democratica del Congo e nel Sudan Meridionale, alla quale Francesco invita tutti, si inserisce in questo contesto e dovrebbe indurre chiunque a un serio discernimento su quanto sta avvenendo nei bassifondi della storia. In effetti, i due Paesi dell’Africa subsahariana per cui pregare e digiunare, duramente provati dalle violenze, costituiscono l’emblema di quelle che il pontefice, nel suo magistero, chiama «periferie del mondo».

Ed è proprio la storia di quelle terre insanguinate, pur passando dai resoconti della memoria in mani sempre diverse, quante sono le generazioni, che dovrebbe aiutarci a comprendere quanto aberrante sia l’egoismo umano. Essa, infatti, continua a costituire la narrazione permanente, modulata con generi letterari diversi, di modelli di civilizzazione che in fondo hanno sempre generato, oltre alle guerre, esclusione a dismisura.

Il Congo di cui stiamo parlando, ex possedimento personale di re Leopoldo dei Belgi, è un Paese dove le ingiustizie e le sopraffazioni più terribili hanno rappresentato una costante fin dai tempi del colonialismo. E lo stesso ragionamento può essere riferito al Sud Sudan, la più giovane nazione africana, nata a seguito di una consultazione referendaria nel 2011. Ma anche in questo caso, sia prima dell’indipendenza che poi, a dettare le regole del gioco, sono stati i violenti. Pertanto, la licenza di uccidere, calpestando la dignità umana,va condannata e soprattutto scongiurata, promuovendo cammini di pace. Non basta, cioè, invocare la fine delle ostilità perpetrate dai signori della guerra.

Come diceva il compianto arcivescovo di Milano, cardinale Carlo Maria Martini, «la pace ha un costo, la pace si paga. Anche il Vangelo, quando dice “A chi vuole toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello”, fa capire che c’è un prezzo da pagare, che non basta invocare la pace». Bisogna essere disposti a sacrificare anche qualcosa di proprio, per questo grande bene; e non solo a livello personale, ma anche di gruppo, di popoli e nazioni. Andando, soprattutto, al di là di quel perbenismo endemico del nostro tempo, per cui le miserie del mondo sono da addebitare, paradossalmente, alle vittime stesse della miseria, sarebbe opportuno interrogarsi sulle cause, quasi mai mediatizzate, che generano morte e distruzione. Ecco che allora scopriremmo intrighi d’ogni genere legati al diktat dell’interesse, poco importa se di questa o quella oligarchia, di questa o quella multinazionale.

È evidente che una vasta umanità dolente, vittima di soprusi a non finire, patisce innanzitutto e soprattutto le conseguenze di legami interessati, maliziosi e artefatti che dipendono dall’ingordigia di chi guarda solo e unicamente alla massimizzazione dei propri profitti. Bisogna chiedersi, allora, pregando e digiunando – se il nostro presente e il nostro futuro non siano intrappolati nelle strutture di peccato, di cui lo sfruttamento e l’abbandono delle «periferie» sono il segno più evidente.

L’impegno deve essere quello di un decentramento, guardando al mondo dalla parte degli ultimi. Non esserne capaci equivarrebbe al sonnambulismo di una fede disincarnata, oppiacea, relegata nelle sacrestie vetuste che sono l’antitesi della frontiera del Vangelo.

Un percorso di conversione, che la mistica quaresimale propone, nella consapevolezza che «essere morali – con le parole del grande sociologo Zygmunt Bauman – significa sapere che le cose possono essere buone o cattive. Ma non significa sapere, né tanto meno sapere per certo, quali siano buone e quali cattive. […] Essere morali significa non sentirsi mai abbastanza buoni…». Il mistero della predilezione di Gesù per i poveri e la loro centralità nei dinamismi del Regno e della missione suggeriscono a ogni Chiesa, nel Nord come nel Sud del mondo, di condividere la vita dei poveri e questa giornata ce lo ricorda.

(Articolo pubblicato su Avvenire.it)

Un cammino sinodale speciale per Don Rossano Sala

Al termine della III Riunione del XVI Consiglio Ordinario del Sinodo, tenutasi nel pomeriggio di Venerdì 17 Novembre 2017, il Santo Padre ha annunciato le nomine per il Sinodo 2018.

Don Rossano Sala, salesiano e docente straordinario di Pastorale Giovanile presso la Università Pontificia Salesiana e Direttore della​ Rivista Note di Pastorale Giovanile (Italia)​, sarà impegnato nel cammino sinodale nell’incarico di Segretario Speciale​.

Ecco la notizia pubblicata da ACI Stampa:

Sinodo sui giovani: il Papa nomina il Relatore Generale e i Segretari Speciali

Come di consueto, Papa Francesco ha partecipato alle riunioni del Consiglio. Annunciando la nomina, la Segreteria Generale dei Sinodo dei Vescovi ha spiegato “che la nomina di due Segretari Speciali si conforma con l’articolo 14 §3 dell’Ordo Synodi Episcoporum (cf. canone 348 § 2 del C.I.C.). Tale funzione può essere affidata ad ecclesiastici non vescovi, come già avvenuto nel passato in diverse Assemblee sinodali”.

Il Cardinale Sérgio Rocha è stato creato cardinale da Papa Francesco nel suo terzo concistoro, che si è tenuto il 19 novembre 2016.

Padre Giacomo Costa, gesuita, è direttore dal 2010 della rivista “Aggiornamenti Sociali”, ed è considerato tra le persone consultate nella stesura dell’enciclica Laudato Si. Don Rossano Sala, salesiano, insegna Teologia Pastorale presso la Pontificia Università Salesiana di Roma. I salesiani, molto attivi nel campo della pastorale giovanile, hanno avviato una serie di iniziative in preparazione del Sinodo dei giovani.

 

 

VideoStory Campo 4 – Per essere protagonisti del Sinodo

Il Campo 4, tenutosi al Colle don Bosco dal 29 settembre al 2 ottobre, è stato occasione per numerosi giovani di confrontarsi con i temi proposti dall’imminente “Sinodo dei Vescovi” e, più in generale, sul senso della vita come vocazione.

Un video realizzato con le foto dell’esperienza e che prende in prestito la preghiera di Papa Francesco per il Sinodo prova a trasmettere le emozioni e le riflessioni vissute:

PREGHIERA DELLA COMUNITA’

Signore Gesù,

la tua Chiesa in cammino verso il Sinodo
volge lo sguardo a tutti i giovani del mondo.

Ti preghiamo perchè con coraggio
prendano in mano la loro vita,
mirino alle cose più belle e più profonde
e conservino sempre un cuore libero.

Accompagnati da guide sagge e generose,
aiutali a rispondere alla chiamata
che Tu rivolgi a ciascuno di loro,

per realizzare il proprio progetto di vita
e raggiungere la felicità.

Tieni aperto il loro cuore ai grandi sogni
e rendili attenti al bene dei fratelli.

Come il Discepolo amato,
siano anch’essi sotto la Croce
per accogliere tua Madre, ricevendola in dono da Te.

Siano testimoni della tua Risurrezione
e sappiano riconoscerti vivo accanto a loro
annunciando con gioia che Tu sei il Signore. Amen.

PREGHIERA DEI GIOVANI

Signore Gesù,
la tua Chiesa volge lo sguardo ai giovani.
Oso dirti che vorrei prendere sul serio la mia vita
e che ci terrei molto ad avere un cuore libero.

La lotta per non cedere alle semplici comodità
e per mirare a cose più vere e profonde mi costa, ma mi rende felice.
Vorrei una felicità autentica, aperta ai grandi sogni e mai tenuta solo per me.
Ti chiedo di essermi vicino, di farmi forte nella tentazione.

Guardo alla vicenda del discepolo amato
e alla sua sete di verità che è anche la mia.
Signore, ti prometto che ci proverò sul serio.
Chiarirò a me stesso
da dove nasce questa mia sete.

Sarò anch’io sotto la Croce.
Sarò anch’io in mezzo al mare dove tutti dicono
che non si pesca nulla in questa notte nera.
Signore, piacerebbe anche a me urlare a tutto il mondo,
riferendomi a teche ci vieni incontro sulle acque: “è il Signore!”

Infine vorrei tanto ospitare tua Madre,
come ha fatto Giovanni, ricevendola in dono da Te.
Signore, per questi miei propositi e per l’amore che mi lega a Te,
mio e nostro Salvatore, ti prego: ascoltami!

Papa Francesco