Lettera dell’Ispettore – Novembre 2025

Si riporta di seguito la lettera dell’Ispettore del Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania don Leonardo Mancini per il mese di novembre 2025.

Valdocco, 30 novembre 2025
Prima Domenica di Avvento

A confratelli e laici corresponsabili
di
Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania,

Carissimi confratelli, carissime laiche e laici corresponsabili, un saluto cordiale a tutti/e voi, in questa fine di novembre 2025.

Siamo appena entrati nel nuovo anno liturgico e nel Tempo di Avvento. C’è un nuovo cammino di grazia che si apre davanti a noi. Un cammino lungo il quale il Signore vuole essere atteso, cercato, trovato, accolto, incontrato, ascoltato, seguito, imitato, amato fino alla fine!

Sappiamo bene che il tempo di Avvento chiede di coltivare gli atteggiamenti virtuosi della ricerca vigile, della fede viva, dell’attesa gioiosa. Vorrei fermarmi a riflettere brevemente su uno di questi atteggiamenti, quello della gioia, che è parte integrante della spiritualità cristiana ma anche della spiritualità salesiana.

Mi sembra utile proporre questa riflessione, perché la nostra vita talora viene appesantita da difficoltà personali, comunitarie, familiari, provenienti dalla nostra missione o anche dalle vicende spesso dolorose che il mondo vive. E la gioia rischia di venire meno, di capitolare, di essere rinviata a tempi migliori.

Nonostante ciò la gioia (o allegria) fin dalle origini è un ingrediente fondamentale dell’Oratorio di Valdocco. È Domenico Savio – sulla scorta di quanto imparato da Don Bosco – che nell’ottobre 1855 dice a Camillo Gavio, ragazzo quindicenne arrivato convalescente a Valdocco da Tortona, e che appariva un po’ malinconico e intimidito, ma anche profondo e disponibile a fare la volontà di Dio: Sappi che noi qui facciamo consistere la santità nello stare molto allegri. Noi procureremo soltanto di evitare il peccato, come un gran nemico che ci ruba la grazia di Dio e la pace del cuore; procureremo di adempiere esattamente i nostri doveri e frequentare le cose di pietà. Comincia fin d’oggi a scriverti per ricordo: Servite Domino in laetitia: serviamo il Signore in santa allegria (Memorie Biografiche V, 356).

L’allegria alla quale siamo invitati dall’insegnamento di Don Bosco non ha radici superficiali; non ignora i problemi e i mali del mondo. Ma ricorda che la comunione con Dio è l’unica condizione che può donare pace al nostro cuore, così assetato di gioia. E questo segreto Don Bosco ha voluto comunicarlo con insistenza a ragazzi, confratelli, laici impegnati nella comune missione, tanto da farlo diventare una caratteristica portante della spiritualità salesiana. Tale caratteristica viene fortemente ribadita dall’articolo 17 delle Costituzioni Salesiane, che si intitola Ottimismo e gioia. Esso recita così:

17. Il salesiano non si lascia scoraggiare dalle difficoltà, perché ha piena fiducia nel Padre: «Niente ti turbi», diceva Don Bosco. Ispirandosi all’umanesimo di san Francesco di Sales, crede nelle risorse naturali e soprannaturali dell’uomo, pur non ignorandone la debolezza. Coglie i valori del mondo e rifiuta di gemere sul proprio tempo: ritiene tutto ciò che è buono, specie se gradito ai giovani. Poiché annuncia la Buona Novella, è sempre lieto. Diffonde questa gioia e sa educare alla letizia della vita cristiana e al senso della festa: «Serviamo il Signore in santa allegria».

L’articolo 17 è chiaramente diretto ai salesiani consacrati, ma penso sia legittimo estenderne i destinatari a tutti coloro che lavorano e si riconoscono nel nome di Don Bosco. Non è un caso infatti che nella Carta d’Identità della Famiglia Salesiana, l’articolo 33 si intitoli: Ottimismo e gioia nella speranza. E che tale articolo risulti in qualche modo la ripresa e l’estensione dell’art. 17 delle Costituzioni salesiane.

Si legge tra l’altro nell’articolo 33: La gioia che proviamo quaggiù è un dono pasquale, anticipo della gioia piena di cui godremo nell’eternità. Don Bosco ha intercettato il desiderio di felicità presente nei giovani e ha declinato la loro gioia di vivere nei linguaggi dell’allegria, del cortile e della festa; ma non ha mai cessato di indicare Dio quale fonte della gioia vera. E più avanti: Alla scuola di Don Bosco l’appartenente alla Famiglia Salesiana coltiva dentro di sé alcuni atteggiamenti che favoriscono la gioia e la comunicano agli altri. 1. La fiducia nella vittoria del bene /…/. 2. L’apprezzamento dei valori umani /…/. 3. L’educazione alle gioie quotidiane…

Nonostante le difficoltà e le sofferenze che il quotidiano ci può riservare, non c’è dubbio che il nostro cuore nel profondo continui a desiderare la gioia; e vale lo stesso, certamente, per il cuore dei giovani. Sappiamo che solo il Signore Gesù può soddisfare la nostra sete di gioia e di infinito. Vi auguro perciò di vivere il tempo di Avvento come ricerca gioiosa del Signore, una ricerca costellata da piccole o grandi sorsate di gioia, attinte dal quotidiano; prima di giungere nuovamente alla celebrazione della pienezza sorgiva di Cristo, che si rivela nel mistero dell’Incarnazione.

Buon tempo di Avvento!

Con affetto in Don Bosco,
Don Leonardo Mancini
Ispettore ICP