Appello di Salesiani per il Sociale: è prioritario investire stabilmente sull’infanzia e l’adolescenza e costruire un nuovo Patto Educativo

Si riporta di seguito il Comunicato Stampa di Salesiani per il Sociale.

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In occasione della Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, la rete Salesiani per il sociale rinnova il proprio impegno a garantire a bambini e ragazzi il diritto fondamentale di crescere in un ambiente sicuro, protetto e ricco di speranza.

Oltre 100mila beneficiari raggiunti ogni anno attraverso più di 600 realtà territoriali distribuite in tutta Italia, che include 97 servizi socioeducativi, tra cui 45 Centri diurni e 33 Case famiglia: sono i numeri della rete dei Salesiani per il sociale che, in occasione della Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (20 novembre), rinnova il proprio impegno nell’assicurare a bambini e ragazzi in difficoltà la possibilità di vivere in contesti educativi sani, accoglienti e stimolanti. In Italia sono circa 33mila i minorenni che vivono lontano dalla propria famiglia d’origine, senza contare gli oltre 16mila minori stranieri non accompagnati. Tutti hanno un diritto fondamentale: crescere in un ambiente sicuro, affettivo e favorevole al loro sviluppo. Nelle 33 Case famiglia della Rete salesiana sono accolti circa 300 minori, tra i 12 e i 18 anni, su richiesta dei servizi sociali e con disposizioni del Tribunale per i Minorenni:

«Molti di questi bambini e adolescenti hanno alle spalle esperienze di abbandono, violenza o solitudine. Ognuno di loro porta dentro di sé una ferita, ma anche una possibilità – spiega don Francesco Preite, Presidente nazionale di Salesiani per il sociale – Ci ispiriamo al Sistema Preventivo di don Bosco, che mette al centro la relazione e la crescita integrale della persona, anche nella sua dimensione spirituale. Le nostre Case famiglia non sono luoghi meramente assistenziali, ma case dove crescere e imparare a credere di nuovo in sé stessi e negli altri. Il nostro obiettivo non è solo proteggere, ma restituire futuro. Per questo chiediamo un nuovo patto sociale ed educativo tra Istituzioni, Terzo Settore, scuola, Chiesa e territori, capace di costruire una rete solida fatta di strutture accoglienti, operatori formati e percorsi di inserimento sociale efficaci, insieme a investimenti stabili nelle politiche per l’infanzia e l’adolescenza».

All’interno delle Case famiglia, i ragazzi trovano un ambiente sicuro e inclusivo che dà loro opportunità concrete di crescita: scuola, sport, formazione professionale, relazioni sane e una comunità educativa che li accompagna ogni giorno. Anche dopo i 18 anni, Salesiani per il sociale continua a sostenerli nella ricerca di una casa, di un lavoro o nel proseguimento degli studi. Molti di loro, diventati maggiorenni e usciti dalla Casa famiglia, tornano a far visita, a condividere traguardi e momenti importanti: segno che l’appartenenza alla comunità salesiana non si esaurisce con la fine del percorso, ma diventa famiglia per sempre. Sono testimonianza e ispirazione per chi vive ancora in Casa famiglia, la prova concreta che un’altra vita autonoma e piena di soddisfazioni è possibile.

Gli educatori sono il cuore pulsante delle comunità: accompagnano i ragazzi nella vita di ogni giorno e curano i rapporti con famiglie, servizi sociali, scuola e sanità. Le équipe multidisciplinari, composte da educatori e psicologi, garantiscono una presenza continua, 24 ore su 24, offrendo ascolto, stabilità e punti di riferimento. Gli educatori accompagnano i minori a scuola, vanno a prenderli, parlano con gli insegnanti, seguono i giovani nello studio, nello sport, cucinano per loro, accompagnano bambini e ragazzi alle visite mediche: sono le maglie di una “rete di sicurezza” che protegge e guida bambini e ragazzi giorno per giorno, garantendo il rispetto di tutti i loro diritti e promuovendo la loro felicità.

«La povertà non è una statistica: è una ferita aperta nel cuore del nostro Paese. Ogni bambino escluso da opportunità, ogni ragazzo lasciato solo, è una sconfitta collettiva – dichiara don Preite – In Italia, secondo l’ISTAT, vivono oltre un milione e trecentomila bambini in povertà. Non bastano più progetti isolati o risposte emergenziali: servono politiche strutturali, risorse stabili e coraggio politico per garantire a tutti i minori protezione, salute, sicurezza, benessere, partecipazione e uguaglianza. Serve un nuovo patto sociale che restituisca dignità ai bambini e agli adolescenti più fragili, cancellando lo stigma che li isola e li condanna all’invisibilità. Essi non sono “problemi da gestire”, ma vite da valorizzare, cittadini di oggi e del domani. Garantire i diritti dei minori significa anche sostenere chi ogni giorno li accompagna – famiglie, comunità, operatori sociali e educatori – offrendo strumenti adeguati, tutele reali e riconoscimento professionale. Come Salesiani per il sociale, scegliamo con decisione da che parte stare: dalla parte dei bambini, dei ragazzi, della speranza e della comunità. Perché senza accoglienza e tutela non c’è futuro, senza comunità che sostengono i giovani non c’è giustizia».

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