Don Bosco Cumiana: un aiuto concreto per l’Ucraina al Villaggio Globale del Sermig

Nelle scorse giornate, alcuni ragazzi della Scuola Don Bosco Cumiana hanno preso parte alla preparazione dei pacchi per l’emergenza in Ucraina presso il Villaggio Globale del Sermig, presente nel cortile della scuola stessa. Di seguito la notizia riportata sul sito dell’opera con il commento del Professor Roberto Lerda e le testimonianze dei ragazzi che vi hanno partecipato.

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Il Professor Roberto Lerda scrive:

La scorsa settimana con alcuni ragazzi delle classi terze medie abbiamo partecipato alla preparazione dei carichi umanitari per l’emergenza in Ucraina presso il Villaggio Globale del Sermig, presente nel cortile della nostra scuola. Credo sia stata una bella occasione per fare qualcosa insieme, di utile per gli altri. Molti di loro hanno detto che sono stati contenti e che hanno vissuto un momento di felicità. E io mi sono chiesto: cos’è che ci rende felici nel caricare degli scatoloni, nello smistare degli alimenti? In fondo nessuno ha incontrato una persona povera, nessuno è stato in contatto con qualche storia commovente… Eppure molti mi hanno trasmesso questo senso di gioia. Ritengo che questo sentimento derivi da più aspetti: innanzitutto, il fatto che abbiamo lavorato insieme e fare le cose insieme rende tutto più bello anch’io ho lavorato con loro e penso che in un contesto come quello del servizio siamo tutti allievi, qualcuno con più esperienza qualcuno meno, ma tutti siamo a disposizione per fare il bene. Poi, credo che quello che ci possa rendere felici sia sentirsi utili nel fare un atto d’amore: anche un pacco di pasta può diventare un gesto d’amore; l’amore diventa una scatoletta di tonno, un pacco di latte, una scatola di prodotti igienici, una coperta. L’amore può prendere tante forme, ma è quello che noi cerchiamo in fondo ad ogni cosa: scavare dentro le scatole (come abbiamo fatto) in fondo ci aiuta a scavare dentro noi stessi, a cercare la bellezza e provare a tirarla fuori. Solo in questo modo, anche in una situazione tragica come quella che stiamo vivendo, ci sono spiragli di luce in mezzo al buio della guerra: se tutti facessimo così, un mondo diverso sarebbe già una realtà; un mondo diverso è possibile perché tante persone proprio in questi giorni già lo stanno vivendo attraverso i loro gesti di bene. Amare e lasciarsi amare è lo scopo della vita: non è sempre facile, anzi a volte è molto difficile, ma non bisogna mollare… Questa è la sola, grande battaglia che tutti dobbiamo combattere! Per questo sono felice che i ragazzi abbiano potuto gustare questa opportunità. Ognuno di noi, per rispondere alle cose negative, può scegliere nel suo cuore di essere maggiormente una persona di pace, a partire dai rapporti in classe, in famiglia, tra amici. Se ciascuno lo sceglie e ne rimane fedele, questa sarà la vera rivoluzione!

Alcuni pensieri dei ragazzi: • Penso che sia stata una bella esperienza che dimostra come nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa per un futuro migliore. • Penso che abbiamo fatto una cosa utile insieme, ci siamo divertiti a faticare per una buona causa. La cosa più bella secondo me è stata aiutare persone che non conosciamo a trovare speranza in questa brutta situazione. • Tra tutte le cose, una in particolare mi ha fatto stare meglio: finalmente sono riuscito a fare qualcosa di utile non solo per me ma anche per aiutare gli altri in difficoltà. • Durante il lavoro per l’Ucraina, mi sono sentito utile e libero, perché nessuno poteva prendermi in giro, perché ne non aveva il tempo e rimaneva escluso dal lavoro; quando si lavora servono tutte le mani possibili, senza esclusioni o pregiudizi. • Mi è rimasta la sensazione di poter fare qualcosa, di non stare a guardare e fare il più possibile per tutto e tutti. • Dopo aver fatto questa esperienza, ho scoperto che anche facendo poco, cioè spostando cibo da una scatola all’altra, mi sono sentita parte di qualche cosa. Ero felice perché sapevo che quello che stavo facendo sarebbe servito a persone che hanno bisogno di aiuto.