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Inaugurazione dei nuovi spazi del CNOS-FAP di Alessandria – La Voce e il Tempo & La Voce Alessandrina

Le riviste “La Voce e il Tempo” e “La Voce Alessandrina” hanno dedicato due articoli all’inaugurazione dei nuovi spazi del CNOS-FAP di Alessandria da parte del Vescovo, mons. Guido Gallese, e di alcuni maestri del lavoro. Di seguito gli articoli apparsi sui due siti.

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La Voce e il Tempo

Don Bosco è con noi in officina

Nuova vita per la sede Cnos-Fap di Alessandria, l’ente di formazione professionale salesiano punto di riferimento per tutta la provincia per i giovani e gli adulti che devono riqualificarsi per reinserisi nel mondo del lavoro. Mercoledì 12 ottobre, alla presenza del Vescovo, mons. Guido Gallese e di alcuni «maestri del lavoro», sono stati inaugurati i nuovi locali del Centro.

Don Mauro Mergola, direttore della casa salesiana di Alessandria, già parroco a San Salvario a Torino, ha sottolineato la vicinanza dei salesiani con il tessuto sociale dei luoghi in cui sono presenti; don Pietro Mellano, direttore del Cnos-Fap di Alessandria, ha evidenziato l’importanza del lavoro come impegno sociale e ha riassunto come i tre settori della formazione professionale di Alessandria (Meccanica industriale, Meccanica dell’automobile, Operatore dei Servizi d’Impresa) vadano in quella direzione, grazie all’impegno quotidiano di tanti formatori che proseguono la pedagogia di don Bosco. Don Alberto Martelli, direttore generale del CnosFap Piemonte e direttore della Scuola Media e del Cnos di Valdocco di Torino, ha detto agli allievi come il futuro passi anche dalle loro mani, come il lavoro crei dignità, come i Centri di formazione professionale dei salesiani nati a Valdocco investano energie personali ed economiche in questa direzione, per il bene dei ragazzi. I cavalieri del lavoro presenti, hanno ricordato ai ragazzi la bellezza dell’impegnarsi sul lavoro e l’importanza della sicurezza.

È stata poi consegnata ad un’allieva meritevole, Chayma El Hammioui, una borsa di studio in memoria del defunto padre Felice Gilardi (anch’egli cavaliere del lavoro). Il Vescovo ha invitato i ragazzi a pensare che lavorare non è lo scopo della vita: il lavoro è un mezzo per realizzare qualcosa nel mondo secondo i nostri talenti:

«impegnatevi a trovare il vostro talento nascosto».

Accompagnati da una delegazione di ragazzi è seguita la visita ai nuovi ambienti (uffici, mensa, le aule): pensati secondo la pedagogia di don Bosco: valorizzare

«l’intelligenza nelle mani».

La Voce Alessandrina

Il Vescovo inaugura i nuovi spazi del Cnos-Fap

Intervista a don Pietro Mellano

Mercoledì 12 ottobre si è svolta l’inaugurazione dei nuovi spazi del centro di formazione professionale Cnos-Fap di Alessandria (corso Acqui 398), con la presenza di monsignor Guido Gallese.

«Io sono arrivato ad Alessandria con la pandemia, ed erano impensabili visite di questo tipo. Adesso, che siamo un po’ usciti dal “tunnel”, ci è sembrata una bella occasione per invitarlo e fargli conoscere da vicino questa realtà e i nostri giovani. Siamo una scuola cattolica, ma ospitiamo ragazzi di tantissime culture e religioni. Cerchiamo di spiegare loro il nostro modo di educare, vicino a San Giovanni Bosco. E per questo ci sembrava importante far conoscere il Pastore della nostra realtà ecclesiale»

ci racconta don Pietro Mellano, da tre anni direttore del Cnos-Fap alessandrino. Una realtà importante del nostro territorio che conta 130 allievi, nella fascia dai 14 ai 19 anni, e circa un centinaio di adulti per i corsi diurni.

Don Pietro, quali spazi avete inaugurato?

«Lo scorso anno abbiamo sistemato e aperto una nuova ala del centro di formazione. Il Centro, così, si è arricchito di una serie di uffici attinenti alla segreteria didattica, amministrativa e all’amministrazione. E poi un’altra zona dedicata a uffici che si chiamano “sportello al lavoro”: si tratta di un servizio importante che cura la relazione tra gli allievi dei tre settori professionali (meccanica industriale, meccanica dell’automobile, operatore ai servizi d’impresa, ndr) e il mondo del lavoro, ovvero le aziende. Nel percorso formativo dei nostri ragazzi, infatti, sono in programma stage operativi nelle aziende. Per questo è fondamentale il dialogo con loro. Ma non solo…».

Prego.

«Abbiamo anche una zona aperta al pubblico: su appuntamento riceviamo persone che stanno cercando di capire come ricollocarsi nel mondo del lavoro. Ma anche se devono approcciarsi a percorsi di formazione, o ex allievi che vogliono cercare o cambiare lavoro. Uno può dire: “Ma non ci sono già agenzie interinali?”. Sì, ma il plus che ha il nostro sportello è quello della formazione. Possiamo coniugare corsi, per giovani o adulti che effettuiamo lungo l’anno formativo, e opportunità di lavoro. Avevamo, quindi, il desiderio di fare un’inaugurazione di questi spazi, con il taglio del nastro e la benedizione del nostro Vescovo».

Un’occasione speciale, anche per un altro motivo.

«Sì, perché è stata consegnata la prima borsa di studio “Felice Gilardi, Maestro del lavoro”. La signora Paola Gilardi, in memoria del padre, maestro del lavoro, ha voluto fare una donazione a un nostro allievo meritevole: a riceverla, una ragazza del secondo anno. È stato un momento simbolico, significativo e utile per sottolineare ai nostri giovani che chi fa bene viene riconosciuto e premiato».

Obiettivi futuri?

«Abbiamo lanciato un nuovo percorso che si chiama “Saldo carpenteria”. Dura solo un anno ed è rivolto ai giovani dai 17 ai 20 anni. È legato al settore meccanico, per ragazzi con situazioni difficili e insuccessi scolastici, affinché possano tornare ad avere fiducia in loro stessi. E, tramite uno stage di 300 ore, poter dare, da subito o in prospettiva, un’opportunità nel mondo lavorativo. La risposta è stata molto buona: abbiamo 15 allievi, ma aumenteranno. Stiamo anche lavorando per evitare la dispersione scolastica, un flagello che connota l’Italia e, in particolare, l’alessandrino. È un momento storico complicato per i ragazzi, ma non dobbiamo perderne neanche uno. Un altro obiettivo è fare rete con tutte le realtà sociali del territorio che si occupano di giovani, dispersione e famiglia. E anche di persone diversamente abili: lavoreremo per dare loro delle opportunità, perché con un percorso ad hoc possono dare tanto. Sono certo che otterremo dei buoni risultati».

CFP Alessandria: alleanze per il Lavoro e la Formazione

Il 24 maggio al CNOSFAP di Alessandria i due centri Cnosfap dell’area – Alessandria e Serravalle – hanno intessuto i rapporti e i dialoghi con i diversi attori aderenti all’iniziativa Alleanze per il Lavoro e la Formazione attraverso un convegno che ha avuto più il sapore del confronto, in vista della stipula di una vera e propria alleanza per favorire il lavoro e la formazione sul territorio. Di seguito la notizia riportata dal sito del CFP di Alessandria.

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Un incontro più conviviale che tecnico, quello del 24 maggio al Centro di Formazione CNOSFAP di Alessandria.

Un lavoro iniziato mesi fa con l’idea di creare una sinergia concreta sul territorio, celebrato con un convegno che ha avuto più il sapore di un confronto, aperto e lungimirante, in vista della stipula di una vera e propria alleanza per favorire il lavoro e la formazione nel territorio alessandrino e novese.

I Centri del CNOS-FAP nell’Alessandrino

I due centri Cnosfap dell’area – Alessandria e Serravalle – hanno intessuto i rapporti e i dialoghi con i diversi attori aderenti all’iniziativa Alleanze per il Lavoro e la Formazione”.

I protagonisti al tavolo tecnico

I protagonisti al tavolo tecnico sono stati i rappresentanti dell’Unione Industriale CONFINDUSTRIA Alessandria, nella persona di Marinella Bonomo, responsabile education e formazione; il Dirigente dell’Istituto tecnico Nervi-Fermi-Vinci-Migliara, Filippo Pelizza, insieme al suo Staff di vicedirezione; i rappresentanti locali del sindacato per le Parti Sociali nonché una qualificata rappresentanza della Sezione locale dei Maestri del Lavoro, con la persona del Cav. Giovanni Casaleggio. Non poteva mancare la Presidenza dell’Unione Ex-Allievi del Cnos-Fap, sempre attiva e collaborativa.

In rappresentanza dei Centri Cnosfap, hanno accolto e favorito gli interventi il Direttore di Alessandria, Don Pietro Mellano con il Coordinatore di Centro Lodovico Como e la Referente del Settore Servizi al Lavoro Martina De Mori, mentre per il Centro di Serravalle il direttore Roberto Mandirola con la Referente del Settore Servizi al Lavoro Valeria Anna Teti.

La presenza delle Imprese

Cruciale è stata la presenza di alcuni consiglieri delle imprese associate in Confindustria: Bonino S.p.A., Fratelli Bigaran, Gefit, Michelin Italia, Italvalv, Abazia, Paglieri.

Con loro si sono andati a definire i fabbisogni del territorio, le esigenze formative, nuovi progetti per dare ascolto e voce a chi quotidianamente offre al tessuto sociale dignità attraverso il lavoro.

Ecco perché Alleanze per il Lavoro e la Formazione il tema dell’incontro.

“Alleanze per i giovani, che sono al centro di ogni pensiero e di ogni fatica che i Salesiani fanno insieme a tutti i collaboratori in tutti i settori e in particolare qui che siamo in un centro di formazione professionale”

ci ha tenuto a ribadire il Direttore Don Pietro Mellano, intervenuto subito dopo il saluto di benvenuto di Don Luigi Compagnoni, direttore dell’Opera Salesiana Don Bosco di Alessandria.

Alleanze per i giovani che tutti gli ospiti presenti, a partire dai firmatari hanno tenuto a confermare con l’intento di renderle concrete e fattive, con azioni che non devono lasciare spazio a vani tatticismi o aride dietrologie.

“Queste intese strategiche e metodologiche devono essere di stimolo per indicare la direzione ai politici e agli amministratori, da prendere come impegno e spunto nei programmi da realizzare, mettendo i presupposti economici e di fattibilità

ha sottolineato nel suo intervento Fabrizio Berta, Direttore Regionale della programmazione del CNOS-FAP Piemonte, giunto per dare il suo contributo direttamente da Torino qui ad Alessandria.

La firma del protocollo d’intesa

L’incontro, dopo confronti e suggestioni, è stato caratterizzato dalla firma di un protocollo d’intesa fra i due centri Cnos-Fap insieme all’Istituto di Istruzione Superiore Nervi-Fermi-Vinci-Migliara, sotto l’egida di Confindustria Alessandria: lo strumento pone le basi per le Alleanze tra Formazione Professionale, Mondo del Lavoro e Mondo della Scuola.

Il protocollo sarà ancora perfezionato entro il mese di dicembre 2022, attraverso degli incontri periodici fra i sottoscrittori, per porre le basi di un lavoro in rete nella logica del “Progetto passerelle” di cui Cnos-Fap è capofila in Piemonte e nella costituzione di una filiera formativa professionalizzante.

Al termine del tavolo tecnico, è stato offerto un aperitivo preparato e allestito proprio dagli allievi del settore pasticceria e del settore sala-bar del Centro di Formazione Professionale ENAIP di Alessandria. I giovani studenti, dopo 2 anni di restrizioni a causa della pandemia, hanno effettuato per la prima volta una “vera” uscita che ha rappresentato per loro un’importante messa alla prova, oltremodo riuscita ed apprezzata, anche grazie al prezioso coordinamento della loro formatrice Elena Ghislieri.

Ed ora bisogna tirarsi su le maniche, come diceva Don Bosco, e mettersi all’opera insieme. 

 

Centro Don Bosco di Alessandria: torneo di flag football

Domenica 24 aprile, presso il Centro Don Bosco di Alessandria, si è svolta una giornata dedicata al flag football. Un torneo amichevole fra squadre del Piemonte, Lombardia e Liguria sia under 13 che under 15. Il flag football è uno sport di gruppo di origine americana che insegna disciplina e per questo ci sono squadre miste di maschi e femmine senza distinzione di sesso. Si distingue dal football classico in quanto non vi è contatto fisico e bisogna cercare di togliere la palla all’avversario togliendo le “flag” che sono bandiere attaccate alla cintura di ogni giocatore. Di seguito la notizia riportata dal sito dei Salesiani Don Bosco di Alessandria.

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Domenica 24 aprile, presso il nostro centro Don Bosco di Alessandria, si è svolta una giornata dedicata al flag football. Un torneo amichevole in cui si sono scontrate squadre del Piemonte, Lombardia e Liguria. Infatti abbiamo avuto il piacere di ospitare i Rams, i Blitz, i Pirates e la squadra di casa i Bears e ci sono state sia squadre under 13 che under 15.

Il flag football è uno sport di origine americana che si distingue dal football classico in quanto non vi è contatto fisico e bisogna cercare di togliere la palla all’avversario togliendo le “flag” che sono una sorta di bandiere attaccate alla cintura di ogni giocatore. Il flag football è uno sport di gruppo che insegna disciplina e per questo ci sono squadre miste di maschi e femmine senza distinzione di sesso.

È stata una giornata molto bella anche per il nostro oratorio perché ha portato movimento nei campi di sintetico e allegria e armonia tra le squadre. A fine giornata tutte le squadre si sono raccolte in un grande cerchio in centro campo e con il nostro Don Roberto hanno ringraziato per la bellissima giornata passata.

Per chi volesse approcciarsi a questo sport, l’allenamento è al mercoledì dalle 17 alle 19 presso il centro Don Bosco, o in palestra o nel campo da calcio sintetico.

 

Cnos-fap Alessandria: formazione neoassunti a Valsalice

La sede di Valsalice, sabato 2 aprile, ha accolto alcuni formatori neoassunti del centro Cnos-fap di Alessandria per un corso tenutosi sulla CEP e sull’identità di comunità. I partecipanti hanno seguito in questo modo alcune testimonianze di vita quotidiana come quella di alcune famiglie facenti parte dei Cooperatori dell’Opera Salesiana.

Di seguito la notizia del Cnos-fap Alessandria:

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Sabato 02 Aprile alcuni Formatori del nostro Centro hanno partecipato ad al corso di formazione dei neoassunti della nostra Associazione CNOS-FAP Piemonte presso la sede di Valsalice (TO). Durante la mattinata i Relatori hanno approfondito il tema della CEP, la Comunità Educativa Pastorale, attorno a cui ruotano i principi di “ragione, religione e amorevolezza” ispirati da Don Bosco e hanno raccontato l’importanza della Famiglia Salesiana per i giovani.

“Essere una comunità, fare comunità nelle diversità di ciascuno è di fondamentale importanza. Mettersi in ascolto, rimanendo umili e stimandoci arricchisce il cuore”. Queste le parole di Mauro Pace, Direttore del Liceo di Valsalice.

In seguito, alcune famiglie hanno raccontato la loro esperienza di vita quotidiana come Cooperatori dell’Opera Salesiana, vivendo cristianamente una “libera scelta che qualifica l’esistenza”. La mattinata è stata un’ottima opportunità di condivisione, di “ritorno al senso” che ci spinge e stimola ogni giorno a fare del bene per i giovani.

Maker Lab L2L: il progetto “Lego Lab” ad Alessandria

L’esperienza Maker Lab di Labs to Learn ha preso vita all’Istituto Don Bosco di Alessandria grazie al laboratorio “Lego Lab“: l’utilizzo dei kit Lego, e in generale la programmazione, può infatti far capire come funzionano alcune dinamiche che si affrontano nella vita.

L’utilizzo dei kit Lego e in generale la programmazione, può farci capire molto come a volte funziona la nostra vita quotidiana, quindi banalmente il fatto di usare Scratch, mettere pulsante di inizio, vado avanti dieci secondi, fa capire come tutte le cose a partire dai nostri piccoli movimenti hanno una sorta di programmazione.

Roberta Fracasso

Nasce il nuovo sito dell’Istituto Salesiano Don Bosco di Alessandria

È online il nuovo sito dell’Istituto Salesiano Don Bosco di Alessandria:

 – donboscoalessandria.it

La nuova piattaforma web nasce dalla collaborazione con l’Ufficio di Comunicazione Sociale dell’Ispettoria e permette di scoprire ogni realtà legata al centro, come l’Oratorio, la Parrocchia, la Formazione Professionale e l’Associazione sportiva dilettantistica alessandrina (A.S.D. DON BOSCO ALESSANDRIA).

La presenza di Don Bosco ad Alessandria risale agli inizi del suo sacerdozio. Fin da subito, per motivi pastorali, Don Bosco fu ad Alessandria. La provincia di Alessandria comprendeva quasi tutto il Monferrato, fino a Castelnuovo Don Bosco e dintorni.

Durante le celebri passeggiate autunnali Don Bosco portò i suoi ragazzi anche ad Alessandria, in particolare nella passeggiata dell’ottobre 1862, visitando le chiese e i monumenti della città. Ci ritornò in seguito per seguire le pratiche dell’apertura delle Case salesiane fuori Torino, Mirabello (1863), Borgo San Martino (1870) e Penango (1880).

A seguire la fondazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Nell’alessandrino le FMA apriranno decine di case, soprattutto scuole per l’infanzia, catechesi e oratorio.

Dopo la morte di Don Bosco, sarà il suo successore Don Rua a prendere i contatti per aprire una presenza salesiana in città.

Una CASA che accoglie, una PARROCCHIA che evangelizza, una SCUOLA che avvia alla vita e un CORTILE per incontrarsi da amici e vivere in allegria.

CFP Alessandria: “Studio e stage per 230 allievi: il 70% trova lavoro idoneo” – Il Piccolo

Di seguito l’articolo pubblicato sul giornale della provincia di Alessandria “Il Piccolo” a cura di Massimo Brusasco, in merito alle attività di stage degli allievi del CFP di Alessandria.

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Scuola – Studio e stage per 230 allievi: il 70% trova lavoro idoneo

Incontro allo Cnos, storico centro di formazione professionale. Lo dirige un prete. «Le aziende hanno fretta di assumere, noi possiamo aiutarle»

Qui ci provano a capire cosa serve alle aziende e cosa ai ragazzi. Di solito, le cose collimano: quelle cercano persone con voglia di lavorare, questi di lavorare hanno necessità. In mezzo, ovvero “qui”, c’è lo Cnos, centro di formazione da anni sulla breccia.

Sede alla Don Bosco in corso Acqui, un prete che fa il direttore, 230 allievi e una trentina di realtà produttive alessandrine come partner: sono quelle che si mettono a disposizione per gli stage e che, da ultimo, siglano i contratti con chi si è specializzato nei laboratori salesiani.

«Però ci vuole pazienza: capisco bene che le aziende, talvolta, hanno urgenza di nuovo personale, ma è fondamentale seguire un percorso formativo corretto, così da mandare al lavoro gente qualificata».

La convinzione è di don Pietro Mellano, il direttore dello Cnos. Da come parla, capisci che ama quello che fa. E che si impegna affinché chi cerca e chi offre trovino qui un punto di incontro.

Voglia di crescere

Le ambizioni sono molte, la voglia di ingrandirsi anche. S’è cominciato con l’ampliare gli spazi, inglobando la vecchia scuola materna; si proseguirà col portare da due a tre anni il corso per riparatore veicoli, «in modo tale che, già dopo la terza media, gli interessati possano essere iscritti, senza attendere il compimento del 16esimo anno d’età».

E così verrà equiparato agli altri due corsi, molto gettonati: meccanica industriale e operatore servizi alle imprese.

Non solo:

«Avremo presto anche un corso annuale di saldo-carpenteria, in modo tale da accontentare chi vuole ottenere una qualifica dopo un solo anno di studio. Che è suddiviso in due parti: metà si svolge nel nostro centro, metà in azienda. È un settore interessante, perché c’è molta richiesta».

Il comparto della meccanica tira parecchio:

«Secondo me è importante che noi e le aziende si definisca insieme il percorso formativo. Le opportunità per chi vuole lavorare ci sono, certo è che a volte la politica non aiuta. Ad esempio, in alcuni casi è impensabile che chi gode del reddito di cittadinanza voglia rinunciare al beneficio per entrare in una fabbrica…».

Ultimamente, la richiesta delle aziende è di personale che abbia competenze trasversali, ovvero meccaniche ed elettriche. Lo Cnos, che è prettamente meccanico, sta valutando collaborazioni con altri istituti:

«Una ricetta vincente potrebbe essere unire gli interessi delle aziende con quelli della formazione professionale e di altre scuole del settore. Il territorio, a oggi, ha bisogno di far funzionare la logistica, e ne siamo ben consci. Anche per questo motivo abbiamo avviato contatti con Confindustria: insieme potremo operare ancor meglio».

Anche gli adulti

Intanto, sono 130 gli allievi che seguono i corsi di qualifica professionale; un centinaio, invece, gli adulti impegnati in lezioni diurne per un futuro da magazziniere o da impiegato nel commercio digitale. Il numero degli stranieri si aggira attorno al 30%:

«Nessun problema di integrazione, ma, in certi casi, bisogna superare le difficoltà linguistiche».

Altra percentuale importante riguarda quelli che trovano un lavoro coerente al titolo acquisito:

«Siamo tra il 67 e il 72%, che non è affatto poco. Mica ovunque si diplomano ragazzi che poi lavorano, in effetti, nel settore per il quale hanno studiato…».

MASSIMO BRUSASCO

m.brusasco@ilpiccolo.net

CNOS-FAP Alessandria: Workshop di formazione “Vincere la sfida del Retail Fashion nella nuova normalità”

Il 22 marzo 2022 gli allievi di terza del corso Addetti ai servizi di vendita del CFP di Alessandria, hanno partecipato ad un workshop sulle vendite “nella nuova normalità”. Il workshop si è tenuto a Palazzo Monferrato ed è stato tenuto dal Dott. Lorenzo Dornetti, Trainer di Neurovendite.

Di seguito la notizia di CNOS-FAP Alessandria:

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La classe terza del corso ADDETTO AI SERVIZI DI VENDITA ha partecipato nella giornata di ieri al workshop di formazione “Vincere la sfida del Retail Fashion nella nuova normalità” organizzato da Terziario Donna Confcommercio svoltosi a Palazzo Monferrato.

L’evento, basato sul punto focale di supportare concretamente le vendite nella nuova normalità, ha fornito strumenti pratici ed idee a Commercianti e Addetti alle Vendite, al fine di intercettare i nuovi bisogni della clientela all’interno del Punto Vendita, alla luce delle nuove abitudini emerse dopo 24 mesi di Pandemia.

Al termine del laboratorio, le Formatrici Debora Castelli e Rossana Cuttica hanno potuto constatare che le tecniche proposte dal Dott. Lorenzo Dornetti, Trainer di Neurovendita, fanno già parte del background scolastico svolto in classe e che la relazione e la soddisfazione del cliente è sempre l’obiettivo primario.

“Ciò che è stato detto può essere uno spunto per noi giovani per concepire un commercio differente, che possa essere concorrenziale rispetto all’E-Commerce”. (Fabian, un allievo)

 

 

Stati Uniti – Addio a don Lenti, grande diffusore della figura di Don Bosco

Il ricordo del salesiano don Arthur (Arturo) Lenti dell’Ispettoria “Sant’Andrea” degli Stati Uniti Ovest (SUO), originario di Bassignana in provincia di Alessandria, mancato lo scorso 6 gennaio. Di seguito l’articolo di ANS.

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Con un messaggio inviato ai salesiani della sua Ispettoria, don Melchor Trinidad, Superiore dell’Ispettoria “Sant’Andrea” degli Stati Uniti Ovest (SUO), ha informato della scomparsa, avvenuta ieri, 6 gennaio, presso l’ospedale di Downey, Los Angeles, in California, di don Arthur (Arturo) Lenti, salesiano noto in tutta la Congregazione e anche ben oltre per i suoi scritti su Don Bosco, e in particolare per la sua monumentale opera “Don Bosco: History and Spirit” (Don Bosco: Storia e Spirito), i cui sette volumi, tradotti in molte lingue, sono diventati dei classici della letteratura salesiana.

Don Lenti nacque il 31 gennaio (per inciso, festa di Don Bosco), del 1923 a Bassignana, in Provincia di Alessandria, Piemonte; entrato nel noviziato del Colle Don Bosco nel 1939, emise la prima professione già negli Stati Uniti, a Newton, il 14 settembre 1940, quella perpetua, sempre a Newton, il 10 agosto 1946, e venne ordinato sacerdote a Torino, nella Basilica di Maria Ausiliatrice, il 2 luglio del 1950.

Ha vissuto praticamente tutta la sua vita salesiana in quella che è diventata la sua patria d’adozione, gli Stati Uniti d’America, e ha speso i suoi talenti impegnandosi soprattutto nell’apostolato dell’insegnamento e della ricerca, come docente di Sacra Scrittura e come fondatore ed insegnante della “Don Bosco Hall” (1974) e dell’Istituto di Spiritualità Salesiana di Berkeley (1984).

Numerosi sono stati i suoi scritti sul Fondatore della Congregazione. “Don Bosco. His pope e and his bishop”, ad esempio, si concentrava sul rapporto del Santo dei Giovani con Pio IX e con l’arcivescovo di Torino, mons. Lorenzo Gastaldi.

Ma l’opera per cui don Lenti verrà più ricordato è certamente il suo “Don Bosco. Storia e Spirito”, della quale lo stesso autore disse: “Ho intitolato questa ricerca ‘Don Bosco, History and Spirit’ perché è un ‘storia’ della vita e del lavoro di Don Bosco in una epoca particolare, che ha generato una nuova realtà religiosa e politica e quindi ha modellato anche il suo modo di pensare e di agire. ‘Spirito’ perché attraverso il discernimento, l’interpretazione e l’accettazione, Don Bosco ha scoperto il significato di questo nuovo mondo e ha risposto con coraggio alle sfide che ne derivavano: la sua vocazione”.

I volumi, nati in classe come materiale di dispense, vennero poi ampliati poi con appendici di grande utilità e valore.

Sulla medesima opera, all’epoca della sua uscita in inglese, l’allora Consigliere per la Formazione e futuro Vicario del Rettor Maggiore, don Francesco Cereda, scrisse: “Ora il mondo di lingua inglese ha un riferimento autorevole per garantire la conoscenza della storia e dello spirito salesiano e quindi per rafforzare l’identità carismatica. Occorre ora un altrettanto grande impegno per la diffusione ed utilizzazione di questo lavoro, specialmente in tutte le fasi della formazione iniziale”.

E quando il testo venne pubblicato in spagnolo, curato da don Juan José Bartolomé e don Jesús Graciliano González, i recensori dei testi sottolinearono il valore dell’autore, “definendolo uno storico che sa individuare il filo conduttore e unire le vicende umane, fissandone in maniera oggettiva il ricordo” e aggiunsero: “Facendo ricorso all’ermeneutica don Lenti individua, valorizza, contrasta e, spesso, corregge, documenti e interpretazioni su Don Bosco ritenuti indubitabili fino ad oggi. Abbatte con forza e in maniera definitiva miti e visioni superficiali… Opera straordinaria. Piena di temi e percorsi. Eccellente lo sforzo e la realizzazione, dove si uniscono armoniosamente una visione realistica della vita e dell’opera di Don Bosco e la sua autentica motivazione religiosa”.

In quest’anno 2022, in cui la Congregazione si prepara a celebrare il 400° anniversario della morte di San Francesco di Sales e ad approfondirne la figura attraverso la Strenna del Rettor Maggiore sul tema “Fate tutto per amore, nulla per forza”, può tornare utile anche leggere alcune righe che don Lenti spese sulla spiritualità “salesiana” di Don Bosco.

“Come Salesiani possiamo intendere la ‘spiritualità’ come il mezzo nel quale ci muoviamo e ci relazioniamo con i confratelli della comunità, con i ragazzi, con le persone che condividono la nostra missione di educazione-evangelizzazione dei giovani; con la gente in generale.

In sostanza, la spiritualità è amore, è carità. Non dovremmo essere ‘sofisticati’ in questo. In termini pratici, se sostituiamo il termine spiritualità con un altro che ci possa aiutare ad esprimere la nostra idea in un modo migliore, potremmo usare termini come amore, carità, amicizia, desiderio di aiutare, disponibilità agli altri… Nel loro insieme, questi termini possono ben definire la spiritualità quotidiana come l’intendeva Don Bosco.

È in questo aspetto che si può vedere chiaramente l’influenza di San Francesco di Sales. Possiamo essere praticamente certi che Don Bosco conosceva bene l’Introduzione alla vita devota’ (Filotea), capolavoro del santo vescovo di Ginevra. Ed è bene ricordare anche che Don Bosco visse come un mistico, vale a dire con un forte legame con Dio, i santi, in particolare con la Vergine, con cui parlava con vera familiarità. Ancora, egli intese la vita mistica (spirituale) come amore cristiano nella pratica, vissuto nell’apostolato.

In questo senso, la nostra spiritualità non ha orari e si vive nel quotidiano, soprattutto nei rapporti con gli altri”.

Don Roberto Gorgerino all’oratorio della Don Bosco – La Voce Alessandrina

Don Roberto Gorgerino, nuovo incaricato dell’oratorio Don Bosco della parrocchia San Giuseppe Artigiano di Alessandria, si presenta tramite una intervista riportata su “La Voce Alessadrina” di questa settimana. Si riporta di seguito l’articolo a cura di Alessandro Venticinque.

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SAN GIUSEPPE ARTIGIANO – Don Roberto Gorgerino all’oratorio della Don Bosco

“Don Bosco oggi ci tirerebbe un po’ le orecchie. Dobbiamo convertirci di nuovo”

«Mi chiamo don Roberto Gorgerino, sono nato il 16 ottobre 1966, a Chieri. Sono prete dal 1999 e salesiano dal 1991».

Si presenta così don Roberto (nel tondo), nuovo incaricato dell’oratorio Don Bosco della parrocchia San Giuseppe Artigiano di Alessandria, che ha fatto il suo ingresso lo scorso 6 settembre. Il sacerdote è anche catechista del Centro di formazione professionale (Cfp), dove insegna religione nelle 10 classi del Cnos-Fap.

Don Roberto, quando è nata la sua vocazione?

«Il primo sentore di vocazione l’ho avuto in un ritiro spirituale alle medie, ero in una scuola salesiana a Chieri. La cosa poi è rimasta lì, sono andato avanti con altre scuole salesiane e frequentavo una scuola privata serale di grafi ca pubblicitaria. Inizio così a lavorare nel mondo della grafi ca e vengo chiamato al militare nell’85. Nel frattempo si ripresenta la vocazione, valuto bene cosa fare, e decido che quella è veramente la mia strada. Mi licenzio e inizio il mio percorso di noviziato. Il primo anno al “Monte Oliveto”, a Pinerolo, poi ho cominciato a studiare filosofia a Roma. In seguito ho fatto due anni di tirocinio in una casa salesiana a Bra, e ho continuato a studiare teologia alla Crocetta di Torino. Intanto proseguivo la mia attività di animazione negli oratori. Ho proseguito poi con gli studi in scienze dell’educazione a Roma. Sono stato ordinato sacerdote il 26 giugno 1999 a Torino, nella Basilica di Maria Ausiliatrice. E nella mia vita salesiana mi sono principalmente dedicato agli oratori e ai giovani. Tutto è partito dall’oratorio di Chieri, in cui sono cresciuto… credo che la mia vocazione salesiana sia stata determinata dagli incontri e dagli ambienti che ho frequentato».

Prima di arrivare ad Alessandria dov’è stato?

«Andando a ritroso sono stato ad Asti, prima ancora a Casale Monferrato e a Trino Vercellese. Prima di queste due tappe, ero nella Chiesa di San Giovannino a Torino. Queste sono le mie esperienze come incaricato d’oratorio più importanti e durature».

Che cosa si aspetta da questa nuova esperienza?

«Il Don Bosco di Alessandria è un ambiente diverso rispetto a quelli che conoscevo. L’oratorio “cortile” si configura proprio come la piazza del quartiere. Lo frequentano i piccoli, i grandi, gli anziani. Le mamme con i propri fi gli che giocano al parco, gli anziani che giocano a carte, poi ci sono le attività sportive, bambini di elementari e medie che vengono per giocare. Poi abbiamo il catechismo, altri gruppi che fanno laboratori di vario genere, e da poco sono partiti i gruppi del post cresima, che qui si fa in prima media. C’è anche un gruppo di terza media e prima superiore che patisce un po’, perché ha sofferto maggiormente questi anni di chiusura. E poi ci sono gli animatori che partono dalla seconda superiore: circa una quarantina ha dato disponibilità per ripartire con le attività, con loro ci troviamo ogni 15 giorni».

Che cosa l’ha colpita del carisma salesiano?

«Mi hanno colpito le figure dei salesiani che ho incontrato negli oratori: mi sono sentito attirato. E poi mi è sempre piaciuto stare con i ragazzi. Mi colpisce sempre lo stile che, pur vecchio di 200 anni, ha tante caratteristiche che si adattano a qualunque situazione. Come se non invecchiasse mai. Ma, ovviamente, è sempre una sfida, perché non è detto che un modello applicato in un posto vada bene anche per un altro. I ragazzi, quelli di ieri e di oggi, sono uguali: hanno esigenze, necessità e sogni. Mi aveva colpito molto un aneddoto».

Ce lo racconta?

«Ricordo che eravamo in oratorio e c’erano questi due salesiani seduti vicino a tavola. Uno dei due ha tagliato un pezzo di torrone per l’altro. Mi ha colpito il modo con cui l’ha tagliato e il suo sguardo. Lo ha fatto con una grande fraternità che mi è entrata nel cuore. Me lo ricordo ancora oggi».

Cosa direbbe oggi don Bosco ai salesiani?

«Secondo me don Bosco oggi tirerebbe un po’ le orecchie ai salesiani. Adesso abbiamo tante strutture e realtà che funzionano, facciamo un sacco di attività, ma forse dobbiamo convertirci di nuovo. Questi luoghi non possiamo solo farli funzionare, ma dobbiamo essere appassionati noi. Prima, mentre tornavo da una commissione, mi chiedevo: “Perché faccio tutte queste cose? Cosa capiscono i ragazzi con cui faccio attività?”. Loro devono vedere la stessa cosa che sto cercando anche io. Ma è davvero così? Non lo so, ho paura che qualche volta ci sfugga».

C’è una cosa in particolare che le ha insegnato il santo torinese?

«La cosa che mi piace di più di don Bosco è la parolina detta all’orecchio, in cortile, in modo informale, mentre lo incroci e lo saluti, o mentre gli passi una palla. Alle volte, è molto più effi cace di una riunione. Queste cose le cogli, però, se stai lì. Certi giorni ti sembra di “succhiare” un chiodo, poi ti arriva quel ragazzino che ti chiede una pallina, gli fai una battuta e magari inizia a parlare. Poi ci diciamo qualcosa in più, gli lascio un messaggio e lui mi dona un sorriso. Questo è quello che ho imparato in questi anni: quando stai con i giovani, loro lo sentono e sanno come ricambiare».

Ha un obiettivo per questa nuova avventura?

«Spero che ci passa di qui possa trovare il senso della propria vita. Che in questi luoghi ognuno possa trovare il significato nelle varie attività che si svolgono. Trovare il motivo profondo per cui vengo a giocare a calcio, a carte, a scuola, o fare l’animatore. Infine, spero, con tutte le mie forze, di attirare più persone possibili, non a me, ma alla figura di don Bosco. E quindi al Signore».

Alessandro Venticinque