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Rettor Maggiore in Basilica da Cardinale – La Voce e il Tempo

Si riporta di seguito l’articolo a cura di Marina Lomunno, apparso su La Voce e il Tempo, dedicato alla prima messa in Basilica da Cardinale del Rettor Maggiore.

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La prima Messa da cardinale di don Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei salesiani e 10° successore di don Bosco, nella Basilica di Maria Ausiliatrice, Casa madre dei figli del santo dei giovani, è stata una festa di famiglia.

La commozione del neo cardinale, creato da Papa Francesco nel Concistoro del 30 settembre scorso, si è unita a quella delle centinaia di ragazzi, giovani, famiglie, cooperatori, figlie di Maria Ausiliatrice, anziani collaboratori e confratelli che hanno gremito la Basilica per «abbracciare»

don Ángel che, al termine della Messa, ha stretto la mano a ciascuno dei convenuti alla concelebrazione, donando a tutti una parola, un «selfie» e soprattutto una richiesta di preghiera per il «mio nuovo servizio».

Non a caso domenica 15 ottobre, in occasione della prima Messa con la «porpora cardinalizia» (presenti autorità militari e civili, tra cui il Prefetto di Torino Giovanni Donato Cafagna e l’assessore Giovanna Pentenero per il Comune) il Rettor Maggiore ha voluto iniziare la celebrazione scoprendo e benedicendo, nella navata laterale destra della Basilica accanto all’urna di don Bosco, la statua di sant’Artemide Zatti, il laico salesiano coadiutore «infermiere e farmacista dei poveri», italiano, ma naturalizzato argentino, beatificato nel 2002 da Giovanni Paolo II e canonizzato nel 2022 da Papa Francesco. Il card. Artime ha anche inaugurato una mostra dedicata al santo che ha speso tutta la sua vita al «servizio dei malati e dei più fragili in Patagonia» e che si potrà visitare fino al 30 novembre a Valdocco.

Nell’omelia il card. Artime, che ha scelto come motto «Sufficit tibi gratia mea» («Ti basta la mia grazia»), ha ricordato quando a don Bosco venne proposto di essere nominato monsignore.

«Ma egli rifiutò, pensando a come si sarebbero sentiti i suoi ragazzi dovendo interagire con un monsignore nel cortile. Nel mio caso, la nomina a cardinale, ricevuta a sorpresa e che ho accettato come un’obbedienza e fedeltà al Santo Padre per me è un servizio. Finora ho servito come prete religioso, sto servendo come Rettor Maggiore dei salesiani e con questo spirito affronto il prossimo servizio alla Chiesa che mi verrà chiesto dal Santo Padre. Certamente non posso non riconoscere la sua grande fiducia che mi fa vivere questo momento con ancora più grande responsabilità».

Ángel Fernández Artime è 20° figlio di don Bosco creato cardinale ma il primo Rettor Maggiore ad entrare a far parte del Collegio Cardinalizio. Il Papa infatti ha stabilito che il 29° Capitolo generale dei salesiani venga anticipato di un anno, nel febbraio 2025 (la scadenza come superiore dei Salesiani di don Artime era prevista nel 2026) e che il neo cardinale continui ad essere Rettore Maggiore fino al 31 luglio 2024: dal 1° agosto, sarà l’attuale vicario don Stefano Martoglio ad assumere il governo della Congregazione ad interim fino alla celebrazione del nuovo Capitolo.

Per ora Papa Francesco ha nominato il card. Artime membro del Dicastero per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di Vita apostolica.

Al Michele Rua inaugurato il Carlo Acutis Lab – La Voce e il Tempo

Si riporta di seguito l’articolo a cura di Marta Gentile apparso su “La Voce e il Tempo“.

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Al Michele Rua inaugurato il Carlo Acutis Lab

Laboratorio digitale – Domenica 8 ottobre nella Festa della Comunità

Grande festa domenica 8 ottobre nell’Opera salesiana Michele Rua in Barriera di Milano per l’inaugurazione del “Carlo Acutis Lab“.

Si tratta del secondo laboratorio informatico, dedicato al giovane Carlo Acutis (1991-2006) e finanziato dall’omonima fondazione, dopo quello avviato lo scorso maggio presso la parrocchia Sant’Antonio Abate in piazza Stampalia a Torino.

La mattinata di domenica è inizata con la Messa delle 10.00 nella Festa della Comunità presieduta dal Direttore dell’Opera don Stefano Mondin, a cui sono seguiti i saluti istituzionali della Vicesindaca di Torino Michela Favaro e dell’Assessore alle Politiche Giovanili Carlotta Salerno.

Presenti al taglio del nastro anche alcuni parenti del beato, fra cui i nonni, e il presidente della fondazione Carlo Acutis, che ha sede a Torino.

Nel nuovo laboratorio, soprannominato “Amico“, si alterneranno tre tipologie di corsi gratuiti aperti a giovani e adulti del quartiere e non solo, ognuno con un focus diverso:

  • “Amico Click” per agevolare l’apprendimento della tecnologia e delle procedure digitali (ad esempio l’attivazione dello SPID, le iscrizioni, le richieste di documenti o di bonus) soprattutto per adulti stranieri.
  • Amico Speak” per l’apprendimento dell’italiano scritto, letto e parlato, sempre rivolto ad adulti stranieri (le iscrizioni sono aperte fino al 4 novembre)
  • Amico Digital” per l’avvicinamento all’uso del computer e dei programmi principali.

Tutti i laboratori verranno seguiti da persone competenti in ciascun campo che hanno deciso di mettersi a disposizione come volontari.

La sala, inoltre, verrà utilizzata anche per le attività del Maker Lab digitale, già attivo da tempo al Michele Rua, e come sala studio per gli universitari.

La comunità del Michele Rua ha ringraziato la fondazione Carlo Acutis

“per aver scelto di investire su questo nuovo laboratorio che in un quartiere come quello di Barriera di Milano potrà diventare un vero e proprio punto di riferimento per gli abitanti della zona che necessitano di usufruire dei servizi messi a disposizione gratuitamente”.

Per ulteriori informazioni sui laboratori:

Artime cardinale dei giovani – La Voce e il Tempo

Pubblichiamo di seguito l’intervista al Rettor Maggiore, don Angel Fernàndez Artime, a cura di Marina Lomunno per La Voce e il Tempo.

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C’è la storia delle sue origini e della sua vocazione nello stemma scelto dal Rettor Maggiore dei salesiani, don Angel Fernàndez Artime, tra i 21 sacerdoti e Vescovi creati cardinali da Papa Francesco nel Concistoro celebrato sabato 30 settembre in piazza San Pietro.

Al centro, Gesù Buon Pastore a cui affidare i Figli di don Bosco e i giovani più fragili; in alto a sinistra, sormontato da una corona, il monogramma «MA», Maria Ausiliatrice, la Madre a cui don Bosco affidò la Congregazione e che raccomandò sempre di pregare. A destra un’àncora ricorda che Angel Fernàndez Artime è nato nel 1960 in una famiglia di pescatori nelle Asturie, in Spagna e che l’àncora è presente anche nello stemma della Congregazione che don Bosco scelse come simbolo della virtù teologale della speranza.

Il motto episcopale del neo cardinale, a cui il Papa ha affidato la diaconia di Santa Maria Ausiliatrice in via Tuscolana a Roma, è «Sufficit tibi gratia mea» (2Cor 12,9) «Ti basti la mia grazia», un programma che mette al centro «la fiducia nella Divina Provvidenza».

Abbiamo incontrato il Rettor Maggiore, alla vigilia della sua partenza per Roma, domenica 23 settembre in occasione della celebrazione che ha presieduto nella Basilica di Maria Ausiliatrice, dove ha consegnato il Crocifisso a 13 figlie di Maria Ausiliatrice e 24 salesiani in partenza per le missioni.

Sabato 30 la Basilica era gremita per seguire in diretta su un grande schermo il Concistoro e domenica 15 ottobre alle 9.30 don Angel presiederà la prima Messa da cardinale a Maria Ausiliatrice alla presenza delle autorità e della famiglia salesiana.

Al termine inaugurerà la statua di sant’Artemide Zatti, primo tra i coadiutori salesiani, canonizzato da Papa Francesco il 9 ottobre 2022.

Il card. Artime sarà poi ospite dei «Lunedì della Consolata» promossi dal nostro settimanale il 4 dicembre prossimo alle 21.00 e parlerà su «Giovani d’oggi, la grande sfida educativa».

Don Angel, cosa significa per lei, 10° successore di don Bosco, e per la famiglia salesiana diventare cardinale?

Per me e per tutti noi salesiani è stata una notizia assolutamente inattesa ma che ci conferma l’attenzione del Papa nei confronti della nostra famiglia religiosa. Se ha ritenuto opportuno di contare su di me per un servizio alla Chiesa come salesiano, con grande umiltà e serenità offro la mia disponibilità. Don Bosco ci ha raccomandato di rispondere sempre con entusiasmo a ciò che il Papa ci chiede perché lui amava profondamente la Chiesa e il suo Pastore ed è un fondamento del nostro carisma. Sicuramente altri vedono onori in queste nomine: con grande onestà e sincerità io vivo questo momento solo nella prospettiva del servizio. Finora ho servito come prete religioso, sto servendo come Rettor Maggiore dei salesiani e con questo spirito affronto il prossimo servizio alla Chiesa che mi verrà chiesto dal Santo Padre. Certamente non posso non riconoscere la sua grande fiducia che mi fa vivere questo momento con ancora più grande responsabilità.

Come è nata la sua vocazione?

In modo molto semplice: la mia vocazione è l’esempio di come Dio ci chiama laddove ci troviamo. Sono diventato salesiano grazie a due grandi «mediazioni». Ero un ragazzo nato a Luanco, un paesino di mare della Spagna, in una famiglia di umili pescatori. I miei genitori hanno speso tutta la vita lavorando duramente in mare, erano un padre e una madre religiosi con una fede semplice ma molto profonda. Non conoscevo i salesiani e non avrei avuto possibilità di conoscerli se non ci fosse stata la prima «mediazione» di una benefattrice. Maria, una donna di 75 anni che veniva in vacanza nel mio paesino quando ancora il turismo nelle Asturie non esisteva, venne nella porta di casa mentre papà preparava le reti per andare a pescare. Inizia a parlare con i miei genitori. Tornata un anno dopo chiede ai miei: «Cosa farà questo ragazzino?». Allora avevo 11 anni e papà risponde: «Andrà alla scuola elementare e poi verrà in mare con me».  La signora Maria, dice a mio padre: «Io conosco alcuni religiosi che lavorano con i ragazzi: vostro figlio è sveglio e sarebbe bello se potesse studiare». Mamma e papà le fanno capire che non hanno le possibilità economiche ma lei li rassicura: «Non vi preoccupate». E così un anno dopo iniziai a frequentare una scuola salesiana a 200 chilometri dal mio paesino.

E poi come è diventato salesiano?

I miei genitori ad un certo punto mi hanno chiesto: «Cosa vuoi fare?». E io: «Quello che voi volete». E così ho proseguito i miei studi nelle scuole salesiane fino alle porte dell’università preparandomi per entrare nella Facoltà di Medicina e Chimica: avevo conseguito una buona borsa di studio e tutto era pronto. Per sei anni, durante le vacanze estive, per quattro mesi andavo in mare con mio padre: aveva tanto bisogno di me, perché d’estate si faceva l’80% del lavoro di un anno. Ed ecco che, alla fine dell’estate, prima di iscrivermi all’università arriva la seconda «mediazione». Sentivo nel mio cuore una domanda: perché mi sono trovato così bene in questi anni in cui ho studiato dai salesiani? E dico ai miei genitori: «Devo chiarire cosa ho nel cuore, voi cosa mi dite? Vorrei fare un’esperienza religiosa». Se mio papà mi avesse detto «figliolo ho bisogno di te, andiamo in mare e nel mentre studi medicina» io oggi sarei un medico. Ma papà e mamma mi dicono: «Figliolo, è la tua vita se questo ti farà felice, vai». E sono riconoscente ai miei genitori, un modello per tante mamme e papà che oggi hanno un loro progetto di vita per i figli ma non capiscono che sono i figli che devono scoprire la loro strada e la loro e felicità. La mia vocazione dunque è nata naturalmente in famiglia con una grande sensibilità religiosa dove fin da ragazzo ho imparato a scoprire e sentire Dio. E fin dalla mia la prima esperienza con i salesiani mi sono sempre sentito felice in mezzo ai giovani. E così fino ad oggi, 45 anni dopo la mia prima professione religiosa, sono qui e sono felice.

14 mila figli di don Bosco, tra cui 130 Vescovi, spendono la vita in 135 nazioni del mondo per stare accanto ai giovani che hanno avuto di meno. Sicuramente lei, da cardinale salesiano, continuerà ad avere una attenzione speciale per loro…

La nostra missione è stare nel mondo per accompagnare i giovani, i ragazzi e le loro famiglie, perché oggi senza le famiglie possiamo fare poco. E cerchiamo di stare accanto soprattutto ai giovani, i più poveri. Non so cosa mi chiederà il Papa nel mio servizio come cardinale, ma cercherò di farlo al meglio delle mie possibilità: certamente io sono salesiano e la mia scelta religiosa che feci da ragazzo la porto nel mio bagaglio personale. Sono figlio di don Bosco, amo i giovani, soprattutto chi fa più fatica, mi sento a mio agio tra i poveri e le famiglie. Ho sempre voluto vivere nelle missioni o in mezzo ai più bisognosi e tutto questo lo porto e lo porterò sempre nel mio cuore qualsiasi sia il servizio che mi attende.

Cosa cercano i giovani e quali sono le risposte dei salesiani? Come parlare di Gesù oggi alle nuove generazioni?

È difficile rispondere, perché i giovani nel mondo vivono realtà molto diverse. Pensando ai nostri giovani, qui in Europa, dobbiamo riconoscere che è un tempo molto complicato. Essere giovane oggi non è più facile che 25 anni fa. Hanno più mezzi che possono aiutare e anche rovinare, nella vita di tanti ragazzi e ragazze c’è tanta mancanza di paternità e maternità. Abbiamo una generazione tra le più istruite nella storia delle nostre nazioni, ma al termine degli studi non hanno le possibilità di trovare un lavoro che permetta loro di progettare il futuro: immagino quanti genitori soffrono per questo. In Italia e in Spagna, per esempio, l’età media dei giovani che riescono a diventare autonomi è oltre i 30 anni, una situazione insostenibile che non dà speranza. Anche per questi motivi non è semplice parlare di Dio ai giovani che vivono questa realtà. L’unico modo per confortarli è camminare insieme a loro: spesso pensiamo che siano i giovani che devono venire in Chiesa. Ma da salesiano ho imparato che, come faceva don Bosco, siamo noi che dobbiamo andare a cercarli ovunque si trovino. Questa è grande sfida per la nostra Chiesa: un cammino di vicinanza, di prossimità, incrociare le loro strade. È il modo migliore per poter parlare loro di Gesù.

La Consolata in dialogo con Torino: ospite il Rettor Maggiore, Card. Ángel Fernàndez Artime

Tornano al Santuario della Consolata, con il settimanale diocesano “La Voce e Il Tempo“, gli incontri e i dibattiti pubblici sui grandi temi di attualità.

In particolare, lunedì 4 dicembre alle ore 21.00 verrà ospitato il Card. Ángel Fernàndez Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani.

Nel suo intervento, il Rettor Maggiore toccherà il tema a lui caro dei giovani e della sfida educativa.

Tutte le serate sono a ingresso libero e coordinate da giornalisti di “La Voce e il Tempo”, appuntamento presso il Santuario in Piazza della Consolata, Torino.

 

Salesiane, cinque professe – La Voce e il Tempo

Si riporta di seguito un articolo apparso su La Voce e il Tempo.

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Il 29 luglio a Torino, presso la Basilica di Maria Ausiliatrice, cinque giovani dei Noviziati Internazionali Maria Ausiliatrice di Castelgandolfo (Roma) e Suor Teresa Valsè Pantellini di Roma, hanno emesso la Prima Professione Religiosa nell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Le giovani FMA appartengono all’Ispettoria italiana Maria Ausiliatrice (Ipi), S. Maria Mazzarello (Itv) e Slovacca (Slk).

La celebrazione eucaristica, animata nel canto e nella liturgia dal Coro dell’oratorio Salesiano di Cuneo, è stata presieduta da don Stefano Martoglio, Vicario del Rettor Maggiore e concelebrata da diversi salesiani e sacerdoti che hanno accompagnato le giovani nel loro cammino.

La Superiora Generale, Madre Chiara Cazzuola, ha ricevuto i voti e accolto le Neoprofesse nell’Istituto delle FMA

Erano inoltre presenti la Consigliera per la Formazione, suor Nilza Fátima de Moraes, le Ispettrici, i familiari, i giovani e le FMA provenienti dalle Ispettorie delle candidate.

Il Celebrante, nell’omelia, si è rivolto soprattutto alle professande, riflettendo sulle letture proposte dalla liturgia del rito tratte dal Libro del Deuteronomio, dalla Lettera ai Filippesi e dal Vangelo di San Matteo.

Don Martoglio ha evidenziato tre espressioni: l’«Ascolta», l’«attrazione per Dio» e «speranza e serenità».

Il Vicario Generale ha concluso l’omelia con un augurio:

«Che il Signore sia la vostra speranza e la vostra serenità, perché la vostra testimonianza saranno la vostra serenità, la vostra speranza, la vostra umanità che parleranno della vostra fede».

Terminata l’omelia, ha avuto inizio il Rito della Professione Religiosa. Le Maestre, suor Maria Giovanna Mammarella e suor Luisa Menozzi, hanno presentato le candidate.

In risposta all’Amore del Padre, ciascuna ha letto la formula della Professione, esprimendo la donazione a Dio e ai giovani e l’impegno a vivere i consigli evangelici secondo le Costituzioni dell’Istituto delle FMA.

Madre Chiara Cazzuola ha accolto ciascuna professa, ed ha consegnato le Costituzioni e il Crocifisso, segni di impegno e appartenenza.

Infine, le neoprofesse si sono affidate a Maria con il canto «O Maria Vergine potente».

Tra i ringraziamenti finali, le giovani FMA hanno espresso la gratitudine a don Stefano Martoglio, a Madre Chiara Cazzuola, alle Maestre e a tutti coloro che le hanno accompagnate.

Anche Madre Chiara ha ringraziato i presenti ed in modo particolare i genitori e tutte le persone che hanno seguito il cammino di queste giovani, perché

«trovare le persone che aiutano i giovani ad orientarsi a un progetto di vita e a trovare la loro collocazione nella vita è la missione più grande ed è il dono più grande che noi possiamo fare loro».

Al termine della celebrazione le Neoprofesse, insieme alla Madre Generale, alle Maestre dei noviziati e ai celebranti si sono recate agli altari di don Bosco e di Madre Mazzarello deponendo una candela ed affidandosi alla loro protezione.

Monica RONCARI

Testimonianze GMG 2023: Jacopo, gioia ed entusiasmo alimenteranno il mio impegno a fare la differenza nel mondo – La Voce e il Tempo

Si riporta di seguito la testimonianza della GMG 2023 vissuta da uno studente del Liceo Valsalice di Torino, apparsa sul giornale La Voce e il Tempo.

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La partecipazione alla Giornata Mondiale della Gioventù 2023 a Lisbona, che si è svolta dal 1 al 6 agosto, è stata un’esperienza indimenticabile, ricca di emozioni intense e profonde.

Durante questo evento, ho avuto l’opportunità di connettermi con giovani provenienti da tutto il mondo, condividendo le stesse speranze, paure e desideri per il futuro. Anche questa edizione della GMG ha rappresentato un momento di unione e ispirazione per i giovani di tutto il mondo offrendo un’opportunità unica di incontrare persone provenienti da diverse culture e background, creando così un senso di comunità globale.

Durante queste intense giornate ho sperimentato una vasta gamma di emozioni, tra cui gioia, entusiasmo, gratitudine e speranza. La gioia di essere circondato da migliaia di giovani provenienti da tutto il mondo, uniti dalla stessa passione per la fede e il desiderio di costruire un futuro migliore, è stata travolgente.

L’entusiasmo di partecipare a eventi culturali, incontri e momenti di preghiera ha alimentato la mia determinazione a fare la differenza nel mondo. La gratitudine per l’opportunità di vivere un’esperienza così unica e significativa mi ha riempito il cuore di gioia e mi ha dato la speranza di un futuro migliore, basato sulla solidarietà e sulla comprensione reciproca.

Nei momenti di preghiera e riflessione, ho sperimentato una profonda connessione spirituale con gli altri partecipanti. Questi momenti di condivisione e di fede hanno generato un senso di pace interiore e di unità tra di noi.

Inoltre, durante i vari incontri e i dibattiti, ho avuto l’opportunità di ascoltare le storie di giovani provenienti da contesti difficili e di apprendere molto da loro.

Queste esperienze mi hanno ispirato a impegnarmi attivamente per la giustizia sociale e per la promozione dei diritti umani. È indescrivibile l’emozione provata nel corso della Via Crucis dove ognuna delle quattordici stazioni ha riflesso la fragilità della società contemporanea, grida di un mondo sofferente, inascoltato ed incompreso.

Il discorso di Papa Francesco nel corso della Veglia di preghiera al Parco Tejo dinanzi ad oltre un milione e mezzo di ragazzi, con il suo stile di comunicazione diretto e pronunciato «a braccio», ci ha esortati a non cedere alla stanchezza ed a rialzarsi con coraggio dopo qualsiasi caduta ripetendo le parole di Giovanni Paolo II «non abbiate paura» ed incoraggiati a camminare nella speranza tenendoci per mano.

Questa esperienza, grazie anche ai miei straordinari compagni di viaggio, mi ha insegnato che, nonostante le differenze culturali e linguistiche, siamo tutti uniti da un desiderio comune di costruire un futuro migliore.

Le emozioni che ho provato durante la partecipazione a questo evento rimarranno con me per sempre, alimentando la mia determinazione a cercare di fare la differenza nel mondo.

Jacopo COVOLAN
Liceo Valsalice

Don Artime Cardinale: il Papa sul futuro della Congregazione – La Voce e il Tempo

Articolo a cura di Marina Lomunno apparso su La Voce e il Tempo.

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Don Angel Fernàndez Artime, Rettor Maggiore dei salesiani, tra i 21 scelti da Papa Francesco per essere creati cardinali nel prossimo Concistoro nel 30 settembre, ha inviato una letteraa tutti i confratelli salesiani e ai Gruppi della Famiglia Salesiana” sparsi in 133 nazioni dei 5 continenti per spiegare “chi guiderà la Congregazione salesiana”.

Il testo, datato 12 luglio e diffuso in italiano, inglese, spagnolo, spagnolo dell’America Latina, francese e portoghese all’indomani dell’incontro con Papa Francesco avvenuto nel pomeriggio di martedì 11 in Vaticano, comunica le “disposizioni” per il futuro della Congregazione che

“il Santo Padre mi ha comunicato durante un dialogo fraterno”

scrive don Artime.

“Come sempre il Papa si è mostrato attento, cordiale, profondo estimatore del carisma di don Bosco e particolarmente affettuoso. Sentimenti che, a nome mio personale e di tutta la Famiglia salesiana, ho ricambiato”. Il Papa ha stabilito che “potremo anticipare il 29° Capitolo generale di un anno, cioè nel febbraio 2025”

prosegue il Rettor Maggiore la cui scadenza come superiore dei Salesiani era prevista per il 2026.

“Il Papa ha ritenuto che, per il bene della nostra Congregazione, dopo il Concistoro del 30 settembre 2023 io possa continuare il mio servizio come Rettore Maggiore fino al 31 luglio 2024, cioè fino alla conclusione della sessione plenaria estiva del Consiglio Generale. Dopo tale data presenterò le mie dimissioni da Rettor Maggiore per assumere dalle mani del Santo Padre il servizio che mi affiderà: Papa Francesco non me l’ha ancora detto ma con questo ampio margine di tempo ritengo che sia la cosa più opportuna”

aggiunge don Artime. Dopo le sue dimissioni, secondo le Costituzioni della Congregazione nel caso della “cessazione dall’ufficio del Rettor Maggiore”, sarà il vicario don Stefano Martoglio ad assumere il governo della Congregazione ad interim fino alla celebrazione del nuovo Capitolo.

“Per tutto questo tempo continueremo a seguire il programma del sessennio stabilito per l’animazione e nel governo della Congregazione. Al fine di completare tutte le visite straordinarie programmate (comprese quelle relative all’anno 2025), il Rettor Maggiore, udito il parere dei membri del Consiglio generale, procederà alla nomina di un ulteriore visitatore straordinario. In questo modo sarà possibile arrivare al Capitolo con un quadro completo e aggiornato della situazione dell’intera Congregazione”

precisa don Artime. Che ricorda, all’inizio della lettera scritta a Torino, dalla Basilica di Maria Ausiliatrice, Casa Madre dei Salesiani, come dopo

“la notizia inaspettata (soprattutto per me)” migliaia di persone si saranno domandate: “e ora cosa accadrà? Chi guiderà la Congregazione nel prossimo futuro? Quali passi l’attendono? Potete ben capire che sono gli stessi interrogativi che anch’io mi sono posto, mentre ringraziavo con fede il Signore per questo dono che Papa Francesco ci ha fatto come Congregazione salesiana e come Famiglia di don Bosco”.

Infine don Artime chiede a tutti i figli di don Bosco e alla Famiglia Salesiana di continuare a intensificare la preghiera,

“soprattutto per Papa Francesco: lui stesso l’ha espressamente richiesta al termine dell’udienza privata a me concessa. E vi chiedo anche di pregare per quello che vivremo in questo anno come Congregazione e come Famiglia Salesiana. Chiedo, infine, anche di pregare per me, posto di fronte alla prospettiva di un nuovo servizio nella Chiesa che, come figlio di don Bosco, accetto in filiale obbedienza, senza averlo né cercato né voluto. Il nostro amato padre don Bosco mi è testimone davanti al Signore Gesù”.

E conclude:

“Sento come rivolte a me le stesse espressioni che la Madonna disse a don Bosco nel sogno dei nove anni – di cui l’anno prossimo si celebrerà il secondo centenario: ‘A suo tempo tutto comprenderai’. E sappiamo che per il nostro padre ciò è effettivamente avvenuto quasi al termine della vita, davanti all’altare di Maria Ausiliatrice nella Basilica del Sacro Cuore di Gesù, che era stata consacrata il giorno prima, il 16 maggio 1887. Mettiamo tutto nelle mani del Signore e di sua Madre”.

Il Rettor Maggiore dei Salesiani don Artime sarà Cardinale – La Voce e il Tempo

Si riporta di seguito l’articolo sulla nomina del Rettor Maggiore a Cardinale, a cura di Marina Lomunnno e apparso su La Voce e il Tempo.

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C’è anche il Rettor Maggiore dei Salesiani, don Angel Fernàndez Artime, fra i 21 nuovi cardinali che il prossimo 30 settembre, festa liturgica di san Girolamo, Papa Francesco creerà durante il nuovo Concistoro che ha annunciato al termine dell’Angelus domenica 9 luglio.

Dei nuovi cardinali 18 sono elettoritra cui don Artime l’unico non ancora Vescovo, mentre tre sono ultraottantenni. Tra gli italiani un altro religioso, mons. Pierbattista Pizzaballa, Patriarca Latino di Gerusalemme, dell’Ordine dei Frati minori.

Don Artime ha appreso la notizia a Torino, nella Casa Madre dei salesiani a Valdocco, tra la sorpresa e la commozione dei confratelli e dell’intera Famiglia Salesiana.

Messaggi e preghiere stanno arrivando dalle opere dei Figli di don Bosco presenti in 133 nazioni dei 5 continenti. Il pensiero del Rettor Maggiore è subito andato alla cara mamma, Isabel, mancata a Luanco in Spagna lo scorso 24 giugno, assistita dalla sorella di don Angel dopo una lunga malattia.

“Ringraziamo Dio perché entrambi i nostri genitori si sono sempre impegnati affinché i loro figli si formassero, si preparassero alla vita e facessero quello che desideravano fare per il proprio bene. Attenendosi a questi saldi principi hanno risposto, ad esempio, quando ho detto loro che volevo diventare salesiano”

ha ricordato il Rettore ai suoi confratelli.

«Domenica il Rettor Maggiore era a Valdocco in visita ispettoriale» racconta don Michele Viviano, rettore della Basilica di Maria Ausiliatrice «durante un colloquio con un ispettore ha ricevuto la telefonata della nomina a Cardinale e la sua reazione è stata ‘ma non scherzare’! Anche noi confratelli, increduli, appresa la notizia abbiamo aspettato dietro la porta che finisse l’incontro e lo abbiamo festeggiato tra la commozione generale. Poi tutti a pranzo con brindisi al nuovo Cardinale! Con la scelta di don Ángel viene confermata la stima e il legame anche con gli istituti di vita consacrata e in particolare con la nostra Congregazione Salesiana. Certamente questa nomina è motivo di gioia e di gratitudine per tutti noi e nello stesso tempo è un chiaro invito alla nostra grande Famiglia Salesiana nel continuare il nostro impegno di fedeltà e di amore alla Chiesa e al Papa così come don Bosco ci ha insegnato con i suoi tre amori, definiti dallo stesso Papa Francesco proprio qui nella Basilica di Maria Ausiliatrice il 21 giugno 2015 ‘tre amori bianchi: la Madonna l’Eucaristia e il Papa’».

«Come don Angel anche tutta la Famiglia salesiana è stata colta di sorpresa dal Papa» commenta don Leonardo Mancini, ispettore dei salesiani del Piemonte e della Valle d’Aosta «la sua nomina testimonia l’affetto e la stima che Papa Francesco ha per la sua persona e per la nostra Congregazione che don Bosco ha fondato qui a Torino per l’educazione dei giovani specialmente quelli più poveri e fragili. Siamo contenti e onorati per il dono che ci ha fatto il Papa e preghiamo per don Angel e per la nostra congregazione: se il Papa chiamerà il Rettor Maggiore ad un altro incarico dovremo trovare un’altra guida e stabilire nuovi equilibri e non sarà semplice. Ma siamo nelle mani di Dio».


La reazione dell’Arcivescovo Repole

Appena appresa la notizia della nomina a cardinale del Rettor Maggiore dei salesiani mons. Repole ha commentato:

“La creazione a cardinale di don Angel Fernandez Artime, Rettore Maggiore dei Salesiani, è un motivo di grande gioia per la Chiesa torinese, nella quale san Giovanni Bosco fondò la famiglia salesiana a servizio dei giovani, soprattutto dei giovani più poveri e soli. Mi unisco con molta felicità alla festa dei figli di don Bosco e accolgo come indicazione di speciale importanza – per me vescovo – l’accento che questa nomina pone sull’evangelizzazione dei giovani, la grande sfida del nostro tempo, il grande impegno sul quale anche la Chiesa torinese viene oggi chiamata a investire con molta forza e speranza”.

Chi è don Artime

Don Angel Fernàndez Artime è nato il 21 agosto 1960 a Gozón-Luanco, nelle Asturie in Spagna in una famiglia di pescatori; ha emesso la sua prima professione il 3 settembre 1978, i voti perpetui il 17 giugno 1984, a Santiago de Compostela, ed è stato ordinato sacerdote il 4 luglio 1987, a León. Originario dell’Ispettoria di León, ha conseguito la Laurea in Teologia pastorale e la Licenza in Filosofia e Pedagogia. È stato Delegato di Pastorale giovanile, Direttore della scuola di Ourense, membro del Consiglio e Vicario ispettoriale e, dal 2000 al 2006, Ispettore (provinciale).
Dopo aver fatto parte della commissione tecnica che ha preparato il 26° Capitolo Generale, nel 2009 è stato nominato Superiore dell’Ispettoria dell’Argentina Sud, con sede a Buenos Aires. Qui ha collaborato con l’allora Arcivescovo di Buenos Aires, card. Jorge Mario Bergoglio, oggi Papa Francesco. Il 23 dicembre 2013 è stato nominato Superiore della nuova Ispettoria della Spagna Mediterranea, dedicata a “Maria Ausiliatrice”, ma prima di poter assumere questo nuovo incarico, lo scorso 25 marzo 2014, è stato eletto dal 27° Capitolo generale 27 nuovo Rettor Maggiore della Congregazione Salesiana e decimo successore di Don Bosco. Mercoledì 11 marzo 2020 il 28° Capitolo generale tenutosi a Valdocco, nella Casa Madre dei Salesiani ha confermato don Artime Rettor Maggiore per il sessennio 2020-2026. Ora la nomina a cardinale.

I nuovi cardinali

Il prossimo 30 settembre papa Francesco terrà un nuovo Concistoro dove creerà i nuovi cardinali.

“La loro provenienza esprime l’universalità della Chiesa che continua ad annunciare l’amore misericordioso di Dio a tutti gli uomini della Terra” – ha detto Papa Francesco al termine dell’Angelus affacciato su piazza San Pietro – “L’inserimento dei nuovi cardinali nella diocesi di Roma, inoltre, manifesta l’inscindibile legame tra la Sede di Pietro e le Chiese particolari diffuse nel mondo”.

Questi i nomi dei cardinali che papa Francesco creerà nel Concistoro del prossimo 30 settembre: mons. Robert Francis Prevost, prefetto del dicastero per i Vescovi; mons. Claudio Gugerotti, prefetto del dicastero per le Chiese Orientali; mons. Víctor Manuel Fernández, prefetto del dicastero per la Dottrina della Fede; mons. Emil Paul Tscherrig, nunzio apostolico; mons. Christophe Louis Yves Georges Pierre, nunzio apostolico; mons. Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme; mons. Stephen Brislin, arcivescovo di Città del Capo; mons. Angel Sixto Rossi, arcivescovo di Cordoba; mons. Luis José Rueda Aparicio, arcivescovo di Bogotá; mons. Grzegorz Rys, arcivescovo di Lodz; mons. Stephen Ameyu Martin Mulla, arcivescovo di Juba; mons. José Cobo Cano, arcivescovo di Madrid; mons. Protase Rugambwa, arcivescovo coadiutore di Tabora; mons. Sebastian Francis, vescovo di Penang; mons. Stephen Chow Sau-Yan, vescovo di Hong Kong; mons. François-Xavier Bustillo, vescovo di Ajaccio; mons. Americo Manuel Alves Aguiar, vescovo ausiliare di Lisbona; don Angel Fernández Artime, rettore maggiore dei Salesiani.

Insieme ai 18 nuovi “elettori” il Papa unirà come ha spiegato

“ai membri del Collegio Cardinalizio due Arcivescovi ed un religioso che si sono distinti per il loro servizio alla Chiesa”:

sono mons. Agostino Marchetto, nunzio apostolico; mons. Diego Rafael Padron Sanchez, arcivescovo emerito di Cumaná; padre Luis Pascual Dri, confessore nel Santuario di Nostra Signora di Pompei a Buenos Aires.

“Preghiamo per i nuovi cardinali” ha invitato il Papa – affinché, confermando la loro adesione a Cristo, sommo sacerdote misericordioso e fedele, mi aiutino nel mio ministero di vescovo di Roma per il bene di tutto il santo popolo fedele di Dio”.

Festa Maria Ausiliatrice, la processione con l’Arcivescovo – La Voce e il Tempo

Di seguito, l’articolo di Marina Lomunno su La Voce e il Tempo sulle parole dell’arcivescovo di Torino, Roberto Repole, al termine della processione di Maria Ausiliatrice.

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Intervento di mons. Roberto Repole, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, al termine della processione per la festa di Maria Ausiliatrice Basilica di Maria Ausiliatrice, Torino 24 maggio 2023

 

“C’è un virus che si insinua impercettibilmente dentro la mentalità nostra, del nostro mondo; è quel virus che ci fa pensare che ciascuno di noi si fa da solo, è artefice di sé stesso… Ma la malattia che questo virus porta è la solitudine.

Quando noi pensiamo così, quando noi viviamo così,siamo destinati a essere soli, soprattutto nel momento del bisogno, nel momento in cui avremmo necessità della cura degli altri, perché – se ognuno si fa da sé – nessuno può contare su nessuno.

È molto bella questa festa di Maria Ausiliatrice, Auxilium Cristianorum, che – attraverso don Bosco e la famiglia salesiana – è la festa della nostra Chiesa che è in Torino, è la festa di questa città, perché dice qualcosa di chi siamo noi: non donne e uomini che si fanno da soli, ma donne e uomini bisognosi di cura, sempre, in qualunque momento.

Lo vediamo di più e lo percepiamo di più in alcune situazioni: un bambino senza cura non sopravvive; un anziano senza cura non sopravvive; un portatore di handicap qualche volta senza cura non sopravvive.

Ma nessuno di noi sopravvive senza cura! E la festa di Maria Ausiliatrice ci dice che abbiamo bisogno della cura per essere donne e uomini, anzitutto della cura di Dio, che si fa presente a noi e vicino a noi con la sua tenerezza, anche con gli occhi e con lo sguardo di Maria.

Mi piace ricordare quella pagina del Vangelo in cui Maria, senza dire nulla, con il solo sguardo si rende conto del bisogno di coloro che erano alla festa e chiede l’intervento del Signore. Fa così con tutti noi, con ciascuno di noi.

E quanto più riconosciamo di avere bisogno della cura di Dio attraverso lo sguardo di Maria, tanto più comprendiamo qualcosa anche di ciò che siamo destinati ad essere: non delle donne e degli uomini che si fanno da soli, ma delle donne e degli uomini che possono prendersi cura del fratello e della sorella come espressione della cura amorevole di Dio.

Sarebbe bello ritornare nelle nostre case, questa sera, e vedere di più, in maniera più intensa, più autentica, più vera e più profonda il bisogno di cura di coloro che ci stanno vicini, nelle nostre famiglie, nel pianerottolo delle nostre case, nei nostri posti di lavoro, nelle nostre scuole, sapendo che – per quanto bella possa essere una società – ci saranno sempre delle solitudini e dei bisogni di cura che non saprà vedere; anche per questo esistiamo noi cristiani che, non a caso, invochiamo Maria Ausiliatrice e, attraverso di lei, il Signore della cura.

To-Vision, Mese Mariano in Basilica Maria Ausiliatrice e centenario Crocetta – La Voce e il Tempo

Si riportano di seguito le notizie relative alla manifestazione To-Vision creata dal liceo salesiano Valsalice, alle celebrazioni dedicate alle donne nel Mese Mariano in Basilica Maria Ausiliatrice e al centenario della casa della Crocetta, apparse sul giornale La Voce e il Tempo.

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«To-Vision», sul palco del Pala-Ruffini i sogni degli studenti torinesi

 

«You may say I’m a dreamer. But I’m not the only one»

cantava John Lennon e la finale di «To-Vision 2023», la seconda edizione del contest musicale dei licei torinesi inventato dagli studenti del Valsalice, che si è tenuta venerdì 5 maggio al Pala-Ruffini, è stata la realizzazione dei sogni di tanti ragazzi torinesi: dai molti che hanno preso parte all’organizzazione (più di 80 i volontari presenti alla serata), ai concorrenti e ai vincitori.

Ragazzi sognatori che si sono messi in gioco al 1000% e che hanno dimostrato come ai giovani basta dar fiducia e spazio per realizzare sogni. E che fosse una serata di successo lo si poteva capire anche solo dalle lunghe file davanti ai cancelli del Pala-Ruffini anche più di un’ora prima dall’inizio della serata.

Un palazzetto gremito, che è esploso di gioia all’entrata in scena dei due presentatori: il «folletto» della Melevisione Lorenzo Branchetti e l’influencer e musicista torinese Pietro Morello. Dopo una veloce presentazione, l’intervento dell’assessore torinese alle Politiche giovanili Carlotta Salerno:

«Meraviglia e contenuti ce li hanno messi i ragazzi. Noi abbiamo solo fornito un supporto logistico. Rispetto all’anno scorso siamo esplosi, chissà il prossimo!

Il rapporto con Gen Z Now, l’associazione di giovani che ha organizzato il contest, è nato grazie ad una mail.

«Ragazzi e ragazze se avete un’idea scriveteci, possiamo farla crescere assieme!».

Studenti e studentesse si sono esibiti con le loro canzoni sostenuti con applausi, striscioni e cori dai loro istituti, tanto che sul palco non sembravano salire singoli studenti, ma scuole intere. Alla fine di ogni esibizione i commenti dei giudici, sempre costruttivi con l’idea di aiutare i giovani artisti nel loro percorso di crescita personale, vero focus di tutta la manifestazione.

A decretare il vincitore non solo il parere della giuria ma anche quello del pubblico con il televoto.

Ha vinto Matteo Lesioba, del liceo Einstein, con la canzone «Hola» di Marco Mengoni, al secondo posto Frenkie dell’Istituto Agnelli. Ad aggiudicarsi il premio «social» sono stati invece Lorenzo e Francesca del Cavour.

Tra un concorrente e l’altro le esibizioni della Gypsy Musical Academy, degli Euphonia (vincitori della scorsa edizione) e i monologhi dei presentatori. Lorenzo Branchetti si è soffermato sul percorso fatto dai concorrenti:

«Non importa chi vince o chi perde, quello che conta sono i ragazzi; siete voi che trasmettete le emozioni. Il successo è trasmetterle».

Sulla forza dei sogni si è invece concentrato Pietro Morello che, partendo da «Imagine» di John Lennon, ha parlato di una grande sognatrice:

«Sara, una bambina di 7 anni conosciuta in ospedale, che da grande voleva fare il dottore per inventare una macchina che non facesse ‘bip’ mentre si dorme. Ma sapeva di star male: ‘e se non ce la faccio?’. ‘Ci penso io!’ ha detto Matteo, un altro bambino. Sara da due settimane non c’è più. Ma va bene così, lo faccio io: ho deciso che farò il medico della felicità. La felicità è una scelta ed esiste solo se la condividiamo».

A concludere la serata l’esibizione di Alfa, cantante genovese, classe 2000, con più di 600 milioni di visualizzazioni sui siti di streaming, che ha fatto cantare e ballare tutto il Pala-Ruffini.

-Emanuele Carré

Sabati mariani all’Ausiliatrice

 

La Solennità di Maria Ausiliatrice nella Basilica di Torino in questo anno è caratterizzata dai sabati mariani: «Il sabato sera al femminile»: su la forza della donna, il coraggio della donna, la bellezza della donna.

Dove in un percorso attraverso la musica lirica, sabato 13, un film documentario sulla tratta delle donne, il 20, e l’arte, sabato 27, abbiamo voluto attualizzare nell’oggi la figura di Maria Ausiliatrice perché ogni donna e ogni uomo trovi in Lei il suo modello e il suo punto di riferimento.

I protagonisti dei tre sabati sera in Basilica sono tutte artiste donne e due delle quali provenienti da Roma. Un’altra caratteristica della festa riguarda la novena in Basilica che sarà animata ogni sera da una diversa comunità salesiana presente in Torino nella Messa delle 18.30.

E poi ogni sera alle 20.30, come lo scorso anno, ci sarà la preghiera del Santo Rosario in cortile per poi spostarsi in Basilica per l’adorazione che si conclude con un pensiero sulla Madonna, la tradizionale «Buona Notte», dalla viva testimonianza di uno o due giovani/e facenti parte del gruppo che anima il Rosario in quella sera.

Nel giorno della festa l’Arcivescovo di Torino, Mons. Roberto che presiederà la processione; Mons. Carlo Mazza assistente spirituale dei Santuari d’Italia presiederà invece la celebrazione delle 11.00 con la presenza delle autorità civili e militari; Mons. Cesare Nosiglia, Vescovo emerito di Torino e Susa, presiederà la Messa delle 17.00.

Infine, ci sarà spazio per i giovani sia nella Messa delle 9.30 presieduta dall’Ispettore del Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania con la presenza di tutti i ragazzi delle scuole delle FMA e dei salesiani e sia con la Messa delle 18.30 presieduta dal Rettor Maggiore con la presenza del Movimento Giovanile Salesiano.

-Marina Lomunno

Crocetta, i Salesiani da 100 anni

 

Domenica 7 maggio l’Arcivescovo di Torino, mons. Roberto Repole, ha fatto visita all’Istituto Internazionale Don Bosco, per ricordare i cent’anni della presenza salesiana nel quartiere torinese della Crocetta, un segno di comunione con la Chiesa di Torino e un’occasione per manifestare la gioia per il dono che si è gli uni per gli altri.

Mons. Repole ha presieduto la concelebrazione Eucaristica alle 11.00 insieme al Direttore, don Marek Chrzan ed alcuni confratelli salesiani, con la presenza della comunità educativo-pastorale e di numerosi fedeli.

L’Arcivescovo ha esordito esprimendo la sua gratitudine al mondo dei salesiani per tutto ciò di preziosissimo che fanno nella Chiesa che è in Torino, ricordando anche la sua personale esperienza di ex-allievo e facendo memoria degli anni nei quali, studente di teologia, proprio alla Crocetta ha vissuto l’inaugurazione di alcuni anni accademici delle facoltà teologiche.

Nell’omelia, commentando il Vangelo della V domenica di Pasqua, si è soffermato sulla richiesta di Filippo: Signore, mostraci il Padre e ci basta e sulla risposta di Gesù: Chi vede me vede il Padre.

«Vedendo Gesù», ha detto, «si vede la cura che Dio ha per l’umanità e per ogni persona. Le opere che Gesù compie sono espressione dell’amorevole cura di Dio».

E facendo riferimento alle parole di Gesù: ‘Vado a preparavi un posto’, ha ricordato che la nostra vera casa è il cuore del Padre e che soltanto quando siamo capaci di trovare dimora in Dio, siamo capaci di diventare dimora gli uni per gli altri.

Di qui l’invito ad essere casa per il fratello e la sorella, ad essere uomini e donne capaci di prendersi cura. Questo è il cuore della missione salesiana ed è significativo che l’omelia dell’Arcivescovo lo abbia focalizzato in questa occasione. Al termine della concelebrazione, un momento di festa con la premiazione dei tornei sportivi dei ragazzi dell’Oratorio ha chiuso la fraterna mattinata di incontro con il Pastore della Chiesa torinese.

-Monica Roncari