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Mattarella in missione in Africa: visita al don Bosco di Ashaiman – La Verità

Si riporta di seguito la notizia apparsa su La Verità.

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Storica visita del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in Africa occidentale. Accompagnato dalla figlia Laura e dal viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli , Mattarella è arrivato ieri sera in Costa d’Avorio, per la prima visita ufficiale di un capo di Stato italiano.

Da domani, giovedì, a sabato, Mattarella sarà in Ghana. Ieri sera Mattarella è stato accolto all’aeroporto di Abidjan dal vice presidente della Repubblica della Costa d ‘Avorio, Tiemoko Meyliet Koné, e dal ministro degli Esteri, dell ‘integrazione africana e degli ivoriani all’estero, Kacou Houadja Léon Adom, alla presenza dell’ambasciatore Arturo Luzzi.

Fittissimo il programma della missione, che sarà certamente importante anche nell’ottica del Piano Mattei, pilastro della politica estera del governo guidato da Giorgia Meloni. Questa mattina al palazzo presidenziale Mattarella incontra il presidente della Repubblica della Costa d’Avorio, Alassane Ouattara. Dopo le dichiarazioni alla stampa dei due presidenti, è prevista la cerimonia di consegna delle chiavi del distretto di Abidjan, un riconoscimento di estrema importanza che fino a ora era stato assegnato solo a presidenti francesi come Emmanuel
Macron e François Hollande.

Un particolare da non sottovalutare assolutamente: nel 2025 in Costa d’Avorio sono in programma le elezioni presidenziali, il cui esito potrebbe cambiare l’orientamento filo francese del Paese: una finestra di opportunità che l’Italia potrebbe sfruttare al meglio.

Mattarella poi parteciperà al pranzo ufficiale offerto dal presidente della Costa d’Avorio. Domani, giovedì, tappa al giacimento di Baleine, scoperto dall’Eni in acque profonde nel 2021 e dove, come ricorda l’agenzia Nova, la produzione è stata avviata lo scorso 27 agosto.

Per il giacimento di Baleine è stato stimato un investimento da 10 miliardi di dollari, un progetto che avrà un impatto duraturo sull’economia ivoriana e nelle intenzioni di Eni non verrà sfruttato solo per l’esportazione. Mattarella visiterà la stazione a terra del giacimento, dove verranno anche illustrate le attività del gruppo sulla cooperazione italiana in ambito energetico e le attività sociali nel Paese.

È legata a Eni anche la visita del complesso scolastico di Vridi, una scuola che la compagnia italiana ha ristrutturato nel contesto di un piano nazionale governativo di ristrutturazione e consolidamento di tutte le istituzioni scolastiche. Piano che per le sue peculiarità, e per la centralità della Costa d’Avorio nel Piano Mattei, verrà replicato anche in altre zone del Paese, con l’obiettivo, sottolinea Palazzo Chigi, di piantare dei semi per la crescita del capitale umano che favorirà lo sviluppo del benessere del Paese.

Nel pomeriggio, prima della partenza per il Ghana, Mattarella visiterà alle 16 la casa della comunità di Sant’Egidio ad Abidjan, dove incontrerà un gruppo di bambini delle scuole della pace, gli ex ragazzi di strada ora accolti dalla comunità, alcuni anziani e il movimento giovanile di Sant’Egidio.

Da domani pomeriggio Mattarella e la delegazione italiana saranno in Ghana, dove il capo dello Stato incontrerà una delegazione della comunità italiana. Nella mattinata di venerdì 5 aprile, invece, Mattarella sarà ricevuto alla Jubilee house, per un colloquio con il presidente della Repubblica del Ghana, Nana Akufo-Addo.

Il programma prevede poi la visita al Memoriale di Kwame Nkrumah, dove la delegazione sarà accolta dal sindaco di Accra, dal direttore del Memoriale, Edward Quao, e dalla figlia dell’ex presidente ghanese, Samia Nkrumah.

Nel pomeriggio Mattarella è atteso al Castello di Christiansborg e in serata parteciperà al pranzo di Stato organizzato alla Jubilee house.

Sabato 6 aprile, nella prima parte della mattinata, il capo dello Stato sarà al Centro di Formazione Professionale don Bosco di Ashaiman, in Ghana, gestito dai padri salesiani e creato grazie al contributo di Confindustria Alto Adriatico.

Qui Mattarella parteciperà alla inaugurazione dell’academy che Confindustria Alto Adriatico ha realizzato, con l’obiettivo di formare manodopera locale con profili professionali sovrapponibili a quelli ricercati dal tessuto produttivo del Friuli Venezia Giulia.

L’obiettivo è quello di fornire a 250 giovani una formazione di qualità nell’ambito del Ghana project messo a punto da Confindustria Alto Adriatico.

Principale partner dell’operazione è Umana, agenzia per il lavoro, ma sono stati coinvolti anche la Regione e i sindacati.

A seguire, Mattarella si trasferirà presso il porto di Tema, dove è ormeggiato il pattugliatore d’altura della Marina militare italiana Bettica, impegnato in operazioni di monitoraggio nel Golfo di Guinea, nell’ambito di un programma di lotta alla pirateria e ad altre forme di criminalità in mare. Il presidente della Repubblica incontrerà comandante e membri dell’equipaggio. Al termine, è previsto il rientro in Italia.

Torino sulle orme di don Bosco – Famiglia Cristiana

Si riporta di seguito l’articolo apparso su Famiglia Cristiana.

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A Valdocco, il “quartier generale” dove è nata l’avventura educativa del “Santo dei giovani” che oggi continua in 134 Paesi del mondo grazie ai missionari salesiani

Ogni volta che torno sui luoghi di san Giovanni Bosco mi emoziono profondamente.

È incredibile come questo grande santo abbia speso la sua vita per i giovani e gli ultimi portando frutti immensi in tutto il mondo in così poco tempo.

Dinanzi alla sua tomba e a quella di san Domenico Savio percepisco un’aria di grazia, una potenza inaudita e m’immergo nella preghiera più profonda con un cuore colmo di pace e commozione.

Mi sento davvero piccolo dinnanzi a questi due giganti di santità.

Poi a Valdocco, il “quartier generale” della famiglia salesiana, si respira un’aria di internazionalità grazie ai missionari provenienti dai diversi continenti.

Domenica prossima il nostro viaggio ci farà ripercorrere la storia di don Bosco, un energico sacerdote piemontese che dedicò la sua vita all’educazione e all’aiuto dei giovani più svantaggiati, e contemplare l’opera concreta di questo santo, fondatore dell’Ordine dei Salesiani.

In particolare, le missioni che in Italia e all’estero, grazie alla Onlus Missioni Don Bosco e a tanti missionari e testimoni che dedicano la loro vita ai più fragili nei vari Paesi del mondo.

Uno di questi è don Gianni Rolandi, che è stato per anni missionario in Kenya:

«La presenza salesiana nell’Africa dell’Est è iniziata nel 1980», racconta, «io ho vissuto prevalentemente in Kenya, alcuni anni in Tanzania e ho visitato il Sudan e il Sud Sudan. Dall’8 settembre scorso la Tanzania è diventata un’ispettoria autonoma e questo dimostra la grande crescita delle missioni salesiane in questa parte del continente africano.»

Rolandi spiega che l’evangelizzazione in Africa nacque nel 1978 con uno slogan semplice ma efficace: “Don Bosco per l’Africa e l’Africa per don Bosco”.

«Il numero dei giovani all’epoca e anche oggi è impressionante», sottolinea, «quando sono arrivato in Kenya ci siamo dedicati principalmente all’educazione al lavoro con corsi di formazione della durata di tre anni che preparano a svolgere un impiego. È la realizzazione concreta, anche se non l’unica, dello stile di don Bosco per l’Africa. Io ho iniziato la missione a Embu, nell’Est del Kenya, dove c’è una scuola secondaria, e poi ho vissuto tanti anni nella capitale, a Nairobi, nella casa di formazione che prepara gli studenti di Teologia. In questi paesi siamo presenti anche con le parrocchie, gli oratori, i centri giovanili, case che accolgono ragazzi di strada come quelli che arrivano dai villaggi rurali, mentre nel Nord del Kenya, a Kakuma, siamo gli unici che hanno il permesso di vivere nel campo profughi che è uno dei più grandi del mondo, che è arrivato a toccare oltre 200mila presenze, e accoglie rifugiati congolesi, ruandesi, sud sudanesi e somali».

Oggi sono 134 i Paesi nei cinque continenti dove i figli e le figlie di don Bosco, partiti da Torino, hanno portato il suo carisma.

La Onlus Missioni Don Bosco è attiva con oltre quattromila centri tra scuole, istituti di formazione professionale, università e porta aiuto concreto negli Stati più poveri e nelle situazioni estreme.

Ieri come oggi, l’educazione è cosa di cuore e sottolinea perfettamente il carisma di don Bosco e dei salesiani.

 

“Missione è…” – Vocabolario Missionario 2023

I giovani della nostra Ispettoria partiti lo scorso agosto per un’esperienza missionaria a Makuyu (Kenya) e Palabek (Uganda), hanno realizzato una serie di mini-video dal tema “Missione è…” per raccontare attraverso una parola o una breve frase l’esperienza vissuta.

“Amore” | Irene Ponzo – Missione Makuyu, Kenya

 

“Condividere” | Don Marco Cazzato – Missione Makuyu, Kenya

 

“Donarsi” | Michela Ponzo – Missione Makuyu, Kenya

 

“Don Bosco” | Don Matteo Rupil – Missione Makuyu, Kenya

 

“Dono” | Luisa Fissore – Missione Makuyu, Kenya

 

“Dono” | Luca Scavino – Missione Palabek, Uganda

 

“Essenzialità” | Don Giò Bianco – Missione Palabek, Uganda

 

“Esserci” | Giorgio Conte SDB – Missione Makuyu, Kenya

 

“Fare Spazio” | Marianna Califano – Missione Palabek, Uganda

 

“Grazia” | Giulia Meucci – Missione Makuyu, Kenya

 

“Messa a fuoco” | Alessandro Cutrupi – Missione Palabek, Uganda

 

“Mettersi in discussione” | Elena Inversi – Missione Makuyu, Kenya

 

“Sfida” | Gabriele Lupino – Missione Makuyu, Kenya

 

“Sguardo” | Erica Rao – Missione Palabek, Uganda

 

“Stare” | Alessandro Ponzo – Missione Makuyu, Kenya

 

“Terra” | Elena Riberi – Missione Palabek, Uganda

 

“Toccare con mano” | Mira Garelli – Missione Makuyu, Kenya

 

“Una Mano tesa” | Silvia Mandina – Missione Palabek, Uganda

 

“Unione” | Chiara Galli – Missione Palabek, Uganda

 

“Volto” | Alessio Moretto SDB – Missione Palabek, Uganda

 

Il progetto si inserisce all’interno del Vocabolario Missionario, iniziativa che raccoglie le testimonianze dei partiti in missione che, a partire da una parola, cercano di spiegare come l’esperienza lascia il segno e va in profondità nel cuore delle persone, tanto da arrivare a modificare il valore ed il significato di termini che prima sembravano comuni.

Il “miracolo” del salesiano Riccardo Racca in Sierra Leone – La Fedeltà

Si pubblica di seguito l’articolo dedicato al missionario Riccardo Racca, apparso su “La Fedeltà“.

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Il “miracolo” del salesiano Riccardo Racca in Sierra Leone

Originario di Piasco, già allievo della scuola di formazione professionale di Fossano, ha attivato nella provincia di Cuneo un’ampia rete di collaborazioni

 

Un nuovo modo di essere missionari? I Cuneesi, sempre aperti all’innovazione, trasmettono questa attitudine anche a chi lascia la provincia per cercare altrove la sua vocazione. Che sia uno specialista che raggiunge le grandi città, un investitore che pensa alla grande, un viaggiatore che inventa un mestiere, il DNA contadino genera continuamente capacità di adattamento e ricerca di efficienza.

Così anche un salesiano nato a Piasco, e formato a Fossano, ha assunto dalla sua terra uno spirito “imprenditoriale” che torna molto utile nella sua missione in Africa: prima in Nigeria, poi in Ghana, adesso in Sierra Leone.

È Riccardo Racca, classe 1954, che incontriamo per un tuffo nel suo passato di ragazzino cresciuto fra il negozio di alimentari e rosticceria dei genitori e il cortile della parrocchia, passando per la scuola elementare e le marachelle con i compagni di gioco. Di tanto in tanto fa una esplorazione di questo suo retroterra per pescare soluzioni alle idee che nascono oggi a Bo, una cittadina immersa in un’area che definire agricola non si può ancora dal momento che produce al massimo cibo per la sopravvivenza delle famiglie che la abitano.

Mentre compie la missione da figlio di don Bosco, partecipando alla gestione della scuola professionale e dell’oratorio, va a visitare i giovani in cella senza processo e mancanti di qualsiasi accompagnamento educativo. Ogni tanto avviene un “miracolo”, come quello di un ragazzo privo di una gamba, che è riuscito a far curare ottenendo i permessi di uscita dal carcere, superando la ritrosia determinata dalla rassegnazione. Ora, scontata la pena, è libero di muoversi e di affrontare la vita prendendo in mano il suo destino.

Il di più dello sguardo penetrante del contadino ha portato fratel Riccardo Racca ad approfondire le possibilità di valorizzare una pianta utilizzata dalla popolazione locale per scopi alimentari. È la moringa, chiamata anche “albero del ravanello”, fino a 7 metri in altezza di generosa sfruttabilità. Le radici sono commestibili, le foglie sono gustose, i teneri baccelli possono entrare in un piatto di insalata, i semi regalano un olio usato anche per la cosmesi. Quel che è importante è che le sue proprietà possono essere una risposta ai bisogni alimentari di vaste comunità: le vitamine, le proteine, il calcio, gli antiossidanti che la moringa contiene sono additivi preziosi, anche attraverso l’essiccazione delle foglie che le rende durevoli, diventando condimento o basi di tisane.

Questa pianta è stata indicata come “super alimento” nel 2022 grazie anche all’attività promozionale che fratel Riccardo ha avviato da qualche anno. Ha messo a frutto i suoi ritorni periodici in Italia e in Europa per documentarsi, per considerare le possibilità di coltivazione estensiva in Sierra Leone, per prendere contatti con esperti e potenziali acquirenti della polvere di moringa.

Il sogno infatti è quello che i contadini di Bo, attualmente un gruppo di una ventina di famiglie raccolte in cooperativa sotto l’egida della missione, possa produrre e trattare il prodotto anche per l’esportazione: questo commercio diventerebbe così un primo passo verso la auto-sostenibilità della presenza salesiana. Da questa potrebbero aggiungersi risorse a quelle che già oggi numerosi benefattori affidano a Missioni Don Bosco per difendere i minori più fragili: domani si intravede il potenziamento della scuola professionale, dei servizi socio-educativi, della formazione dei nuovi salesiani per dare futuro alla congregazione in Sierra Leone.

Nei suoi ritorni periodici, Riccardo Racca ritrova a Piasco la sorella, che costituisce l’ancoraggio familiare e il sostegno spirituale un tempo dato anche dai genitori, a Fossano i nuovi membri dell’opera salesiana e i suoi compagni di studio divenuti professionisti. Trova lì le risorse per coltivare (è il caso di dirlo) il suo sogno che cammina – come faceva il Santo fondatore – con i piedi per terra. L’associazione piemontese degli ex allievi delle scuole salesiane ha sposato con entusiasmo questo progetto. Il “miracolo” sarà il primo container che invece di partire dall’Italia per portare aiuti si riempirà a Bo per esportare moringa in varie forme.

Esperienze Missionarie 2023

Quest’anno diverse persone, tra giovani e salesiani di tutta l’Ispettoria del Piemonte, hanno deciso di mettersi in gioco e di camminare insieme nel “Percorso nel cuore del mondo” per conoscere meglio ciò che conta: Dio, il mondo e sé stessi.

Nel corso di 5 incontri sono state presentate e discusse diverse tematiche: dall’economia al servizio dei popoli fino all’interculturalità, senza tralasciare la spiritualità missionaria salesiana.

20 persone hanno poi deciso e dato la loro completa disponibilità per partire questa estate. Tra queste ragazzi universitari, giovani lavoratori, famiglie e accompagnatori salesiani.

Papa Francesco ha detto:

“Abbiamo proseguito imperterriti pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato. È tempo di scegliere che cosa conta e che cosa passa”.

Questo è ciò che spinge maggiormente a partire, il desiderio di scegliere in che mondo vivere e di non adeguarsi al male che lo abita.

Andare concretamente in missione aiuta ad aprire gli occhi per avere uno sguardo di Verità.

Dopo 6 anni l’Africa torna ad essere terra di missione con due mete: Makuyu in Kenya e Palabek in Uganda.

Per tutto il mese di agosto, i due gruppi avranno l’occasione di mettersi in gioco in prima persona al servizio dei più poveri, all’interno di una scuola salesiana e di un campo profughi.

GRUPPO 1: MAKUYU – KENYA

SCUOLA SALESIANA

DAL 30 LUGLIO AL 26 AGOSTO 2023

  • Accompagnatori: Marco Cazzato, Matteo Rupil.
  • Partenti: Valeria Bajetto, Luisa Fissore, Mira Garelli, Elena Inversi, Gabriele Lupino, Giulia Meucci, Alessandro Ponzo, Irene Ponzo, Michela Ponzo.

 GRUPPO 2: PALABEK – UGANDA

ASSISTENZA RIFUGIATI

DAL 30 LUGLIO AL 28 AGOSTO 2023

  • Accompagnatori: Giovanni Batista Bianco, Alessio Moretto.
  • Partenti: Marianna Califano, Alessandro Cutrupi, Chiara Galli, Silvia Mandina, Erica Rao, Elena Riberi, Luca Scavino.

È possibile sostenere i partenti con un piccolo contributo tramite bonifico, Satispay o GoFundMe, tutte le informazioni sono disponibili nella landing page dedicata:

In uscita il terzo video di ANS News Video

È da poco stato pubblicato il terzo numero di “ANS News video”, il notiziario mensile che passa in rassegna, in formato tele-giornalistico, gli eventi più importanti realizzati nell’ambito della Congregazione e della Famiglia Salesiana. In questo nuovo appuntamento lo spazio informativo è dedicato agli appuntamenti del mese di marzo.

Tra gli eventi riportati, quelli vissuti in Africa-Madagascar dal Rettor Maggiore, con gli Esercizi Spirituali con i Consigli Ispettoriali di quella Regione e le visite d’animazione alle presenze salesiane in Camerun e Guinea Equatoriale, in Africa Tropicale Equatoriale; così come non potevano mancare dei servizi speciali inerenti la guerra in Ucraina: sia a livello di quello che fanno i Figli di Don Bosco in quel Paese, sia a livello di quanto sta avvenendo grazie alla solidarietà salesiana internazionale nei Paesi di prima accoglienza dei rifugiati ucraini.

“ANS News Video” di Marzo è visibile sui rispettivi canali linguistici di ANSChannel ed è accessibile anche direttamente dalla homepage del sito di ANS.

RMG – Tre nuove Ispettorie a servizio dell’Africa

Dal sito dell’agenzia salesiana ANS, la notizia della creazione di tre nuove ispettorie in Africa.

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(ANS – Roma) – In un continente in continua crescita e fermento sociale anche la presenza salesiana si moltiplica e modifica.

In data 19 gennaio 2021, il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, con il parere favorevole del Consiglio Generale, a norma degli articoli 132, paragrafo 1.1 e 156 delle Costituzioni, ha eretto l’Ispettoria “Beato Artemide Zatti” di Africa Nigeria e Niger (ANN) con sede a Lagos-Iju (Nigeria). Di questa Ispettoria fanno parte 9 Case già esistenti, e la prospettiva di un’apertura missionaria nel Niger vicino.

Nella stessa data è stata eretta la nuova Ispettoria “Nostra Signora della Pace” di Africa Occidentale Nord (AON), con sede a Cotonou-Zogbo, in Benin. Di questa Ispettoria fanno parte 18 case, presenti, oltre che in Benin, in Burkina Faso, Gambia, Guinea, Mali e Senegal. Queste ultime tre nazioni formeranno una Delegazione con sede a Dakar (Senegal). La nuova Ispettoria AON potrà sviluppare la sua missione anche in Guinea Bissau.

Ancora, il 19 gennaio è stata eretta l’Ispettoria Africa Occidentale Sud (AOS), intitolata a “San Giuseppe”, con sede ad Ashaiman (Ghana). Ne faranno parte le opere del Togo, del Ghana, della Costa d’Avorio, della Liberia e di Serra Leone, per un totale di 20 case.

E’ stata una meravigliosa avventura: il ricordo di don Italo e don Vincenzo

Nella serata di domenica 24 gennaio, l’Animazione Missionaria ICP ha dedicato un incontro online in memoria di Don Italo Spagnolo e Don Vincenzo Marrone, entrambi sacerdoti salesiani missionari mancati nell’ultimo periodo. Due uomini, due sacerdoti, due confratelli salesiani fioriti in terra africana, che sono stati padri, maestri e amici per tantissimi giovani che in loro hanno incontrato don Bosco.

“Quando avviene che un salesiano muore lavorando per le anime, la congregazione ha riportato un grande trionfo”

(C. 54)

Di seguito il video completo dell’incontro sulla testimonianza cristiana e salesiana di Don Italo Spagnolo e Don Vincenzo Marrone, condotto da don Fabio Mamino e don Theophilus Ehioghilen.

E’ stata una meravigliosa avventura: ricordando don Italo e don Vincenzo, fra memoria e speranza

Don Italo Spagnolo e Don Vincenzo Marrone: due uomini, due sacerdoti, due confratelli salesiani fioriti in terra africana, che sono stati padri, maestri e amici per tantissimi giovani che in loro hanno incontrato don Bosco. L’Animazione Missionaria dell’Ispettoria propone un momento di memoria a loro dedicato per domenica 24 gennaio, rivolto a tutti i confratelli salesiani. Di seguito la comunicazione dell’iniziativa:

“Quando avviene che un salesiano muore lavorando per le anime, la congregazione ha riportato un grande trionfo”

(C. 54)

Come dice bene questo articolo della nostra costituzione, la morte di un salesiano è un’ occasione di grande celebrazione. È passato poco più di un mese da quando don Italo Spagnolo e don Vincenzo Marrone ci hanno lasciati, dopo quasi quarant’anni di una vita donata fino all’ultimo respiro nella terra di missione in Africa. Due uomini, due sacerdoti, due confratelli fioriti in terra africana, che sono stati padri, maestri e amici per tantissimi giovani che in loro hanno incontrato don Bosco.
Vogliamo fare memoria della loro vita e, tramite le testimonianza di coloro che li hanno conosciuti, cogliere la loro eredità per rilanciarci con gioia e speranza in un rinnovato impegno missionario qui ed ora.
Vi invitiamo a seguirci il 24 gennaio alle 21.00 sulla pagina del sito dedicata alle dirette.

L’Equipe di Animazione Missionaria

Il sogno missionario in Africa: il ricordo di don Italo Spagnolo e don Vincenzo Marrone

Si riportano di seguito gli articoli di giornale dedicati ai Salesiani Don Italo Spagnolo (Il Biellese 1/12/2020) e Don Vincenzo Marrone (Gazzetta d’Alba 29/11/2020) , entrambi  legati al sogno missionario in Africa per molti anni ed entrambi mancati recentemente tornando alla Casa del Padre. Di seguito gli articoli.

>>>Leggi anche l’articolo su MISSIONI DON BOSCO: “Grazie a Dio, grazie a tutti: l’ultimo saluto di don Italo Spagnolo”

«Grazie don Italo per l’esempio»

Padre Spagnolo è stato un grande Salesiano . È morto giovedì, aveva 79 anni. Diceva sempre che con la preghiera e una disponibilità a tutto tondo la vita è un’avventura meravigliosa

Don Italo Spagnolo, grande salesiano, originario di Trivero, per 35 anni missionario in Africa, fondatore ed artefice di diverse opere, ci ha lasciati il 26 novembre, vittima del male oscuro che miete ancora tante vite. Ekaaro, (salve).

«Se il Signore ti vuole prete e Salesiano, io non farò altro che ringraziarlo per la tua vocazione» così la mamma. «Per adesso pensa a studiare seriamente e a comportarti bene. Poi si vedrà», così il papà.

Queste le due risposte che don Italo Spagnolo ha ricevuto da bambino quando ha confidato ai suoi genitori che gli sarebbe piaciuto diventare prete e salesiano.

Aveva conosciuto don Bosco frequentando la colonia estiva dei Salesiani di Varazze. Esperienza che gli era piaciuta moltissimo e che in qualche modo ha contribuito ad orientare la sua scelta di vita. Don Italo è nato a Trivero il 16 maggio 1941, a 14 anni è stato accolto nell’Aspirantato di Casale Monferrato dove ha compiuto gli studi ginnasiali. Entrato in Noviziato a Pinerolo, in provincia di Torino, ha emesso la sua prima professione religiosa il 16 agosto 1958. Ha trascorso il post Noviziato a Foglizzo, sempre in provincia di Torino, e dopo il tirocinio ha intrapreso gli studi teologici all’Università Pontificia Salesiana di Roma, dove è stato ordinato sacerdote il 21 dicembre 1968. Ha quindi conseguito la laurea in Filosofia e il diploma di assistente Tecnico in Psicometria all’Università Cattolica di Milano, rispettivamente nel 1974 e nel 1976. Si è abilitato a Roma all’insegnamento delle Scienze umane nel 1980.

Sacerdote novello ha svolto la missione salesiana tra i giovani dell’ex Ispettoria Novarese come insegnante e catechista ad Asti, Casale Monferrato e a Borgo San Martino. Successivamente ha prestato il servizio d’autorità come direttore e preside delle Scuole Secondarie di Primo e Secondo grado dal 1974 al 1982, prima a Muzzano (1974- 1977), poi a Novara (1977-1980) e infine a Vercelli (19801982). Nel 1982 è partito per la Nigeria ad Ondo, dove è stato superiore della comunità religiosa e parroco prima a St. Patrick’s (1982-1986) e poi a St. John Bosco’s Parish (1986-1998). Don Italo è stato anche il fondatore e il preside del Don Bosco Technical Institute di Ondo dal 1986 al 2003.

L’obbedienza lo ha poi trasferito nel 2003 in Ghana, a Sunyani, come direttore e parroco e successivamente, nel 2009, ad Akure in Nigeria sempre come direttore e parroco. Dal 2014 al 2019 è stato inviato a ljebu-Ode, in Ogun State (Nigeria) come incaricato della nuova presenza salesiana e parroco. Nel gennaio del 2019, per motivi di salute, è rientrato in Piemonte nella comunità di Torino San Giovanni Evangelista, dove ha svolto un apprezzato servizio pastorale, in particolare come vicario parrocchiale nella parrocchia “Sacro Cuore di Maria”.

Don Italo è stato un sacerdote salesiano con una profonda spiritualità, vivo ardore apostolico e una grande capacità di accogliere. Nella missione ha sempre manifestato grande sensibilità pastorale e capacità di ascolto e di animazione spirituale. Religioso fedele ed esemplare è stato un superiore saggio e dal cuore grande, un padre per tanti giovani secondo il cuore di don Bosco, benvoluto e stimato da tutti. Durante un’intervista, alla domanda «com’è la tua vita qui a Ijebu-Ode?», ultima tappa del suo lungo viaggio africano, rivelando in parte il segreto dei suoi successi pastorali, risponde così: «Nel 2014, dopo la chemioterapia, ho “strappato” al bravissimo medico curante il permesso di ritornare in Nigeria. Il mio superiore, esonerandomi dalla responsabilità di direttore-parroco ad Akure, mi ha proposto due alternative: essere d’aiuto in parrocchia a Lagos oppure far parte della nuova missione a Sagamu (passata subito a Ijebu-Ode). Nonostante le sue perplessità iniziali mi sono trovato “incaricato” della nuova presenza: una comunità di tre confratelli in avanscoperta. Qui infatti la nostra Ispettoria aveva acquistato un terreno per lo sviluppo di una nuova scuola tecnico- professionale. Abbiamo incominciato come sempre: vita di preghiera, di comunità, di servizio, di gioia salesiana.

I cattolici, i giovani e la gente gradualmente ci ha conosciuto e apprezzato. Nel dicembre scorso il Vescovo ha costituito parrocchia la nostra piccola comunità, con estrema esultanza dei fedeli. Una parrocchia senza casa parrocchiale (è in affitto) e con la chiesa “senza tetto”. “Abbiate devozione a Gesù Sacramentato e a Maria Ausiliatrice e vedrete che cosa sono i miracoli”, ci diceva don Bosco. È stata la visita a sorpresa del Procuratore di “Missioni Don Bosco” di Torino che ha fatto il miracolo. Grazie alla donazione di “Missioni Don Bosco” abbiamo potuto cominciare, a metà marzo, i lavori della struttura in ferro del tetto. Ci vorranno ancora molti soldini per le preventivate 1200 lamiere ma certamente l’aiuto del buon Dio non ci verrà meno».

Al termine della sua vita don Italo ci saluta così, dando motivo di profonda riflessione e gratitudine a noi suoi confratelli salesiani ed offrendo un’entusiasmante proposta di futuro a qualche giovane della nostra terra dal cuore buono e generoso come il suo: «A 79 anni continuo a vivere con gioia ed entusiasmo la mia vocazione salesiana, come agli inizi. La vocazione salesiana è onnicomprensiva: ci dà il senso di Dio e di lavorare incondizionatamente per il suo Regno, totalmente liberi; ci dà la gioia della comunità che ci sostiene in ogni circostanza; ci offre un campo d’azione stupendo: stare e lavorare con i giovani ed essere vicino alla gente con lo spirito di don Bosco gratifica immensamente. Ci si dona, ci si sacrifica, si ama e si è ricambiati».

Grazie carissimo don Italo per l’esempio che ci lasci. Sono sicuro che dal cielo continuerai a lanciare messaggi in yoruba alla tua gente con cui ti sentivi a casa, saprai toccare il cuore di tanti benefattori perché non rimanga incompiuta l’opera che hai iniziato, ricorderai a ciascuno di noi che con la preghiera e una disponibilità a tutto tondo la vita è un’avventura meravigliosa ovunque il Signore ci chiama, che il segreto della felicità sta nel sentirsi attori nella costruzione del Regno di Dio a servizio degli altri e che un pezzo di Paradiso davvero aggiusta tutto. «O eun pupo, O dab don Italo», «grazie di tutto e addio don Italo».

Le esequie si sono svolte nella chiesa parrocchiale di San Giuseppe Operaio di Vigliano, presiedute dal vescovo Roberto Farinella. Erano presenti numerosi confratelli salesiani e sacerdoti del clero secolare. Ai fratelli Elio e Silvano, alle loro rispettive famiglie, ai parenti e amici tutti le nostre più sentite condoglianze accompagnate dalla preghiera di suffragio, ma soprattutto di lode e di ringraziamento per il dono di don Italo.

La sua salma è stata tumulata nella tomba dei Salesiani nel cimitero di Muzzano, località in cui don Italo ha esercitato per la prima volta il suo ministero di direttore della Comunità. “… Per il salesiano la morte è illuminata dalla speranza di entrare nella gioia del suo Signore. E quando avviene che un salesiano muore lavorando per le anime, la Congregazione ha riportato un grande trionfo”. (Cost. art 54 – Don Bosco, MB XVII, 173 ) Siano rese grazie a Dio.

DON GENESIO TARASCO

direttore dei Salesiani biellesi

L’addio a don Vincenzo Marrone: “da missionario a tempo pieno per 35 anni a…Missionario a chiamata!”

29 Novembre 2020 Gazzetta d’Alba

Don Vincenzo Marrone nella casa salesiana di Ibadan fondata da lui
BRA Nelle prime ore di oggi, domenica 29 novembre, prima di Avvento e domenica della vigilanza, don Vincenzo Marrone, braidese, salesiano e missionario è mancato dopo una breve malattia. Nelle prime ore di questa mattina la comunità salesiana braidese ha saputo della dipartita. Pochi giorni fa era spirato un altro salesiano missionario in Nigeria, don Italo Spagnolo.

Questa epidemia ha portato via un grande salesiano e missionario: don Marrone era un sacerdote che ha speso tutta la vita al servizio della Chiesa e della Congregazione salesiana. Mentre celebrava la Messa ha avverto un malore ed è stato ricoverato; poi la scoperta della malattia, il rientro in comunità e un nuovo ricovero.

«Sono di Novello, stupendo paese delle Langhe cuneesi; sono stato ordinato nel 1967 e, dopo aver conseguito la licenza in teologia, ho ricevuto l’incarico di delegato di pastorale giovanile, a Torino Valdocco; un incarico che non aveva ancora una fisionomia precisa. Era il 1968, l’anno delle contestazioni giovanile in Italia e in Europa, con manifestazioni, contestazioni e grande volontà di trovare vie nuove nella società»: così inizia a raccontare la sua storia don Vincenzo Marrone, salesiano di 80 anni, per oltre 35 anni missionario in Nigeria, fondatore di case salesiane, scuole, oratori, laboratori, studentato teologico. È braidese di adozione, poiché i suoi genitori sono vissuti a due passi dal santuario della Madonna dei fiori, dove ancor oggi abitano le sorelle e i cognati.

Come nacque il sogno africano di don Vincenzo Marrone?

«Nel 1980 la Congregazione salesiana aveva lanciato il Progetto Africa affidando a una o due ispettorie salesiane una nazione africana con una forma di gemellaggio che si realizza inviando confratelli volontari e aiuti; all’Ispettoria di Torino era affidata la Nigeria. Nel 1982 ero stato nominato nuovo ispettore del Piemonte don Luigi Testa; con tre giovani di Valdocco siamo andati a dargli il benvenuto e fare gli auguri al nuovo ispettore, allora direttore a Lombriasco. Durante la conversazione chiesi a don Testa se avesse già delle richieste per la nuova missione Nigeria; mi rispose: “non ancora” e io aggiunsi d’istinto: “se hai bisogno conta su di me!”. Tre mesi dopo mi invitava ad andare in Irlanda per studiare l’inglese e prepararmi alla partenza in Nigeria».

Il 5 novembre del 1982 don Marrone entrava ad Akure, dove fonda la prima opera salesiana, poi sarà la volta di Ondo, una casa a Lagos e l’ultima ad Ibadan. Nello studentato salesiano di Ibadan, dove è assieme a un altro salesiano braidese, Paolo Vaschetto, i giovani salesiani lo chiamano our father, nostro papà, tutte le volte che lo vedono passare o alla sera dopo il Rosario prima di ritirarsi nelle proprie camere al termine della giornata.

Nel 2014 viene inviato nel Nord della Nigeria, dove i problemi con Boko Aram, una setta terroristica si fanno sentire da vicino e l’anno successivo, per motivi di salute rientra in Italia. Sembra che negli ultimi tempi sia rimasto vittima di un tentativo di sequestro, tesi mai confermata del tutto ma questa cosa lo turba molto, tanto che trovandosi in Italia nei mesi estivi rinvia la più volte la partenza.

L’ispettore dei salesiani del Piemonte destina don Vincenzo all’opera salesiana di San Paolo a Torino, dove è viceparroco e aiuto all’oratorio e ritrova un suo allievo salesiano qui in Italia per la formazione che aveva avuto ad Ibadan, Caius Tochi.

Nel 2018 succede una cosa particolare, non se l’aspettava più: ripartire per la Nigeria, non a tempo pieno, ma come lui stesso definisce «missionario a chiamata». Diceva don Vincenzo: «Torno in Nigeria per un mese, dal 18 aprile al 18 maggio. Nel settembre 2018, a conclusione delle celebrazione della professione perpetua, al Colle Don Bosco, di alcuni miei giovani confratelli tra cui 4 nigeriani, miei allievi, l’ispettore per Nigeria, Ghana, Liberia e Sierra Leone mi chiese di andare in Nigeria a predicare gli esercizi spirituali».

E all’età di 79 anni, li ha compiuti a fine febbraio, father Vincenzo era ripartito per la sua Nigeria, dove il suo cuore è rimasto. Lui, il don Bosco di Akure, Ondo, Ibadan era ritornato per «essere con Don Bosco per i giovani sempre!».

Poi ha continuato il suo ministero al San Paolo, sempre con tanto entusiasmo. Nel giorno di tutti i santi del 2020, mentre celebra la Messa ha un malore; viene soccorso in chiesa da un medico e infermieri presenti in chiesa e portato all’ospedale Maria Vittoria, dove gli viene diagnosticato il Covid-19, ma non essendo in condizioni di pericolo viene rinviato in comunità dove è accudito dai confratelli, tra cui un braidese, don Piero Busso, ordinato sacerdote il 7 settembre 1988 al Santuario (ha festeggiato il 40° di Messa nell’ultima Novena).

Chiudiamo con quello che definisco il suo testamento spirituale: «Sono missionario per dono di Dio, in una chiesa e una congregazione che mi hanno dato sempre ampi spazi e “croci” se vuoi , ma che ho sempre amato; progetti superiori a me che mi hanno e mi entusiasmano ancora, perché sono progetti di Dio sempre nuovo e che rinnova la nostra giovinezza». Questo lo scriveva a marzo.

Il caro don Vincenzo “padre e maestro come don Bosco di tanti giovani in Africa e in Italia” raggiunge la mamma Divina e papà Aldo. Addio don Vincenzo, ma nel vero senso della parola: a Dio, dove chi ti ha conosciuto, amato e ricevuto da te tante cose potrà ritrovarsi con te insieme a Maria Ausiliatrice e a don Bosco che tanto hai amato e fatto amare in tutto il mondo.

Lino Ferrero