Articoli

ASD Auxilium Monterosa: conclusione stagione sportiva 2022/2023

L’ASD Auxilium Monterosa ha terminato una stagione sportiva ricca di soddisfazioni, di seguito il resoconto del momento di festa conclusivo a cura del sito dei Salesiani del Michele Rua.

***

Al termine di una stagione ricca di eventi e – finalmente – libera dai vincoli della pandemia, l’ASD Auxilium Monterosa ha concluso le sue attività con un momento di festa per allenatori, dirigenti e staff.

Con oltre cinquecento tesserati nella corrente stagione e circa ottanta giovani e “diversamente” giovani che hanno regalato tempo, disponibilità, pazienza e competenza, l’anno sportivo 2022/2023 si chiude con la speranza concreta di aver contribuito al cammino dell’Oratorio M. Rua di cui si sente pienamente parte, e con il rinnovato desiderio di poter continuare ad essere vicino ai ragazzi e alle loro famiglie anche per la prossima stagione, già in programmazione.

Un grazie dunque a chi è stato in campo, a chi è stato dietro una scrivania, a chi ha coordinato, a chi ha pazientemente aspettato i risultati dei ragazzi/e che sono sicuramente più “sportivi” di un anno fa!

Una meritata pausa di riposo, dunque, che preannuncia una nuova ripartenza con alcune novità, che con il prossimo anno… eh beh! adesso non possiamo svelare tutto! un po’ di suspence e… ci rivediamo a settembre!

Michele Rua: inaugurazione nuovo orto didattico e classe aperta per l’infanzia

Domenica 19 marzo, nella Casa Salesiana del Michele Rua si sono inaugurati gli orti didattici a favore delle scuole dell’infanzia, primaria e scuola secondaria.

Lo scopo non è solo didattico ma si vuole provare a riattivare quello educativo che ha la terra e la semina, con la cura necessaria richiesta. La bontà e la lungimiranza di un benefattore e il servizio di molti ha favorito la nascita di questa nuova opportunità.

Affianco a questa nuova opportunità è stata inaugurata anche la nuova classe all’aperto, grazia al lavoro gratuito dei papà della nostra Comunità che hanno regalato tempo e materiale per incentivare la creatività e il contatto con la natura di tanti bimbi dell’infanzia.

 

“Queste esperienze sono possibili solo grazie alla volontà di tanti e alla Provvidenza che ci accompagna.”

don Stefano Mondin – Direttore

All’inaugurazione erano presenti tante famiglie, i papà che hanno reso possibile il tutto e il presidente della Circoscrizione 6, l’avv. Valerio Lomanto:

“La collaborazione con la vostra Casa per noi è importante, dobbiamo continuare a costruire insieme speranza per questo quartiere.”

La cerimonia si è conclusa con un buffet offerto dai volontari e la celebrazione della festa del papà.

Un futuro per le donne vittime di tratta la felicità negata verso nuove prospettive – Torinosette

Si pubblica l’articolo che Torinosette (La Stampa) ha dedicato al progetto Fast del CNOS-FAP Piemonte in aiuto delle donne vittima di tratta.

***

Speciale PROGETTO FAST A.MANZONI & C. SERVIZI PROMOZIONALI IL PROGETTO DELL’ASSOCIAZIONE CNOS-FAP REGIONE PIEMONTE

Un futuro per le donne vittime di tratta la felicità negata verso nuove prospettive

 

Si chiama Fast, ed è un progetto di inclusione socio-lavorativa rivolto alle donne vittime di tratta che riescono così a sperare in un futuro e rifarsi una vita, quella che la violenza fino a ieri aveva loro negata. La luce in fondo al tunnel.

Lo promuove l’associazione Cnos-Fap Regione Piemonte assieme ad altre 5 organizzazioni: Croce Rossa Italiana (Capofila di progetto), International Rescue Committee, Croce Rossa Britannica Regno Unito, Croce Rossa Olandese Paesi Bassi, Consiglio Greco per i rifugiati Grecia.

Il progetto ha delineato un programma volto a promuovere e sviluppare le competenze personali e professionali di gruppi di donne e ragazze, anche attraverso metodologie di gestione dello stress e di condivisione delle dinamiche interculturali nel Paese ospitante, contestualizzate in un processo di empowerment personale basato su interventi ad hoc, sostenuti anche a livello psico-sociale.

Anche il Piemonte dunque è attivo su questo fronte. Sul territorio di Torino e provincia è stato sviluppato un percorso di individuazione delle persone vulnerabili e la costruzione di percorsi ad hoc che hanno facilitato l’inserimento lavorativo di donne sopravvissute. Spiega Carlo Vallero, direttore pianificazione e sviluppo – Servizi al lavoro di Cnos-Fap Regione Piemonte:

“Ci siamo inseriti come partner sul territorio piemontese e abbiamo portato avanti un progetto per donne vittime di tratta, in prevalenza di origini sub-sahariane”.

“Ne abbiamo individuate una settantina, quasi tutte sul territorio della Città Metropolitana, e dopo una selezione abbiamo iniziato con una ventina di loro un cammino sviluppato su più step. Le abbiamo inserite in un percorso formativo tenutosi alla casa Salesiana Michele Rua, in Barriera di Milano. Qui, hanno iniziato un percorso di autonomia e di allontanamento fisico ed emotivo dalle situazioni di violenza, imparando un mestiere”.

Quale?

“A gestire una casa, a cucire, rammendare e fare le pulizie. In altre parole sono diventate collaboratrici domestiche, ma con una particolare attenzione all’accudimento delle persone anziane”.

Anche il quartiere ha vissuto con entusiasmo l’evolversi di questo progetto.

“Si è avviata un’attività di stage operativo (training the job) così che queste donne potessero diventare consapevoli di ciò che hanno appreso. Inoltre si sono messe in campo misure di sostegno come il rimborso delle spese di viaggio, in modo da facilitare la frequenza delle attività formative”

aggiunge Carlo Vallero. Il risultato?

“Queste donne sono state prese in carico dai nostri Servizi al lavoro che progressivamente le hanno inserite là dove c’era richiesta”.

Non solo: a cinque di loro, particolarmente meritevoli, il progetto Fast ha finanziato il conseguimento della patente di guida.

Ora, la “mission” si sta felicemente concludendo, ma presto si apriranno altre opportunità.

Michele Rua: Comunità educanti, inizia la “fase due” – Vita

La rivista “Vita” ha dedicato un articolo, a cura di Sara De Carli, alla realtà educativa della Casa Salesiana Michele Rua di Barriera di Milano, a Torino, che con il progettoBarriera oggi” mette al centro il prendersi cura di chi cura. Di seguito un estratto dell’articolo.

***

Comunità educanti, inizia la “fase due”

Dal lavoro di rete al lavoro di comunità: è questo il passaggio da fare oggi nelle comunità educanti secondo don Stefano Mondin, salesiano che opera nel quartiere più multietnico di Torino. “Barriera oggi” è uno dei 152 progetti selezionati da Con i Bambini con un bando da 14,5 milioni di euro che mette al centro il prendersi cura di chi cura, perché l’impatto lo fanno i progetti ma anche i soggetti. Marco Rossi-Doria, il presidente: «Ma l’infrastrutturazione sociale non nasce per autopoiesi»

Barriera di Milano, a Torino, è un quartiere in cui bambini e adolescenti trovano gli stessi input sia per una vita sana sia per una vita borderline. Il bivio è lì, davanti a tutti e tutti devono scegliere che strada imboccare. Don Stefano Mondin è presidente del Comitato Salesiani per il Sociale del Piemonte nonché direttore della Casa Salesiana Michele Rua che a Barriera opera da cento anni. Da qui passano 2mila ragazzi ogni anno, dalle scuole all’oratorio, dai maker lab di falegnameria, sartoria e robotica aperti al territorio fino ai percorsi di formazione professionale “non convenzionale” che stanno immaginando per chi dentro la scuola – quale che sia – non riesce a stare.

L’innovazione sta nel passare dal lavoro in rete al lavoro in comunità. C’è un’enorme differenza. Dobbiamo uscire dalla logica dell’iperspecializzazione degli ambiti, del “passarsi” le persone che si seguono senza far percepire alle persone che c’è una progettualità unica. Vuol dire superare l’idea che una persona ci interessa finché c’è un progetto, ma quando termina il progetto basta. Noi non offriamo servizi, costruiamo progetti con le persone. Va in questa direzione per esempio l’idea di mettere a disposizione uno spazio per i giovani facendo insieme a loro la fatica di capire cosa fare di questo luogo.

don Stefano Mondin

Oratorio Michele Rua: la storia del presepe meccanico

Di seguito una breve storia del presepe meccanico dell’Oratorio Michele Rua e gli orari di visita per il 2022/2023, a cura dell’Oratorio.

***

Il primo presepe meccanico dell’Oratorio Michele Rua è frutto di un’idea nata molti anni fa da alcuni Salesiani Cooperatori.

Sono passati molti anni da quando il sig. Airoldi (economo della comunità del Michele Rua) propose di trasferire il presepe da via Paisiello 37 a via Paisiello 44.

Era l’anno 2003. Il presepe, in questi anni, si è arricchito di nuove figure meccaniche, e ammodernato con una nuova scenografia. Oggi il presepe è disposto su un’area di 35 mq e si può ammirare il castello dei Romani, il fiume, il mulino e molti personaggi come artigiani dell’epoca, un contadino che gira il terreno con l’aratro trainato dai buoi, un altro che taglia il grano, altri ancora che pigiano l’uva accanto ad una vigna, un cammello che, girando, porta l’acqua alla vigna stessa e i soldati romani con la biga trainata da due cavalli.

Quelli descritti sono tutti movimenti realizzati con pezzi di recupero; attualmente i movimenti presenti nel presepe sono più di 40. È sicuramente un’opera unica nel suo genere che, anche grazie al passaggio dal giorno alla notte, rapisce il visitatore e lascia a bocca aperta i bambini.

Ecco le novità per questo Natale 2022: buona parte delle case collocate sono state rifatte ed è stato allestito un nuovo villaggio, recuperando spazio in una nicchia della finestra all’interno della stanza. Inoltre ad accogliere i visitatori si aggiungono figure di pastori e i tre Re Magi sui loro cammelli (a grandezza naturale) che accompagnano verso la meta.

Ci sarà anche un laghetto che ospiterà una coppia di germani reali con i loro piccoli (tutti costruiti in Laboratorio). Infine, in una nicchia ricavata prima dell’entrata, è stato costruito un presepe innevato.

Già lo scorso anno è stata realizzata una natività a grandezza naturale che viene collocata in chiesa nel periodo natalizio. Il presepe meccanico del Laboratorio degli Uomini del Michele Rua di Torino non nasce solo per stupire, ma è l’occasione per regalarsi del tempo di raccoglimento e preghiera, in condivisione con familiari e amici.

-Gli Amici del Presepe

Il presepe è visitabile dal 23 dicembre 2022 all’8 gennaio 2023, l’ingresso è libero.

Orario di apertura:
  • GIORNI FESTIVI: 9:00 – 12,30 e 15:00 – 19:00
  • GIORNI FERIALI: 15:00 – 19:00

Michele Rua: ritiro delle famiglie per Natale

L’oratorio salesiano Michele Rua ha organizzato il tradizionale ritiro delle famiglie in vista del Natale, in programma domenica 18 dicembre. Di seguito i dettagli dalla notizia apparsa sul sito dell’oratorio.

***

In prossimità del Natale, come ormai tradizione, abbiamo il piacere di invitare tutte le famiglie che lo desiderino ad un momento di ritiro che si svolgerà domenica prossima 18 dicembre.

Di seguito alcune indicazioni pratiche e operative, con gli orari e l’organizzazione di massima della giornata.

Grazie a tutti coloro che potranno partecipare e che potranno darci una mano nel dare risonanza al momento.

ORARIO:

  • Ore 10.00 santa Messa
  • Ore 11.15 momento di riflessione tenuto da una coppia di sposi
  • Ore 11.45 possibilità di silenzio, confessioni e adorazione
  • Ore 12.45 per chi vuole c’è l’opportunità di fare pranzo insieme (ognuno porterà da mangiare per sè)
  • Ore 15.00 secondo momento di riflessione da parte di una seconda famiglia
  • Ore 15.30 silenzio
  • Ore 16.00 per chi vorrà possibilità di confronto:
  • Ore 16.45 conclusione in Chiesa con l’affidamento a Maria

P.S. Si può partecipare anche solo ad una parte del ritiro.

Vi invitiamo a segnalare (al direttore o al parroco o in portineria) la presenza: ci aiutereste per organizzare dignitosamente la giornata

Natale al Maker Lab Michele Rua

Il Maker Lab dell’oratorio Michele Rua ha iniziato a pieno ritmo la preparazione delle decorazioni e dei regali in vista del Natale. Di seguito un breve resoconto a cura di un educatore.

***

Il Natale è ormai alle porte! Nei laboratori di falegnameria e sartoria iniziano le attività in preparazione a questa grande festa! Tra alberelli in legno, taglieri e oggetti da appendere sull’albero l’atmosfera natalizia inizia ad entrare nelle case attraverso diversi manufatti realizzati dai ragazzi.

Non solo decorazioni, a Natale si pensa anche ai doni da fare a parenti, amici, conoscenti! Il Maker Lab si offre come luogo ideale dove immaginare un regalo originale da realizzare e mettere sotto l’albero!

Michele Rua: Festa dell’Immacolata e dell’Oratorio, chiusura dell’anno centenario

L’Oratorio Michele Rua presenta una due giorni di eventi, divertimento e preghiera per la Festa dell’Immacolata e dell’Oratorio, con la chiusura dell’anno centenario.

Il programma del 7 e 8 dicembre 2022 prevede:

MERCOLEDÌ

  • Ore 16.30: grande gioco per elementari e medie in oratorio
  • Ore 17.45: inaugurazione del presepe
  • Ore 21.00: Rua’s got talent (in teatro, per giovani e famiglie)

GIOVEDÌ

  • Ore 10.00: Santa Messa di fine anno centenario presieduta da don Stefano Martoglio, Vicario del Rettor Maggiore
  • Ore 11.15: inaugurazione della falegnameria del Maker Lab e cioccolata calda
  • Ore 11.45: in teatro, conclusione del centenario lancio del… (sorpresa!)
  • Ore 12.30: cerchio mariano
  • Ore 12.45: pranzo condiviso (è necessario prenotarsi CLICCANDO QUI oppure in portineria)
  • Ore 16.00 e 18:30 Film per tutti “LO SCHIACCIANOCI E IL FLAUTO MAGICO

Maker Lab: laboratorio tra creatività e manualità all’Oratorio Michele Rua

Il lunedì e il venerdì pomeriggio, il Maker Lab del Michele Rua apre le porte a tutti coloro che sono interessati a sperimentarsi nei laboratori di digitale, falegnameria e sartoria.

Molti sono i ragazzi che rimangono attratti da questa possibilità, come se l’innovazione oggi si possa declinare in una proiezione verso un futuro digitale, ma anche attraverso una rievocazione del lavoro manuale che nelle nuove generazioni rischia di ridursi notevolmente.

Si potrebbe definire un modo diverso di fare oratorio, ma probabilmente già don Bosco, nell’oratorio di Valdocco, aveva avviato delle sperimentazioni di questo tipo (basti pensare alla tipografia), con la convinzione che un giovane impegnato in un lavoro potesse realmente riqualificarsi anche dal punto di vista motivazionale, sentendosi in grado di essere, di fare.

Entrare al Maker Lab non significa solo entrare in un contesto laboratoriale, ma in una comunità; questo sembra essere il vero punto di forza: un’esperienza che fa leva su una passione, un’attitudine, un progetto personale può diventare nel tempo un coinvolgimento integrale della persona.

50° della Beatificazione di Don Michele Rua, SDB

Il 29 ottobre 2022 si celebra il 50° della Beatificazione di Michele Rua, reso venerabile da Papa Paolo VI, oggi santo, il 29 ottobre 1972.

Egli ha fatto della sorgente un fiume

Paolo VI

***

(ANS – Roma) – Il 29 ottobre 1972 Paolo VI, oggi santo, con la sua autorità apostolica inscriveva nell’albo dei beati il venerabile Servo di Dio Michele Rua. Quando il Papa lesse la formula di beatificazione, nella gloria del Bernini dentro la Basilica di San Pietro apparve la figura scarna ed esile di Don Rua, e un applauso lungo, scrosciante, incontenibile, proruppe dai trentamila fedeli stretti nella basilica. Le telecamere passarono dalla figura di Don Rua a quella imponente di Don Bosco, collocata nelle nicchie dei fondatori di ordini, sulla verticale della famosa statua in bronzo di San Pietro. Anche Don Bosco era presente all’esaltazione del suo “Michelino”, che a metà con lui fece proprio tutto, anche la santità. Come il profeta Elia lasciò il suo spirito e il suo mantello in eredità ad Eliseo, Don Bosco trasmise a Don Rua il suo spirito e la sua eredità carismatica, come ben illustrò la magistrale omelia di Paolo VI.

Don Luigi Ricceri, Rettor Maggiore all’epoca della beatificazione, parlava di Don Rua come di colui che aveva guardato Don Bosco: “Don Rua è stato il secondo padre della Congregazione salesiana: dove si trova la radice della sua paternità? La foto che i confratelli di Barcellona, con un’idea geniale, hanno ricavato da un particolare di un vecchio dagherrotipo è la risposta viva e palpitante a questa domanda. Guardate bene quel volto, quel sorriso, quel senso eminente di confidenza, di fiducia. Guardate quel senso di affetto filiale, tenero. Don Rua deve tanta parte di quello che è stato a questo fatto: ha guardato sempre e con quel volto a Don Bosco. Don Rua, se viveva in Dio, viveva non meno in Don Bosco e di Don Bosco. Basta leggere le sue circolari, i suoi discorsi. Parla di Don Bosco, si riferisce a Don Bosco, si appoggia a Don Bosco, ricorda l’esempio di Don Bosco. Sempre Don Bosco. È come innestato, impastato, una sola cosa con Don Bosco. È impossibile immaginare la figura di Don Rua senza quella di Don Bosco”.

Don Francis Desramaut, insigne storico salesiano evidenziò come Paolo VI beatificando Don Rua abbia esaltato le sue virtù e le ha proposte all’attenzione del popolo cristiano. In particolare, una lo ritrae in modo singolare: l’umiltà. “Don Rua fu un umile. L’umiltà dei poveri e dei piccoli ci viene direttamente dal Vangelo. Essa rende capaci di prendere l’ultimo posto il giorno in cui si avrebbe voglia di scegliere il primo. Suo modello è il fanciullo senza pretese. Don Rua non si è mai messo in primo piano, nemmeno quando gli sarebbe stato facile farlo. Basta pensare: il capo di una Congregazione mondiale, un altro Don Bosco, un ‘santo’ prete… Il Vangelo di Gesù Cristo fa germogliare nella Chiesa degli umili. Molti rimangono sepolti nel nascondimento dal quale non hanno mai voluto uscire. È bene che alcuni tra di loro siano esaltati dal Dio del Magnificat. Essi costituiscono per i vivi un richiamo di salvezza: l’orgoglio inaridisce la terra, l’umiltà la fa rifiorire”.

Tra i presenti quel 29 ottobre c’era anche il Rettor Maggiore emerito Don Renato Ziggiotti, che testimonia: “Io Don Rua lo ricordo bene. Ero salesiano da tre mesi soltanto. Lui era già molto ammalato, e chiesi di vegliarlo una notte. Dovette venire l’infermiere per una medicazione dolorosa. Alla fine, vedendolo sveglio, gli domandai: ‘Ha sofferto, Don Rua?’ Rispose: ‘Un poco’. E io, con il fervore di un neo-professo: ‘Anche il Signore ha sofferto sulla croce’. Don Rua mi guardò, sorrise, e mi disse: ‘Bravo, Ziggiotti!’ Mi viene da ridere a pensare a quella mia ‘disinvoltura’: dare buoni consigli a un santo che sta morendo! Ma spero che anche quando arriverò in Paradiso, Don Rua mi dica: ‘Bravo, Ziggiotti!’”.

E c’era anche don Josè Vandor, oggi Venerabile, un salesiano anziano, missionario da 35 anni a Cuba e originario dell’Ungheria, che porta nel cuore la sofferenza per una comunità cristiana provata e perseguitata.

Erano presenti ancora Benedetta Vaccarino e don Andrea Pagliari, i due destinatari dei miracoli che hanno portato Don Rua sugli altari. La prima guarita improvvisamente da epilessia jacksoniana dopo essere stata portata presso la tomba di Don Rua nella cripta di Maria Ausiliatrice; il secondo, salesiano prete, guarito improvvisamente sempre per intercessione di Don Rua da versamento pleurico.

All’Angelus susseguente la Messa, Papa Paolo VI ricordò ancora Don Rua e lasciò un messaggio ancor oggi attuale: “Abbiamo nell’animo il grande gaudio della beatificazione di Don Michele Rua, e non possiamo immaginare la gloria di questi cittadini del Cielo senza ripensarli in mezzo alla nostra gioventù, piena anch’essa di gioia per aver trovato in tali uomini saggi e buoni i propri amici migliori, i propri maestri di vita. Godiamone tutti, ringraziando il Signore e raddoppiando il nostro amore per i nostri ragazzi, i nostri giovani, i nostri figli della scuola e del lavoro”.