“C’è da non crederci” – Il grande musical ritorna all’Oratorio Salesiano Michele Rua

Grande successo al Teatro Monterosa per il musical “C’è da non crederci”, lo spettacolo messo in scena dall’Oratorio Salesiano Michele Rua in questi ultimi giorni di novembre. Si riporta di seguito l’articolo gentilmente fornito alla nostra Redazione da parte dell’Oratorio Michele Rua.

C’è da non crederci…davvero!

L’oratorio Salesiano Michele Rua nell’anno 2019 si è messo in gioco portando al teatro Monterosa “C’è da non crederci”, uno spettacolo che è partito tutto da un sogno che è diventato realtà.

Il musical è stato realizzato da oltre 80 giovani dell’oratorio coinvolgendo anche i ragazzini delle elementari e medie. È stato portato in teatro ben cinque volte in un anno: il 2-3 febbraio e il 23-24-25 novembre, aggiornando e adeguando il copione con dialoghi più moderni.

Questo spettacolo è stato realizzato per portare agli spettatori un frammento di storia della vita di Don Bosco. Lo scopo più importante però è stato quello di unire tutti i ragazzi dell’oratorio in un’attività in comune che può far del bene al prossimo. Questo musical, infatti, ha portato con sé un messaggio molto bello sia per i ragazzi che per gli adulti, ossia che esiste un modo sano e cristiano di condividere un’esperienza divertente e formativa coinvolgimento i ragazzi, come si faceva anche ai tempi di Don Bosco.

Tale Recital su Don Bosco ha origini lontane nel nostro oratorio: già a maggio del 1989, dopo solo un anno dal debutto nazionale dei giovani dell’oratorio di Udine, veniva messo in scena dai giovani del nostro oratorio di allora, in occasione della manifestazione “Insieme verso il futuro”, alla presenza del Rettor Maggiore Don Egidio Viganò che ringraziò il Signore per i settant’anni di Oratorio di Don Bosco nel quartiere Barriera di Milano. Molti dei ragazzi di allora, che animavano lo spettacolo, hanno potuto oggi rivivere lo stesso entusiasmo di quel tempo, tornando ad essere giovani “nel cuore” per qualche ora. Alcuni di loro, infatti, hanno così potuto vedere i propri figli interpretare quei personaggi che  a loro volta interpretarono 30 anni fa.